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FIABE E FAVOLE: Madama Holle
Domenica, 05 Novembre 2006 - 02:54 - 20239 Letture
Racconti Madama Holle
rinarrata da Violet

Introduzione allo studio della fiaba

Premessa

La fiaba narrata come segue, era quella che mia madre mi raccontava quando ero piccola, prima di mettermi a letto, ed era quella che io le chiedevo ogni volta, perché fra tutte era la mia preferita.

Col trascorrere del tempo, questa storia è rimasta custodita nella mia memoria in ogni suo particolare, e mi ha accompagnata nel corso di tutta la mia vita. Era qualcosa di talmente puro e prezioso che quando le rivolgevo i pensieri lo facevo come se dovessi aprire uno scrigno nascosto in un posto segreto dentro di me, dopo aver controllato che nessuno mi guardasse o si avvicinasse, per poi controllare semplicemente che la storia fosse ancora lì dove doveva essere, senza sfiorarla… doveva solo rimanere sempre lì.
Così anche i miei pensieri verso di lei erano discreti, per non disturbarla… e per mantenerla intatta.
Mi affascinava a tal punto che iniziai a cercarla nei libri di raccolte fiabesche, eppure non riuscii mai a trovarla uguale a come la conoscevo, e l’unica cosa che mi diceva mia madre quando gliene chiedevo la provenienza era che tanti anni prima, quando era piccola, aveva un bel libro di fiabe dalla copertina verde, nel quale la storia così narrata era contenuta, ma che un giorno, a causa del trasloco, il libro si perse e non lo ritrovò mai più.
La versione che era contenuta in quel misterioso libro verde era probabilmente l’unione di due fiabe distinte, molto simili fra loro, ovvero la splendida Frau Holle dei Fratelli Grimm e Le Fate di Charles Perrault; ma è possibile che fosse un’altra versione ancora, di provenienza sconosciuta, oppure rinarrata. In ogni caso, sebbene per svolgere l’analisi della storia e dei simboli sarebbe più giusto scegliere come testo di riferimento una delle due versioni sopracitate, che sono le più note, non posso fare a meno di scegliere quella con la quale sono cresciuta, perché se da una parte il significato e i simboli sono pressoché gli stessi, è proprio questa ad essermi cara più di ogni altra.



Madama Holle

C’era una volta una vedova che aveva due figlie. La prima delle due, che era la sua figliastra, era bellissima, dolce, gentile e di buon cuore, la seconda invece era brutta, arrogante e pigra.
La madre delle due fanciulle aveva affetto solo per quella scontrosa e villana, che vezzeggiava e viziava, lasciando che lei, pigra com’era, non facesse nulla in tutto il giorno. Al contrario, era invece molto malvagia e severa nei confronti della giovinetta buona e bella, e la obbligava a lavorare duramente, a lavare, spazzare e a filare all’arcolaio fino a che le dita le sanguinavano, senza mai concederle una buona parola o un gesto affettuoso.
Ogni giorno la bella fanciulla doveva andare al fiume a fare il bucato, e doveva fregare e fregare, pulire e ripulire i panni con il sapone, risciacquandoli nell’acqua gelata fino a quando diventavano bianchi come il latte. A furia di lavare e rilavare aveva le mani tutte screpolate, ma poco se ne curava. Era invece allegra e sorridente e aveva sempre una buona parola per tutti.
Un bel giorno, dopo aver raggiunto il fiume, la giovane iniziò a lavare i panni e, mentre fregava le sfuggì il sapone dalle mani, che scivolò nell’acqua e si allontanò dalla riva, cominciando a sprofondare sempre di più.
La poverina si disperò perché sapeva bene che se fosse tornata a casa senza il sapone la matrigna l’avrebbe sicuramente sgridata e magari anche picchiata, e così decise di fare tutto ciò che poteva per riprenderlo. Iniziò a camminare nell’acqua, entrando pian piano e bagnandosi prima le caviglie, poi le ginocchia, poi il busto, fino ad arrivare alle spalle e al viso. Ma il sapone continuava a scendere, sempre più giù nelle buie profondità, e a lei non rimase altro da fare che immergersi e seguirlo sott’acqua.
Nuota e nuota, la fanciulla giunse ai fondali del fiume, ma si sorprese nel rendersi conto che non aveva più bisogno di risalire in superficie per respirare, perché era come se laggiù ci fosse la stessa aria che respirava sulla terra, e non doveva nemmeno più faticare per nuotare, perché l’acqua non la trasportava più verso l’alto. Poco a poco le ombre del fondale si schiarirono e si aprirono davanti ai suoi occhi e lei si ritrovò in un meraviglioso giardino, pieno di luce e di colori brillanti e talmente belli che mai ne aveva visti di simili. In quel luogo incantato c’erano prati verdissimi e fiori dai profumi inebrianti, crescevano alberi da frutto e meli dalle mele rosse e dolcissime, e anche molte erbe e piante magiche visitate da animaletti buffi e amichevoli.
Rapita da quella visione, la fanciulla mosse qualche passo sulla morbida erba muschiata, illuminata da un sole dorato che splendeva alto sulla sua testa, ma presto si ricordò che era giunta sino a lì perché cercava il suo sapone.
Camminando, giunse nei pressi di una bellissima casetta piena di vasi di fiori colorati sui davanzali, e pensò che forse qualcuno ci abitasse, e che magari avrebbe potuto aiutarla a ritrovare ciò che stava cercando. Così, timidamente bussò alla porta…
Una vecchina si affacciò allora ad una delle finestrelle e chiese chi fosse a bussare. Aveva l’aria buona e gentile, ma anche due denti lunghi come delle zanne, e la fanciulla si spaventò molto quando la vide. Indietreggiando fece per scappare, ma l’anziana donnina, sorridendo amorevolmente, le disse:
«Non scappare bambina mia… non ti farò alcun male. Il mio nome è Madama Holle, e sembra che tu sia giunta fino a qui perché eri in cerca di qualcosa… il tuo sapone se non sbaglio.»
La fanciulla, davanti a tanta gentilezza, si sentì subito rincuorata e non ebbe più alcuna paura. Sentì invece di provare un grande e immotivato affetto per quella vecchia signora e, sorridendole timidamente, le rispose:
«Sì cara nonnina, ho smarrito il mio sapone e non posso tornare a casa senza, perché la mamma mi punirebbe. Tu per caso lo hai visto o sai dove io possa trovarlo?»
Madama Holle, con gli occhi luminosi e gioiosi, le rispose:
«Ma certo figliola, ho io ciò che tu stai cercando e te lo darò molto volentieri, ma prima vorrei farti una proposta… Ti piacerebbe stare qui con me per un po’ di tempo? Avrei proprio bisogno di una fanciulla buona e bella come sei tu che mi aiuti nelle faccende domestiche… Se ripulirai bene e riordinerai la casetta per me, vedrai che non ti mancherà nulla e ti troverai sicuramente molto bene. Ogni mattina dovrai ricordarti di sprimacciare il piumone che è steso sopra al mio letto, perché se così farai, le piume voleranno spinte via dal vento e diventeranno fiocchi di neve sulla Terra. Quando poi vorrai tornare a casa ti ridarò volentieri il tuo sapone…».
La fanciulla, incantata dall’amorevolezza che emanavano gli occhi e la voce della vecchina fu molto felice di accettare e di fermarsi per qualche tempo in quella graziosa casetta, circondata dal giardino e dai meleti carichi di frutti. Ogni giorno puliva e riassettava per bene tutte le sue graziose stanze, e tutte le mattine, affacciata alla finestrella più alta, sprimacciava e batteva con vigore il piumone, così che le piume volassero via e la neve cadesse sulla Terra. In cambio di questi lavori, che la fanciulla svolgeva con gioia e senza mai provare noia o stanchezza, Madama Holle la trattava sempre con dolcezza e a tavola non mancavano mai le cose più semplici e buone da mangiare, come l’arrosto, le verdure, i dolcissimi frutti degli alberi e i dolci.
La giovane stava davvero molto bene con la vecchia signora e non avrebbe mai voluto lasciarla, ma un bel giorno sentì un’improvvisa nostalgia, e così ebbe voglia di confidarlo a lei.
«E’ giusto che tu abbia nostalgia della tua casa e della tua famiglia» le rispose sorridendo la donnina, «e forse è giunto il tempo che vi ritorni. Ma visto che sei stata molto buona e anche molto brava a fare ciò che ti avevo chiesto, ti farò un dono. Quando tornerai sulla strada maestra che ti porta a casa e passerai davanti alla vecchia fattoria, il gallo canterà tre volte, e al terzo chicchirichì riceverai il mio dono per te.»
La fanciulla le fu molto grata e, dopo aver ripreso il suo sapone, la salutò a malincuore e uscì dalla porticina sul retro della casetta, fuori dalla quale si trovò immediatamente sulla strada di casa.
Mentre percorreva la via di ritorno, passò davanti alla fattoria e udì il gallo cantare una, due, tre volte, ma al momento non notò alcun cambiamento, anche se si sentiva ancora più felice di quanto non fosse mai stata.
Quando giunse a casa volle abbracciare la sua matrigna, ma questa, nonostante lei fosse mancata per diverse settimane, non mostrò affatto di essere felice di rivederla, ed anzi si arrabbiò molto e la sgridò. Ma tacque improvvisamente non appena la giovane le rispose:
«Ti chiedo scusa, mamma…»
Nel pronunciare quelle parole, dalla sua bocca erano infatti uscite due rose e un diamante, ma anche tante lucine che brillavano come stelle. Non solo… Quando la matrigna, riavutasi dalla sorpresa, la guardò meglio, vide che sulla sua fronte era apparsa una stella dorata che brillava come un piccolo sole.
Allora volle immediatamente sapere come era possibile un tale prodigio, pensando che se avere una figlia simile era già una gran fonte di guadagno, averne due uguali l’avrebbe resa la donna più ricca del mondo.
La giovinetta le raccontò tutta la vicenda, da quando aveva perso il sapone a quando aveva udito il terzo canto del gallo, e la madre decise subito di mandare anche l’altra ragazza al fiume, dicendole di seguire per filo e per segno tutto quello che sua sorella aveva fatto. La pigrona però le rispose:
«Ma mamma… io non ho voglia di andare al fiume! A fare il bucato poi, non ci penso nemmeno! Non sono mica una serva, e poi potrei rovinarmi le mani come quella sciagurata, e bagnarmi gli abiti, e…»
Senza lasciarla finire di parlare, la donna le ficcò il sapone in mano e la spinse fuori, sbattendo la porta. Trovatasi fuori di casa, la ragazza ripensò a ciò che la madre le aveva appena detto e si rese conto che con un dono simile a quello della sua sorellastra avrebbe ricavato molto denaro e notorietà, pertanto s’incamminò spedita verso il fiume.
Quando vi giunse, senza nemmeno fare finta di lavare il bucato, tirò il sapone nell’acqua e, lamentandosi e piagnucolando per il freddo, si mise a nuotargli dietro per riprenderlo.
Il sapone sprofondava e sprofondava, e la svogliata fanciulla, facendo un grande sforzo di volontà, lo seguiva, finché giunta ai fondali si trovò anche lei nel meraviglioso giardino, dove poteva respirare e camminare sulla soffice erba muschiata.
Ma lei non si curò affatto dell’incantata bellezza dei prati fioriti e del frutteto, non le importava nulla di ciò che la circondava, e se era scesa fin laggiù era solo per ottenere quel ricco dono.
Vide la graziosa casetta piena di vasi di fiori e vi si diresse in fretta. Bussò alla porta, e ad una delle finestrelle si affacciò la vecchina con le lunghe zanne, che con voce gentile chiese chi fosse a bussare.
La ragazza però non ne fu spaventata, perché era già a conoscenza delle fattezze della donnina, e senza sprecare tempo le chiese sgarbatamente se avesse visto il suo sapone.
La vecchina la guardò a lungo in silenzio, e poi le disse:
«Cara ragazza, ho io quello che tu stai cercando. Ma prima mi piacerebbe farti una proposta…»
La giovane la interruppe e le disse che avrebbe fatto tutto quello che lei le avesse chiesto, quindi domandò se poteva entrare in casa.
La vecchina naturalmente glielo permise, e sempre osservandola, le spiegò tutti i compiti che avrebbe dovuto svolgere, ovvero pulire bene la casetta, tenere tutto in ordine e soprattutto sbattere bene il piumone fuori dalla finestra, perché così le piume sarebbero scese come candida neve sulla Terra.
I primi giorni la ragazza, seppur controvoglia e goffamente, poiché non aveva mai lavorato in vita sua, pulì e riassettò come meglio riusciva, sprimacciando il piumone fuori dalla finestra. Ma dopo poco tempo iniziò a trovare inutile faticare in quel modo, così prese a tralasciare tante piccole cose. E più pensava a quanto la infastidisse fare la serva di una vecchina, che avrebbe potuto farsi tutti quei lavori da sola, più si sentiva stanca e svogliata. Presto non ebbe nemmeno più voglia di alzarsi dal letto al mattino, e smise di sprimacciare il piumone, così quell’inverno la neve non poté più scendere ad imbiancare la terra e tutta la Natura ne soffrì.
La vecchina allora le disse che era tempo che lei tornasse a casa, e la ragazza fu molto contenta di lasciarla. Ma soprattutto non vedeva l’ora di ricevere la sua ricompensa.
Prima di restituirle il sapone e salutarla, Madama Holle, le disse:
«Cara ragazza, per ripagarti del lavoro che hai fatto per me ti farò un dono. Quando tornerai sulla strada maestra che ti porta a casa e passerai davanti alla fattoria, il gallo canterà tre volte, e al terzo chicchirichì riceverai il dono che ti sei meritata».
La giovane, dopo essere uscita dalla porta sul retro ed essersi trovata sulla via maestra che conduceva a casa, si incamminò tutta orgogliosa e impaziente di ricevere la sua ricchezza, e passando davanti alla fattoria, udì il gallo cantare una, due, tre volte.
Com’era successo a sua sorella, al momento non si accorse di alcun cambiamento, anche se si sentì improvvisamente pesante e ancora più svogliata del solito. Ma quando corse ad abbracciare la mamma, urlando «Mamma! Sono tornata!», non poté resistere allo sgomento di vedersi uscire dalla bocca un brutto rospaccio e due serpi.
La mamma, non appena la vide, la squadrò inorridita ed esclamò:
«Quale sventura! Non solo perdi orridi animali dalla bocca, ma ti è anche cresciuta una coda d’asino sul sedere! Povera figlia mia! Di certo è tutta colpa della tua sorellastra! Ora le darò una punizione peggiore di tutte quelle che abbia mai ricevuto!»
La bella fanciulla, che aveva visto e sentito tutto, scoppiò in lacrime e, poiché non aveva altra scelta, fuggì via di casa, inseguita dalle imprecazioni della madre e piena di tristezza.
Corse e corse nel profondo del bosco, finché le forze le vennero meno, e giunta sul ciglio di una stradina illuminata dai raggi del sole, si sedette su una pietra piatta per riprender fiato.
Proprio in quel momento stava cavalcando per la via il principe del regno, un giovane bello come mai se ne erano visti e altrettanto buono e amorevole, e quando questi vide la fanciulla si fermò di colpo, incantato da tanta delicata bellezza, e le chiese chi fosse e da dove venisse, giacché non l’aveva mai vista prima.
La giovinetta, altrettanto incantata dal bel principe, volle rispondere alla sua domanda, ma non appena emise parola dalla sua bocca uscirono fiori profumati, rubini, e piccole luci colorate. Affascinato da tutto ciò che vedeva, nonché dalla stella dorata che brillava come un piccolo sole sulla fronte della fanciulla, le chiese come fosse possibile un simile prodigio.
Così lei gli narrò tutta la sua storia, e anche il motivo per cui era fuggita di casa, e il principe, profondamente innamorato, le chiese se avesse desiderato sposarlo.
Guidata dall’amore che sentiva di provare per lui, lei accettò immediatamente, e insieme partirono al galoppo verso il castello incantato, nascosto in cima alle rosee nuvole, per vivere insieme nella felicità per sempre.

Quanto alla matrigna e a sua figlia, vissero per sempre da reiette, nell’ignoranza, nella povertà e nella sfortuna.

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Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da kessa 24 Nov 2006 - 22:24
(Info utente | Invia il messaggio)
uno studio molto interessante e completo.
Complimenti a chi ha partecipato!

Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da Twilight 10 Dic 2006 - 00:40
(Info utente | Invia il messaggio)
Davvero un articolo bellissimo! Mi complimento con la tua capacità di scrivere (davvero brava!) e con le profonde e importanti intuizioni avute da te e dalle altre Fanciulle!^^
Un saluto a tutte!

Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da fairymoon (alphazulu@interfree.it) 23 Ago 2007 - 14:12
(Info utente | Invia il messaggio)
bellissimo racconto! conoscevo due versioni di questa fiaba e ora che ne leggo per le mie bimbe, ne ho diverse a disposizione, non solo la trasposizione dei Grimm ma vecchie simili fiabe italiane e mi sorprendono sempre con tutti i loro significati e simboli e non mi stanco mai di leggerle! Grazie, Violet!

Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da Erynriell 04 Nov 2008 - 01:04
(Info utente | Invia il messaggio)
Veramente bellissima! Sia la fiaba, che in parte conoscevo già, sia lo studio sempre molto ricercato ed accurato.

Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da Danae 22 Dic 2009 - 00:20
(Info utente | Invia il messaggio)
Ammetto che il titolo non mi ha particolarmente ispirata all'inizio.
Ad ogni modo sono intimamente convinta che tutto ciò che sapete ricreare qui è fonte di ammirevole conoscenza e amore. Come questa favola, un vero Dono..
Grazie!



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