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Il Libro del Mese




Streghe
di Grado Giovanni Merlo

 

Il Tempio della Ninfa

Onenne, la Pretresse de Broceliande
Giovedì, 31 Maggio 2012 - 02:51 - 20288 Letture
Storia Agli inizi del VII secolo d.C. la Bretagna era un’immensa e selvaggia foresta, nella quale le fitte macchie di alberi si intervallavano ai laghi azzurri, alle paludi nebbiose, alle campagne allietate dal gorgogliare delle limpide sorgenti, e alle radure, in cui talvolta si ergevano antichissimi cerchi di pietre.
Nel cuore della regione sorgeva lo sconfinato bosco di Broceliande, dove vivaci cascatelle e ruscelli argentini correvano fra i grandi sassi primitivi, e sotto le fronde verdi e ombrose, al riparo da occhi indiscreti, venivano tramandati gli antichi culti della natura, dedicati alle divinità boschive e a certe bellissime fate che si diceva abitassero ancora oltre gli specchi d’acqua, fra i muschi e nelle cavità degli alberi.

L’amorevole devozione per la foresta che il popolo celtico coltivava e insegnava, e la consapevolezza della sua intoccabile sacralità, erano però motivo di seria preoccupazione per i missionari cristiani, a quel tempo impegnati nella dura lotta contro l’antica religione. Per soffocare il culto pagano, questi passavano infatti dall’insistente persuasione alla più brutale violenza, e facevano costruire ovunque potessero chiese, monasteri e fredde cappelle.
Ma nonostante tutto, molti dei bretoni rimasti fedeli al culto dei loro antenati, continuarono a onorare gli spiriti silvestri, a portare offerte agli alberi e a pregare le fonti e le sacre pietre.



Fu in quest’epoca di cambiamento, intorno al 604 d.C., che in un ricco castello poco distante dalla foresta nacque Onenne, una giovane principessa di Bretagna che, sebbene ricordata come santa patrona del piccolo villaggio rurale di Tréhorenteuc, è possibile fosse iniziata a qualcosa di diverso, forse al culto femminile della grande Dea antico-europea.
Onenne era figlia di Judhael, Re di Dumnonia, nell’Armorica settentrionale, e della nobildonna d’origine gallese Pritelle. Aveva più di venti fratelli, alcuni dei quali furono grandi condottieri o santi, come la sorella maggiore Sainte Eurielle e i fratelli Saint Josse e Saint Lery, che trascorsero molti anni a vivere da eremiti nelle foreste; ma più noto di tutti fu senza dubbio il maggiore Judicael, che ereditò il regno del padre e fu Re, santo e guerriero. (1)
Dopo la nascita, la piccola Onenne crebbe secondo l’educazione che veniva impartita a quel tempo alle principesse bretoni, e non appena divenne fanciulla decise di votarsi alla povertà e di lasciare la corte. Così depose le ricche vesti regali, indossò abiti umili e semplici e si allontanò in cerca di una dimora più modesta.
Secondo alcuni studiosi la fanciulla volle lasciare il castello per fuggire dal pericoloso e spietato furore di suo fratello Haeloc, che per impadronirsi del potere regale del legittimo erede Judicael aveva fatto uccidere sette dei suoi fratelli e aveva costretto quest’ultimo a farsi monaco nell’abbazia di Saint-Jean de Gael; secondo altri invece Onenne si ritirò nella foresta solamente per seguire la sua ispirata vocazione religiosa, nonché per curare la sua salute delicata nella pace e nel rigoglio dei boschi. (2)
Da uno studio storico approfondito, però, la prima ipotesi risulta improbabile, poiché sebbene i fatti dimostrino l’usurpazione e la crudele tirannia di Haeloc, il suo breve regno durò dal 605 al 610 d.C., e a quell’epoca Onenne non era che una bambina molto piccola.
È invece molto più credibile la seconda possibilità, anche perché la giovane era tanto dedita alla spiritualità da suscitare l’affettuosa devozione delle genti dei villaggi vicini – che successivamente la vollero santa – e probabilmente desiderava una vita serena da poter dedicare solo al suo cammino profondo, lontano dalla politica e dalle violente successioni al trono.
In seguito all’abbandono della corte e del suo ruolo di principessa, Onenne si avvicinò alla foresta di Broceliande e qui, nella località di Masseries poco distante dal piccolo villaggio di Tréhorenteuc, trovò un’antica casa gallo-romana del IV o V secolo d.C., dove si stabilì.
Questa grande dimora, di cui oggi non restano che alcune enormi pietre, sorgeva in cima ad una collina ed era costruita interamente di mattoni, compreso il tetto. Si dice che un tempo fosse appartenuta a un ricco armoricano o a una colonia romana, ed era pertanto molto bella e sfarzosa, anche se quando Onenne la trovò era quasi del tutto ridotta in rovina.
La fanciulla comunque la scelse per sé e ne fece quello che venne definito “un piccolo convento”, nel quale non abitò da sola… Sebbene alcuni autori riferirono che Onenne si fosse ritirata in un eremo nella foresta, dove viveva in solitudine, questo particolare fu infatti riveduto da altri, i quali precisarono che Onenne “aveva anche alcune compagne” e che queste fanciulle “la consideravano come la badessa del piccolo convento”. (3)
Considerando che i conventi e le abbazie femminili in Bretagna non esistevano ancora, poiché la prima abbazia di donne nacque solo nell’XI secolo, è facile dedurre che oltre le mura dell’antica casa si nascondesse qualcosa di diverso e di lontano dall’interpretazione cristiana, ovvero un sacro cerchio di sorelle dedite allo stesso cammino religioso, le quali ritenevano Onenne loro maestra e protettrice spirituale, come accadeva nelle sorellanze pre-cristiane di sacerdotesse guidate dalla fanciulla più saggia e nobile d'animo, e come solo nei secoli successivi sarebbe accaduto in un monastero di donne, condotte e protette da una badessa.
Fu negli anni che trascorse in questa vecchia villa, circondata dall’immenso bosco sacro, che la devota principessa lasciò quelle preziose tracce che potrebbero dimostrare la sua amorevole fedeltà all’antica religione.

Le donne del villaggio la amavano moltissimo, e spesso si recavano da lei per cercare la guarigione, perché Onenne conosceva i rimedi erboristici che curano certe malattie. In particolare, le giovani che si allietavano nel trascorrere piacevoli notti d’amore in mezzo ai campi fioriti con i loro amanti, visitavano spesso la casa della fanciulla, che grazie alle sue conoscenze faceva in modo che “non crescesse loro il pancione” (4).
Onenne era dunque un’abile guaritrice, una erbaria che conosceva la medicina delle piante e degli arbusti, e si deduce che sapesse cosa bisognava fare per impedire o interrompere una gravidanza indesiderata, o per agevolare e rendere meno doloroso il parto.
La sua affinità con le piante – anche se in questo caso solo simbolica – traspare anche dal significato del suo nome. Onenne deriva infatti dall’antico bretone onn o ounn, ovvero “frassino”, oppure da onn-gwen, dove onn indica sempre il frassino e gwen significa “olmo”, “orniello” o frassino selvatico; la a finale invece indica semplicemente il genere femminile. (5)
Onenne è dunque la donna frassino, oppure la donna orniello, colei che porta in sé lo spirito del frassino e dell’orniello, ad indicare una creatura selvatica e boschiva, figlia degli alberi e delle acque, della foresta e delle sorgenti che scorrono e fluiscono.
La sua vita era dedicata soprattutto alla guarigione delle donne, ma ciò che potrebbe dimostrare la sua appartenenza ai culti perduti delle sacerdotesse celtiche venne scoperto all’interno della sua casa, dove nel 1874 un prete di nome De Brouyssel rinvenne “una statua femminile assai grande, tutta nuda, la quale non poteva essere che una Venere” (6).
Questa statua è probabile che rappresentasse una misteriosa divinità femminile nativa delle terre bretoni, risalente al periodo storico dell’Europa antica e del tutto estranea ai caratteri indo-europei, come suggerisce la sua descrizione e l’accostamento alle Veneri preistoriche. La sua nudità e, si presume, le forme morbide e rotonde, fanno inoltre pensare che incarnasse quegli aspetti delle Dee antico-europee più vicini all’amore, alla bellezza, alla fertilità e all’armonia femminili, e che fosse legata ai misteri delle donne.
Sempre nella dimora di Onenne venne trovata una scure di giadeite verde trasparente, forse adibita a scopi rituali; mentre poco distante, a Moron, si scoprì la Venus des Bois-Delé, un’altra scultura che, evidentemente per le forme belle e sensuali, ricordava anch’essa le Veneri pre-cristiane.
Purtroppo, entrambe le statue scomparvero poco dopo il loro ritrovamento, e certamente questo non avvenne per caso, in quanto è probabile che i religiosi del posto, onde evitare possibili allusioni all’arcaica religione femminile, abbiano preferito far sparire queste scomode e scandalose testimonianze – come del resto era già successo per la splendida Venere di Quinipily. (7)
Eppure, all’epoca, la presenza di simili sculture non era affatto rara, e soprattutto nella grande foresta incantata era ancora assai diffuso il culto delle acque e la devozione verso quelle languide divinità muliebri che spesso assumevano l’aspetto dei più belli ed eleganti uccelli acquatici, come i cigni, le oche, le anatre e gli aironi, e che specialmente in queste sembianze proteggevano le fonti, i laghi e i fiumi, recando guarigione e fertilità.
È dunque facile supporre che Onenne conoscesse molto bene queste tradizioni, e proprio a tal proposito si dice che amasse frequentare una sorgente sacra, o piccolo pozzo, immersa nella campagna a cento metri dalla sua casa.



Questa fonte, quasi nascosta al margine di un campo selvatico a nord di Tréhorenteuc, e conosciuta oggi col nome Fontaine Sainte Onenn – o St. Onenn’s Well – è di origine pre-cristiana e di certo era destinata a pratiche rituali e devozionali legate al culto delle acque.



Il suo aspetto nel corso dei secoli è rimasto quasi invariato: in cima a un piccolo tumulo, attraverso l’apertura lunga e strettissima, si intravedono alcuni scalini che scendono a dieci piedi sotto il livello del suolo, in una piccola camera sotterranea. Questa camera, simile ad una minuscola grotta umida, fresca e quasi buia, ha forma rettangolare e le pareti interne supportate da una muratura di pietra antica. All’interno di una delle pareti, inoltre, è scavata una piccola nicchia che un tempo ospitava una statuetta, ora perduta. (8)



L’acqua scorre gorgogliando e risuonando leggera, nella penombra del pozzo, e forse un tempo una sacra fiammella ardeva nella nicchia, accanto alla misteriosa statuetta, che si può presumere raffigurasse un’altra delle antichissime Dee antico-europee venerate all’epoca in tutta la Gallia, e legate alle acque, alla guarigione e alla cura degli occhi.
Si racconta che Onenne trascorresse molto del suo tempo alla sacra fonte, e si potrebbe credere che vi svolgesse i suoi riti segreti, in solitudine o insieme ad alcune delle sue compagne, al lume della fiamma che veniva mantenuta sempre accesa, proprio come accadeva nelle grotte primitive in cui si praticavano i misteri delle donne.
Ma questo non è l’unico luogo sacro che probabilmente Onenne frequentava. Poco distante dalla dimora della fanciulla, al centro di una radura della foresta, sorge un antichissimo cerchio di pietre risalente al 3000/2500 a.C., che i cristiani chiamarono Jardin aux Moines, ovvero “Giardino dei Monaci”. (9)



Il sito megalitico, appartenuto ai popoli pre-indoeuropei – dunque precedenti anche ai druidi celti – è formato da cinquantatre pietre disposte a ellisse, ed era usato durante l’Età del Bronzo, ma si potrebbe ipotizzare che Onenne, che abitava a poche centinaia di metri da esso, lo avesse visitato, magari insieme alle sue compagne.
E se le fanciulle furono davvero un ordine sacerdotale, ovvero una sacra sorellanza dedita al culto della Grande Madre, si può immaginare che talvolta vi si riunissero per compiere i loro riti misteriosi, o per danzare in cerchio fra le pietre al chiarore della luna, illuminate dal fuoco sacro di cui esse furono sempre le custodi.

Tornando all’antica casa sulla collina, che ora viene chiamata Château de Sainte Onenne, ovvero “Castello di Santa Onenne”, alcuni scavi archeologici ivi avvenuti nel 1927 rivelarono la presenza di una pietra sulla quale era stato inciso un disegno: una piccola corona, sormontata dalle lettere O, V ed E, dove la V è scolpita all’interno della O; e alla sua sinistra una croce, con le braccia della stessa lunghezza e inscritta in un cerchio. (10)
Le lettere OVE potrebbero riferirsi al nome originario di Onenne, forse Ovenne, o Oven – oppure Ouenne od Ouen scritto nella grafia antica – e si potrebbe pensare che fosse stata la fanciulla stessa a incidere nella pietra le sue iniziali, affiancandole alla piccola corona, che ricordava le sue radici regali, e alla croce a braccia uguali, forse simbolo della sua profonda devozione per la religione celtica.

Dopo alcuni anni in cui Onenne visse nella sua casa accanto alla grande foresta, successe qualcosa che la sconvolse profondamente, e che al contempo contribuì a dar vita alla sua leggenda.
Si racconta che un giorno, recatasi insieme ad alcune compagne nella campagna vicina, incontrò un giovane signore che tentò di rapirla per sposarla. Onenne lanciò alte grida e alcune anatre che si trovavano nelle vicinanze iniziarono a starnazzare.” (11) Gli uccelli fecero un tal chiasso che alcuni soldati di passaggio si resero conto di ciò che stava accadendo, e accorsero in aiuto della fanciulla, liberandola del suo aggressore. Secondo altre versioni della storia, furono invece le anatre stesse, o meglio, un gruppetto di bianche oche, a mettere in fuga il malvagio signore, difendendo Onenne e salvandola da un brutale tentativo di violenza.
Ad ogni modo, la fanciulla venne soccorsa dalle anatre che pascolavano poco distante da lei, ma l’aggressione che subì dovette provocarle gravi conseguenze, forse anche dovute alla sua salute già delicata, poiché proprio a seguito di quello sfortunato evento, nel 630 d.C. e all’età di soli venticinque anni, Onenne morì.
Il suo corpo delicato venne deposto, a quanto si dice, in una pesante cassa di piombo e sepolto accanto all’ingresso della chiesetta di Tréhorenteuc, ma questo risulta storicamente inverosimile, in quanto nel VII secolo d.C. la chiesetta non c’era ancora e le casse di piombo non venivano affatto utilizzate, mentre al contrario si usava inumare i defunti nella terra bruna, talvolta sotto un tumulo o in un sacro cerchio di pietre. E infatti, nonostante le ricerche durate molti anni, la pesantissima cassa non fu mai trovata, così come i resti della fanciulla.
Solo negli ultimi decenni, ristrutturando la chiesa e livellando il pavimento nel punto in cui si diceva fosse sepolta Onenne, è stata rinvenuta una testa molto antica, che si presume possa essere la sua. È quindi possibile che la fanciulla fosse stata seppellita nella terra, in un punto della campagna in cui forse sorgeva un piccolo cerchio di pietre e dove nei secoli successivi venne eretta la chiesetta medievale dedicata a lei.

Nel corso dei secoli la casa sulla collina, ormai abbandonata e deserta, decadde sotto al peso del tempo, le nebbie che salivano dai laghi immoti l’avvolsero, le sacre statue femminili scomparvero, i rovi crebbero a nascondere il passato.
Il 18 aprile dell’anno 1927, sul finire delle ricerche fra i suoi ruderi, l’archeologo che si era occupato degli scavi all’antica abitazione fece incidere un’iscrizione su una delle sue grandi pietre, come ultimo gesto in onore della giovane e amata Onenne. L’epigrafe riporta tuttora queste parole:

ICI
FUT
LE CHATEAU DE
SAINTE ONENNE
PRINCESSE DE BRETAGNE
VII SIECLE


QUI
FU
IL CASTELLO DI
SANTA ONENNE
PRINCIPESSA DI BRETAGNA
VII SECOLO (12)


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Onenne, la Pretresse de Broceliande | Login/crea un profilo | 6 Commenti
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Re: Onenne, la Pretresse de Broceliande (Punti: 1)
da Tana81 31 Mag 2012 - 16:34
(Info utente | Invia il messaggio)
Sono arrivata a metà, ma già sento che ti meriti i miei complimenti. E' una ricerca davvero interessante e c'è molta passione tra le righe...tanto che ti prende e ti porta nella foresta di Broceliande accanto ad Onenne, sulle sponde del lago e tra gli uccelli che lo difendono...
Sono arrivata al culto di Onenne...tra una pausa pranzo veloce e gli attimi rubati al lavoro...

Riportare alla vita queste donne, attraverso le loro storie, i racconti che sulla loro vita misteriosa e ricca di tradizioni ancestrali, mette in moto tante energie positive sia nel cuore che nella testa.

Mi urgeva fatri i miei complimenti!

:-)

Re: Onenne, la Pretresse de Broceliande (Punti: 1)
da mausci 02 Giu 2012 - 02:22
(Info utente | Invia il messaggio) http://comemistermagoo.blogspot.com)
violet, alessandro, siete fantastici..che lavoro enorme! che impegno ammirevole nella vostra ricerca, nell'opera di traduzione ed interpretazione..ma che braviiiiiii!!!!!!!!!
è una ricerca davvero intensa e stimolante, oltre che scritta come al solito in quello stile magico, che ti fa sentire il fruscio del vento fra gli alberi ed il rumore dell'acqua sui ciottoli..lo "stile TempiodellaNinfa"! adoro..:)
è veramente bellissima ragazzi, complimenti complimenti complimenti..


Re: Onenne, la Pretresse de Broceliande(Punti: 1)
da Alessandro 02 Giu 2012 - 03:17
(Info utente http://creviceweeds.over-blog.net)
Confermo tutto quello che ho scritto ai Meli. I pochissimi autori che in passato hanno scritto di Onenne l’hanno trascurata, o vista in modo parziale, o trasformata. Non l’hanno ascoltata. Eppure le poche tracce da lei lasciate corrispondono perfettamente a ciò che si sa dei luoghi e dei tempi in cui è vissuta. E lei stessa, con il suo silenzio, parla attraverso il silenzio della storia. La mia impressione è che tu l’abbia ascoltata con amore, comprendendo la corrispondenza perfetta fra le sue tracce, i suoi echi, e la spiritualità antica delle donne celtiche. Con la tua scrittura, hai dischiuso la porta sul suo mondo, hai rivelato una giovane donna che viveva in armonia profonda con la propria terra arcaica, e conosceva e custodiva gli antichi culti femminili. Così, accostandoti a lei, ci hai donato la sua immagine più vera, con i suoi significati (che credo siano grandi), e una commozione profonda. Grazie, Violetta *.*

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Re: Onenne, la Pretresse de Broceliande (Punti: 1)
da Rebecka 03 Giu 2012 - 14:39
(Info utente | Invia il messaggio) http://www.laconteaincantata.net)
Non è bello, è molto di più...così di più che le parole non mi vengono. Un bacio alla nostra Guardiana, da me piccola oca :D

Re: Onenne, la Pretresse de Broceliande (Punti: 1)
da Danae 04 Giu 2012 - 00:36
(Info utente | Invia il messaggio) http://)
Finalmente ho terminato la lettura, e mi è parso davvero di sentire il battito d'ali che scosta il velo e la Luce di Onenne che splende attraverso di esso...
Mi sono sentita oca... *.*
Rebbina ha ragione, le parole non bastano...
Grazie per questo Ricordo....

Re: Onenne, la Pretresse de Broceliande (Punti: 1)
da Violet 12 Giu 2012 - 00:23
(Info utente | Invia il messaggio) http://www.tempiodellaninfa.net)
Grazie davvero... :))))
Aggiungo qui una cosa che nell’articolo non ho messo perché era troppo banale per essere inserita.
Nell’unica altra ricerca italiana su Onenne, presente in rete, pubblicata un annetto fa circa su un altro sito da un'altra persona, e basata sui nostri primi appunti, si parte da un presupposto probabilmente del tutto sbagliato, ovvero da una misteriosa epigrafe incisa su una pietra tombale, presumibilmente ritrovata a Broceliande, la quale direbbe:

“Odenna Asantassi. Fille d'Isendil et de Luinilië d'Armillia.
Prêtresse dévouée au culte de Sillia. Sans descendance ni attache autre que son temple.”

Ovvero:

“Odenna Asantassi. Figlia di Isendil e di Luinilië di Armillia.
Sacerdotessa devota al culto di Sillia. Senza discendenza né legame altro che il suo tempio.”

Questa Odenna è sempre stata definita come “l’ultima sacerdotessa di Avalon”, rappresentante di un culto avaloniano di matrice bretone.
Ebbene, in anni e anni di ricerche non si è mai trovato nulla su questa Odenna, che poi si è pensato erroneamente fosse la stessa Onenne di Bretagna.
Il motivo per cui non si è mai trovato nulla è che Odenna Asantassi molto probabilmente non esiste né è mai esistita… così come senza dubbio non esiste Sillia, la divinità a cui lei era votata.
Questo è emerso perché la famiglia Asantassi, e in particolare Isendil Asantassi non è una figura storica o realmente esistita, né tantomeno il padre di una sacerdotessa di Avalon ma… il personaggio di un gioco di ruolo francese (!!!) così come lo è la sua famiglia. Le uniche notizie esistenti sulla famiglia di Isendil Asantassi infatti provengono da questo GDR fantasy (chi fosse interessata a confrontare i link del gioco mi scriva in privato e glieli farò avere :))
Oserei dire che qui è stata presa una cantonata colossale… probabilmente la prima persona che ha parlato di questa Odenna, ne aveva letto da qualche parte e non ne aveva confermato la veridicità, che appunto pare proprio non esserci…
Si può solo dire che Odenna Asantassi, figlia di Isendil Asantassi, che per essere precisi fa parte della famiglia degli Elfi del GDR francese, e devota a Sillia, che non esiste, sia un personaggio inventato, MA probabilmente basato sulla reale Onenne/Onenna, che viveva proprio a Broceliande.
Poi ci si può sempre sbagliare, però ahimè questo è ciò che è risultato dalle ricerche, io ho solo riportato ciò che è stato trovato. Se si arriverà a scoprire altro, che confermi o neghi quanto qui detto, sarò felice di parlarvene…



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