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Fra queste pagine sono raccolti consigli, ricette, riti semplici e naturali dedicati al femminile, e speciali ricerche e racconti sull'antica Via delle Donne.

 

I Meli di Avalon




Gruppo di studio dedicato alla Tradizione Avaloniana e a Miti, Leggende, e Fiabe Celtici legati alla simbologia di Avalon.

 

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Il Ricordo delle Antenate
Martedì, 30 Agosto 2011 - 02:20 - 9007 Letture
I Meli di Avalon Raccontano le sapienti anziane dagli occhi ridenti, che vi è un tempo adatto ad ogni cosa, e non tutti i tempi sono buoni per le stesse cose. Ci sono tempi adatti ad ascoltare, a intuire e a imparare, tempi per cantare e raccontare, ci sono tempi buoni per seminare e per coltivare, tempi per raccogliere e conservare, per condividere e tramandare; e ci sono tempi per ricordare.

Il tempo del raccolto, quando il grano indora i campi mossi dal primo vento del cambiamento, quando il sole tramonta oltre le colline e sparge i suoi raggi d’ambra fra le spighe mature; quando il primo refolo freddo porta con sé il profumo di foglie secche e legna bruciata, e avvolgendoci per un brevissimo istante ci porta indietro, tanto indietro da farci ritrovare memorie che non possono appartenere a questa vita; questo è il Tempo del Ricordo.
Antichi volti femminili dai bei lineamenti prendono forma fra le radici delle vecchie querce, custodi di saggezze impronunciabili. Alte figure incappucciate sembrano muoversi lentamente nel sottile velo della foschia mattutina. Una barca trasparente solca le acque di un lago, si avvicina alla riva e poi scompare oltre un’onda… eppure lascia segni d’approdo sulla sabbia bagnata.
Sono le Antenate, che ritornano nei ricordi delle donne che vivono ancora. Antichissime ave che conoscevano i misteri del respiro e della morte, e pronunciavano le parole e i canti che aprono le porte segrete e tramandano il sapere delle origini. Nonne canute, tanto sagge quante erano le rughe che solcavano il loro volto, poiché in ogni ruga era impresso un insegnamento ricevuto. Madri dal sorriso gentile e figlie dagli occhi gioiosi, che a prescindere dalla discendenza di sangue sono legate da un sottilissimo eppure infrangibile filamento d’argento, che tutte accomuna, che tutte rende simili, e permette di Ricordare.
Il Ricordo delle Antenate non appartiene alla memoria di ciò che si ha appreso e vissuto qui e ora, ma è un ricordo che attraversa tutti i tempi e rimane impresso nella memoria dell’anima. Ovunque siamo, e in qualsiasi tempo abbiano vissuto loro, noi le ricordiamo, e il ricordo porta con sé un dolce e struggente amore senza inizio e senza fine che ci lega a loro.
Donne antiche che nel corso del loro cammino hanno impresso nella terra le impronte del loro passaggio, della loro esistenza, di ciò che dalle voci della natura avevano udito e compreso. Anime luminose che appartengono al passato, ma che percepiamo come fossero l’eco di un canto rimasta impigliata in un soffio d’aria pura, la nota di una melodia perduta appena suonata, che seppur conclusa, lascia traccia di sé nel vento che ci accarezza i capelli, e ci permette di Ricordare.
Le chiamiamo madri, le chiamiamo nonne e addirittura figlie, e forse un tempo è stato così. Non sappiamo i loro nomi, non sappiamo i loro volti, non sappiamo la loro voce. Ma le ricordiamo, e il ricordo è quanto di più prezioso possiamo conservare, trattenere e tramandare, poiché solo ricordando ritroviamo quel filamento d’argento che ci unisce a loro, e comprendiamo di essere la loro Discendenza.

In tempi perduti, le Antenate venivano sempre onorate dalle Donne viventi. Figure ammantate delle brume crepuscolari, indistinte tutte insieme, e tanto simili nel calar della sera da sembrare tutte uguali, accendevano pire di legna e nella luce danzante dei fuochi sacri pregavano per loro, cantavano i canti, pronunciavano le parole, tracciavano i segni. Piangevano le loro lacrime se il peso della nostalgia gravava sui loro cuori, ma poi a lungo sorridevano, scrutando nelle braci la visione di ciò che era stato, e che sempre sarebbe vissuto nella loro memoria. Gioivano di quella visione, e quando tutto finiva, sapevano che le Antiche erano accanto a loro. (1)
Nonne, madri e figlie, tutte unite insieme perché ogni donna era tale per le altre, e tutte erano sorelle. Sorelle che erano andate via per sempre, ma che non per questo erano perdute.
Così i fuochi accendevano la notte di tremolanti bagliori scarlatti, il fumo resinoso si innalzava verso le stelle, e le Donne contemplavano il ricordo.

***

Le antenate ci parlano, Kulìa, lo sai. Ci insegnano, ci guidano, ci proteggono. E sono venute prima di noi. (…)
Qualcuna sarà sempre l’antenata di qualcun’altra, finché ci saranno nascite. Quando io tornerò alla Dea non me ne sarò andata per sempre, continuerò ad esserci. E così è per tutte, per tutti. Tu potrai parlarmi. È un filo che non si può interrompere. Lo si può perdere ma lo si può ritrovare.”

(I racconti di Domani, Sara Morace, Prospettiva Edizioni, Roma, 2008, p. 42)

***


Lo spirito delle Antenate

Nelle antiche tradizioni europee e in particolare celtiche, le Grandi Antenate erano le Madri divine, le Matronae che sovente si trovano raffigurate come bassorilievi su steli votive mentre danzano tenendosi per mano, con le braccia intrecciate le une alle altre, le lunghe tuniche drappeggiate, le morbide acconciature e, spesso, d’aspetto talmente simile le une alle altre da sembrare tutte una sola. Come personificazioni della Terra generosa e fertile, esse sono le dispensatrici dell’abbondanza simboleggiata dai frutti succosi e dai cereali che spesso sono scolpiti accanto a loro, sono foriere dell’armonia e della gioia rappresentate dalla loro danza, dell’amore e della limpida sorellanza fra donne, e sono protettrici delle partorienti e del focolare domestico, associate al culto degli antenati famigliari. (2)
La loro venerazione era fra le più antiche e più diffuse, ed esse erano considerate anche le custodi delle leggi della natura e delle antiche armonie dei tempi passati. Erano le guardiane dei tumuli incantati, delle soglie liminali poste laddove i due mondi si incontrano, delle isole sacre nascoste oltre le nebbie del visibile. Erano le nove sorelle che la leggenda racconta vivessero nei divini frutteti oltremondani, e vegliavano il sacro Calderone dal fuoco sempre acceso, simbolo delle vie iniziatiche e dei Misteri femminili.
Ma la loro magica presenza si rifletteva anche in quelle donne che erano riuscite a ricongiungersi con loro e ne erano divenute espressioni viventi, portando nel mondo la loro saggezza e dando voce alle loro parole.
Le Antenate, infatti, erano e sono tuttora le Madri Divine, ma anche tutte le loro figlie vissute, e forse ancora viventi, sulla terra. E “tutte sono Sorelle nella Dea, tutte sono Figlie di Modron”. (3)

Ma se lasciamo libera la voce del cuore, se pensiamo a loro e proviamo a ricordarle, attingendo alla nostra interiorità, chi sono ai nostri occhi le Antenate?
Le Antenate sono coloro che sono venute prima di noi e hanno tracciato, percorso e ripercorso gli antichi sentieri della conoscenza femminile, onorando la Natura come sacra espressione della Madre divina, celebrando i suoi riti sacri e diventando depositarie della sua luminosa verità. (4)
Sono le vecchie e giovani donne che vivevano a contatto sia esteriore che interiore con essa, semplici e spontanee come lo è lei, belle e armoniose come lei insegna ad essere alle sue figlie. E loro lo sono state, figlie di Madre Natura e della candida Luna che guarda amorevolmente la terra e diffonde tutt’intorno la sua luce benedetta.
Loro sono i nostri pilastri ancestrali, e si fondono con la Dea, l’Antenata primigenia, la Grande Antenata. Poiché tutte le Donne Antiche che hanno vissuto nel suo sogno, seguendo i suoi moti, sono divenute lei stessa.
E così la Dea è la Terra, la natura, il canto profondo, ogni elemento, ogni matrice, ed è le Antenate.
Sentire loro è come sentire lei, perché loro sono il suo riflesso, la sua essenza resa tangibile nel mondo tramite i loro corpi, le loro azioni, i loro manufatti, le loro pitture, talvolta le loro parole.

Le Antenate sono coloro che non ci sono più, ma che ci hanno lasciato qualcosa.
Nostro è il compito di Raccogliere ciò che loro ci hanno lasciato per farlo rivivere in noi e, dove possibile, portarlo nel mondo.
Loro sono il fuoco sacro del nostro ventre, che dobbiamo proteggere, conservare, alimentare e spargere a nostra volta nel mondo.
Sono lacrime di commozione che scendono piano sulle guance e, come l'acqua fertilizza i campi, esse fertilizzano il nostro cuore e ci aprono a Loro.
Il modo migliore che abbiamo per onorarle, e per onorare la Dea, è cercare il più possibile di agire come loro avrebbero agito, anche se le condizioni della società moderna cercano in ogni modo di impedircelo. Dobbiamo trovare le nostre armi all’interno di noi stesse e combattere contro il nostro ego, contro ciò che il mondo moderno vuole che diventiamo. Ed è una lotta dura, ma è lo scopo della vita. E riempie di gioia.

Le Antenate sono le vecchie, nascoste, nodose radici che danno forza e stabilità a tutto l’albero, e che sottoterra, invisibili, consentono il passaggio della vita fino all’ultima giovanissima foglia.
Ricordarle è riconoscere da dove veniamo, comprendere dove siamo e scrutare dove andremo, disegnando sui loro passi una scia che sia visibile a coloro che, dopo di noi, si incammineranno per lo stesso sentiero.
Loro sono un continuo richiamo ad una vita vera, che è fatta di cose buone e non buone, di luce e di buio, di ciò che è bello e di ciò che è brutto. E in questo sono le guide verso l'equilibrio.
Sono coloro che ritrovarono la propria vera e pura essenza lungo la Via che conduce alla Madre. Quella stradina incantata, sempre uguale eppur sempre diversa, che già molte volte fu battuta dai piedi delle innumerevoli Donne che cercarono di giungere di nuovo a Casa… e vi riuscirono, lasciando orme che sono rimaste impresse nella terra.
Orme che sono incoraggiamento e insegnamento, consiglio e aiuto per chi quella stessa strada di nuovo vorrà seguire e ripercorrere. Orme che sono stelle lucenti che indicano la giusta direzione.
Semi luminosi che possiamo raccogliere, piantare, innaffiare, nutrire, curare e difendere dalle erbacce, cosi che possano germogliare donandoci Fiori profumati e dolci Frutti, dai quali potremo trarre nuovi semi. E questi semi ci daranno, un giorno, Fiori ancora più profumati e Frutti ancora più dolci.

Le Antenate sono le nostre ave Primordiali, ma i loro volti si fondono con quelli delle donne a noi più vicine. Le nostre madri e le madri delle nostre madri, e tutte le donne che anche inconsciamente scegliamo come punti di riferimento, sono coloro che trasmettono la Memoria.
La Memoria delle Storie, di come si crea, si ama, si tramanda.
Quello delle Antenate è un archetipo, un volto in cui confluiscono tutte coloro che Insegnano qualcosa, e che conservano anche una sola scintilla di Memoria.
Una Memoria antichissima che giunge a noi viaggiando attraverso il tempo, e che noi raccogliamo in noi stesse istintivamente, perché sappiamo che ci appartiene.
Le Antenate sono coloro che trasmettono la saggezza così come gli alberi spargono i loro semi e li affidano ai venti. E tutti i nuovi virgulti, le nuove foglie, i nuovi semi, mormoreranno la stessa melodia di quelli antichi. Così noi, ascoltandoli, sapremo che dovremo fare lo stesso, perché “anche nel nuovo c’è ciò di cui c’è bisogno per compiere l’Antico”. (5)
E quando avremo imparato a mormorare le antiche melodie delle nostre Antenate, il filamento sarà infine ritrovato, il tempo non sarà mai trascorso, e noi prenderemo di nuovo le loro mani fra le nostre, ristabilendo l’eterno cerchio della danza delle Donne.

Le Antenate, infine, sono la chiave che apre le porte verso il sacro, perché loro, con il loro esempio, con la loro vita, ci mostrano la Via.
Ci insegnano a Raccogliere le memorie perdute, e a Conservarle per coloro che verranno.
Ci insegnano a Ricordare e a riappropriarci dei nostri stessi Ricordi.
Perché le Antenate sono le nostre ossa, le nostre radici. E ritrovare loro è come ritrovare noi stesse.

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Re: Il Ricordo delle Antenate (Punti: 1)
da Danae 30 Ago 2011 - 14:11
(Info utente | Invia il messaggio) http://)
Il Canto Luminoso a più voci. Ricordare la Antenate significa davvero Sentirle...
Grazie stelline tutte!

Re: Il Ricordo delle Antenate (Punti: 1)
da Misaela 31 Ago 2011 - 14:08
(Info utente | Invia il messaggio) http://)
Veramente magico...chiudi gli occhi e per un istante non sono più sola ma circondata da Anime antiche!

Re: Il Ricordo delle Antenate (Punti: 1)
da LaZiaArtemisia 01 Set 2011 - 22:42
(Info utente | Invia il messaggio) http://laziaartemisia.blogspot.com/)
Che bello, creature sotto i Meli! Avevo seguito le vostre voci durante il lavoro, ma rileggere e approfondire lo studio delle nostre Donne in questo articolo mi ha davvero emozionata.
E' un unico, stupendo, pensiero profondo e sussurrato.. un vero, autentico attimo di magia e di riflessioni.
Grazie!
la Zia Artemisia

Re: Il Ricordo delle Antenate (Punti: 1)
da Acqua 07 Set 2011 - 13:30
(Info utente | Invia il messaggio)
E' nelle ossa... e nel sangue, nella ragnatela tessuta di generazione in generazione.. Grazie per aver rinnovato il ricordo..
E' bellissimo :-*

Re: Il Ricordo delle Antenate (Punti: 1)
da Elke 19 Dic 2011 - 00:37
(Info utente | Invia il messaggio) http://danzanelbosco.splinder.com)
Solo ora leggo questo testo. Complimenti davvero a tutte le ragazze che hanno partecipato, e grazie, da vera speranza.



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