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Il Tempio della Ninfa

Tasso
Giovedì, 25 Gennaio 2007 - 03:04 - 9584 Letture
Erbario TASSO
Taxus baccata

Antico inglese: iw, eow; Anglosassone: ich, ioh; Teutonico: ivo; Bretone: iuin; Gallese: ywen; Gaelico scozzese: iubhar; Gaelico: iùr; Antico irlandese: idhadh





Riconoscimento e proprietà terapeutiche

Il tasso appartiene alla famiglia delle tassacee ed è l’unica conifera che contiene un principio tossico assolutamente letale.
Si presenta come un albero possente, per via dei fusti multipli che a volte creano delle cavità molto ampie che possono anche contenere un uomo o più di uno, ma la sua altezza non è molto elevata. La sua forma è tondeggiante o irregolare e il terreno su cui cresce è ricco di calcare.
Il tasso ama molto l’ombra; il suo grande fusto è di colore bruno-rossiccio, mentre le foglie, aghiformi, sono morbide e flessibili, di colore verde scuro nella pagina superiore e grigio chiaro in quella inferiore. Nella parte alta della pianta, inoltre, le foglie conservano il loro colore scuro, mentre in quella bassa assumono una colorazione verde-giallastra.
I suoi frutti sono formati da un seme duro e verde circondato da un arillo che in autunno diventa rosso scarlatto, e che è l’unica parte non velenosa della pianta. A differenza del seme che si trova al centro del frutto (che è letale in piccolissime dosi), infatti, la polpa del frutto è commestibile ed ha un buon sapore dolce.
La specie del tasso, a differenza della maggior parte delle altre piante ermafrodite, si differenzia per alberi femmina e alberi maschio, nonostante esistano anche esemplari che contengono entrambi i sessi. Il riconoscimento del genere maschile o femminile può essere effettuato osservando le infiorescenze della pianta. Quelle maschili hanno una forma compatta e globulare, mentre quelle femminili sono formate da piccoli fiorellini verdi che si allargano dopo l’impollinazione. Entrambi i tipi di fiori crescono all’ascella della foglia, ovvero alla sua attaccatura.
Il tasso è una delle creature viventi più longeve. Secondo alcune ricerche, infatti, la specie del tasso può raggiungere i 12000 anni di età, e non è escluso che possa procedere anche oltre questo arco di tempo, continuando a vivere.

Data l’alta tossicità della pianta, il suo uso terapeutico non è contemplato dalla moderna fitoterapia.
La parte più velenosa dell’albero sono le foglie, che raggiungono il massimo livello di tossicità in autunno e inverno. Il veleno è attribuito ad un’alcaloide contenuto nella foglia e chiamato tassina, che agisce come anestetico-narcotico, conducendo all’asfissia e alla paralisi cardiaca.
I semi, anch’essi letali, provocano un senso di vertigine con disturbi visivi, dilatazione delle pupille e comparsa di lividi sulla pelle; in seguito ad uno stato di eccitazione sovviene un senso di depressione acuta accompagnata da difficoltà respiratorie e rallentamento del battito cardiaco che conduce, il più delle volte, alla morte.
Si tratta di uno dei più forti veleni esistenti in natura e in minime dosi può provocare una morte istantanea agendo apparentemente solo sul sistema nervoso.
Nonostante l’alta tossicità, in dosi infinitesimali può curare bronchiti e dolori muscolari, oltre che aiutare la funzionalità della vescica intorpidita. È chiaro però che tali disturbi possono essere curati altrettanto bene con altre piante che non comportano il rischio di avvelenamento letale.
Da certi studi è stato scoperto un principio presente nella corteccia del tasso, il tassolo, che sembrerebbe agire contro il cancro delle ovaie, del seno, dei polmoni e del colon. L’uso di tale sostanza però comporterebbe l’abbattimento di 6 alberi all’anno, una perdita davvero grande se si considerano l’antichità e le infinite memorie che tali sacre creature conservano in loro stesse.


Ricette

Fumigazioni per allontanare gli insetti: bruciare su un carboncino un pizzico di foglie di tasso essiccate e triturate.


Miti, tradizioni e usi magici

Sin dai tempi dei celti, in cui la morte non era vista come la fine definitiva della vita ma come una fase dell’esistenza e un momento di riposo tra un’incarnazione e l’altra, il tasso era considerato l’albero dei morti, degli spiriti e dell’immortalità della vita e veniva posto nelle vicinanze dei cimiteri, come simbolo del Passaggio e come “gentile custode dei morti”, come veniva definito in Galles.
La sua connessione con la morte era forse data principalmente dal potente veleno che nascondeva nelle sue foglie e nei suoi semi, oltre che dal suo colore cupo e dall’ombra in cui amava crescere, mentre la sua vicinanza con il segreto dell’Immortalità, era forse sussurrata dal suo essere un sempreverde e, in particolare, dalla sua notevole longevità. Non ci è dato sapere, però se tali analogie fossero nate semplicemente dall’osservazione e dall’esperienza della parte fisica e manifesta della pianta, o se provenissero da una conoscenza più profonda e astratta, ma non per questo meno veritiera.

Tra le popolazioni celtiche, il legno del tasso era utilizzato per confezionare degli ottimi archi da guerra e il succo ricavato dalla spremitura dei suoi semi, e distillato, era miscelato all’elleboro e all’artiglio del diavolo per creare una sostanza particolarmente velenosa, nella quale veniva intinta la punta delle frecce in battaglia.
Presente tra gli Ogham, il tasso era associato all’ultima lettera, Idho. Questa chiudeva il ciclo formato da tutte le altre e rappresentava la morte e il passaggio dalla vita appena passata a quella che ancora doveva iniziare, così come Beth, la prima lettera associata alla betulla, significava nascita e apertura di un nuovo ciclo.
Per queste simbologie e proprietà il tasso era considerato l’albero di Samhain e in tale festività il suo legno era bruciato per purificare e benedire il passaggio dalla fine dell’anno vecchio all’inizio di quello nuovo.
In Scozia i druidi usavano bastoni di tasso per segnare le tacche delle fasi lunari, mentre in altre zone il legno di questa pianta serviva sia come base su cui incidere gli Ogham sia come strumento di divinazione (chiamato “coelbreni” o “delle bacchette augurali”, veniva operato per mezzo di bastoncini segnati con caratteri oghamici che venivano lanciati a terra e poi interpretati).
Come simbolo della forza e del potere che scaturisce dalle viscere della Terra, il tasso era creduto in grado di guarire le fratture degli arti e di curare verruche e porri, che venivano punti con uno spillo che poi veniva piantato sulla corteccia dell’albero.
Anticamente le donne usavano l’olio essenziale di tasso per provocare l’aborto, ma la velenosità di questa sostanza portava spesso a gravissime lesioni renali e, a volte, alla morte della madre stessa.
In Irlanda il tasso era uno dei cinque alberi sacri ed era posto a nord della croce celtica, l’estremo dell’oscurità e dell’inverno, ovvero della morte intesa come momento di riposo della Natura e fase della vita stessa.
Tra i teutoni l’Albero della Vita non era il frassino, a differenza delle altre tradizioni, ma era il tasso. Il motivo di questa scelta era dato dalla sua incredibile longevità, simbolo della vita eterna. Gli era inoltre dedicata una runa -onore tributato solamente alla betulla- che era chiamata eiwaz ed era associata alla morte e alla rinascita, al contrario di berkana (la runa della betulla) che rappresentava la nascita e la Madre che nutre tutti i suoi figli (associazione simile a quella degli Ogham celtici).
Si pensa che la tradizione del tasso possa essere nata tra gli indoeuropei. In indiano il tasso viene chiamato “deodaru”, ovvero “albero divino” e il bindhi, il segno bruno posto sulla fronte ad indicare il terzo occhio e la Conoscenza superiore, era tracciato con una tintura ricavata dalla corteccia di questa pianta.
A Roma il tasso era sacro ad Ecate e le sue foglie cingevano la testa dei tori neri che a lei erano sacrificati, perché gli spiriti ne bevessero il sangue; ad Eleusi, invece, i sacerdoti si ponevano sul capo corone di foglie di tasso per rappresentare la morte e l’immortalità, e la Conoscenza che veniva da entrambe.
Quando giunse il Medioevo il tasso perse gradualmente le sue antiche associazioni alla vita e all’Immortalità e divenne l’oscuro e misterioso albero delle streghe, dei morti e delle eclissi di luna (o della luna nera). Si credeva che la dea lunare apparisse alle streghe sue seguaci, con torce di legno di tasso, come le Erinni della mitologia greca, che portavano torce simili per terrorizzare coloro che avevano scelto di perseguitare.
Nel Machbeth di Shakespeare si trovano le tre streghe intente a rimescolare una pozione diabolica nel calderone di Ecate e uno dei tanti ingredienti strani che buttano nella mistura magica è “un rametto di tasso reciso all’eclissi di luna”.
Sempre nel Medioevo, il tasso era l’albero degli amanti morti tragicamente. Si racconta, infatti, che alla loro morte, Tristano e Isotta, vennero seppelliti a due lati opposti della cappella e che i tassi che crescevano sulle loro tombe, uno su ognuna, fossero cresciuti e avessero intrecciato i propri rami.
Anche la storia di Deirdre e Naoise racconta qualcosa di simile. Si dice infatti che il re Conchobar, per separare i due amanti anche nella morte, li avesse trafitti con un palo di tasso, ma questi pali, col tempo, germogliarono e divennero due grandi alberi che intrecciarono i propri rami al di sopra della cattedrale di Armagh, a simboleggiare l’unione immortale dei due giovani.
In Bretagna si pensava che il tasso allungasse le proprie radici fin nella bocca di ogni cadavere seppellito nel cimitero circostante, ma al di là dell’apparenza macabra di questa credenza potrebbe celarsi un significato più particolare e profondo, che potrebbe far pensare alla voce della bruna terra, e di coloro che, nelle sue viscere, hanno trovato la saggezza perduta.

Leggendo od ascoltando le diverse tradizioni e leggende legate al mondo oltre la vita manifesta, ci si rende immediatamente conto di come, all’affermarsi della cristianità, e per svariati motivi più umani che spirituali, la morte perse il suo antico significato luminoso ed assunse forme più oscure e spaventose. Essa non era più una fase della vita dell’Anima, ma la fine dell’unica vita e il momento in cui Dio Padre avrebbe giudicato e agito di conseguenza, a seconda del comportamento del singolo individuo. Questo cambiamento investì anche le tradizioni legate al tasso. Se prima era considerato l’Albero della Vita Immortale, del riposo e del Passaggio, ora si vedeva tramutato semplicemente nell’albero dei morti, degli esseri oscuri (streghe, spiriti, …) e dei cimiteri.
Le antiche tradizioni però sono sotto ai nostri occhi ogni giorno e, al di là di queste, ci è possibile recarci ai piedi degli alberi e ascoltarne la voce dimenticata.
Ciò che rappresenta il tasso è qualcosa che trascende la mera morte.
Esso rappresenta i Misteri custoditi nel Silenzio. La Porta verso la Conoscenza che trascende la vita manifesta perché è parte stessa dell’Eternità.
Il Tasso è l’albero della morte come riposo, ma anche come Iniziazione. Non per altro era connesso alla Dea Ecate, corrispondente della Cerridwen celtica e anch’essa protettrice di un magico Calderone di trasformazione e saggezza.
Conoscere il Tasso significa conoscere ciò che si cela al di là della Porta, ciò che è contenuto nel centro del Calderone.
Dormire oppure meditare all’interno delle grandi cavità del tasso, come facevano anche alcuni santi cristiani irlandesi, che sceglievano questo luogo per pregare, significa abbandonarsi totalmente e concedersi a ciò che questa grande e antichissima pianta vuole insegnarci, ed accettare di percorrere il Passaggio tra un ciclo e l’altro, senza per forza smettere di respirare, dato che la morte si presenta a noi in infinite forme.
Ciò che ci insegna il tasso, unendo la morte (il veleno) con la vita (la longevità), e trascendendo entrambe, è soprattutto che non esiste discontinuità tra queste due fasi, ma che al contrario sono complementari l’una per altra e unite. Allo stesso modo noi dobbiamo imparare ad accettarle entrambe, a conoscerle e a trascenderle.

Ascoltare il tasso è ascoltare le saggezze dimenticate che, nel Silenzio della nostra mente, possono parlarci ancora.

Conoscere il tasso è come conoscere l’oceano, come essere trasportati dalle acque eterne della pace, sulle quali potrete galleggiare solo quando vi sarete arresi –lasciando andare ogni paura, non pretendendo più nulla da voi stessi, neppure la vostra vita. Nella vostra prima vera iniziazione al tasso incontrerete la morte. L’albero vi chiederà di rinunciare a tutto quello a cui in genere vi aggrappate, e di sacrificarlo sull’altare dell’amore”*

…mostrami il sentiero
Dove le anime e le stelle avanzano.
Colonna di sapiente silenzio,
che si ancora ai regni del tempo,
tu dai mistica morte ai vivi
e porti la vita ai morti.

*Fred Hageneder


Magia del Tasso


Fonti:

Lo spirito degli alberi” , Fred Hageneder, Ed. Crisalide
Il Vischio e la Quercia”, Riccardo Taraglio, Ed. L’Età dell’Acquario
Le erbe officinali, antica medicina dei celti”, Plinio il Vecchio, Diancecht, Ed. Keltia
Segreti e Virtù delle piante medicinali”, Selezione dal Riders Digest
Florario”, Alfredo Cattabiani, Ed. Oscar Saggi Mondadori
Il grande libro delle piante magiche”, Laura Rangoni, Ed. Xenia
Erbe”, Lesley Bremness
La Dea Bianca”, Robert Graves
Simboli”, Le Garzantine


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Re: Tasso (Punti: 1)
da Rebecka 03 Feb 2007 - 22:19
(Info utente | Invia il messaggio)

Avevi ragione Violet e leggendo l'articolo, anch'io capisco solo ora le sensazioni provate sotto il Grande Albero. La sensazione di abbandono a qualcosa che non ha nome o volto, a qualcosa di così grande che tutto avvolge, anche i pensieri più segreti.
Grazie di renderci "parte viva" di questi bei articoli.
Un abbraccio


Re: Tasso (Punti: 1)
da Amarillis 18 Feb 2007 - 22:21
(Info utente | Invia il messaggio)
Grazie

Re: Tasso (Punti: 1)
da Danae 31 Ott 2009 - 00:34
(Info utente | Invia il messaggio)
Chi immaginava che vita e morte fossero racchiuse nello stesso albero?!
..grazie per questa lettura Violoetta, adatta a questo giorno e in ogni giorno dell'Anno :)
Ps: mia madre usa l'artiglio del diavolo per i dolori alle ossa ;p

Re: Tasso (Punti: 1)
da @lterfritz 24 Nov 2009 - 20:54
(Info utente | Invia il messaggio)
In un brano musicale dei sol invictus ho trovato questo verso:

"we will wait beneath the yew together"

possibile che yew sia il tasso ? (ovviamente inteso come albero e non come bestiola??




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