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Per virtù d'erbe e d'incanti
di Erika Maderna

 

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Il Tempio della Ninfa

La Vecchina degli Animali
Giovedì, 09 Agosto 2012 - 05:00 - 6425 Letture
Racconti C’era una volta in un tempo lontano, una fanciulla che era bella come i raggi della luna, dolce come il miele e buona come il pane.
La cara fanciulla non voleva proprio accontentarsi di vivere una vita normale e soprattutto non si sentiva attratta da tutte quelle cose che invece erano più amate, cercate e desiderate dalle fanciulle come lei.
Così trascorreva intere giornate a camminare da sola per le vie del suo antico borgo, cercando ciò che non avrebbe saputo descrivere, e desiderando ciò di cui non conosceva l’esistenza.



Un bel giorno, mentre passeggiava per il sentiero di un bosco antico nel quale non aveva mai osato avventurarsi, intravide oltre una macchia di noccioli una donna molto vecchia, tanto vecchia che la pelle delle guance le calava fino al mento, e i capelli, raccolti in una morbida crocchia in cima alla testa, erano più bianchi della neve d’inverno.
La Vecchina era china sopra un prato verdissimo e raccoglieva le gemme balsamiche cadute dai rami di un grande pino che cresceva poco distante, riponendole una per una nella sua gerla.
La fanciulla la osservava e avrebbe voluto parlarle, ma la timidezza glielo impediva. Così le si avvicinò in silenzio, e intanto si chiedeva come una donnina così vecchia potesse portare un peso così grande sulle sue povere spalle senza lamentarsi… eppure la Nonnina riempiva sempre di più il suo cesto, e si muoveva come se questo non contenesse altro che una manciata di piume.
Dopo qualche tempo, la Vecchina diede segno d’essersi accorta della presenza della ragazza, e sollevando la testa la guardò con una dolce espressione amorevole dipinta sul visetto rugoso, e le offrì un gioioso sorriso sdentato.
La fanciulla non poté che ricambiare quel sorriso, anche perché l’espressione della Vecchina le metteva addosso un’irresistibile voglia di ridere e la faceva sentire leggera, così leggera che le pareva di volar via. Così, sempre sorridendo, chiese alla Donnina se le servisse un poco di aiuto, dato che era così vecchia e la gerla sembrava così pesante…
Ma la vecchina rispose:
“Mia bella fanciulla, sei davvero gentile a offrirmi il tuo aiuto, ma sai, per me non è una fatica portare questo cesto, perché qualsiasi peso, per quanto gravoso possa essere, è quasi impercettibile se Colei che lo porta ha gambe buone per camminare, occhi buoni per vedere e cuore aperto per riconoscere la Via che porta a Casa.”
Detto questo si alzò, sistemò la sua grande gerla sulla schiena e aggiunse:
“Perché non vieni a trovarmi nella mia umile casetta? Stavo giusto pensando di preparare una buona tazza di tè e ho messo da parte una bella fetta di torta ai lamponi, che se non sbaglio è la tua preferita…”. Ammiccò e scoppiò in una risata cristallina che risuonò in tutto il bosco, come se ogni foglia, ogni uccellino e ogni soffio di vento ridesse insieme a lei.
La fanciulla non capiva come la donnina potesse sapere che quella torta era davvero la sua preferita, ma senza pensarci troppo accettò con gioia il grazioso invito e s’incamminò di buona lena.
Seguendo la Nonnina si sentiva così felice come non era mai stata, ma soprattutto notava che il sentiero che stavano percorrendo, ben lungi dall’essere semplice e rettilineo come sarebbe stata qualsiasi via pubblica alla quale era abituata, procedeva in piccoli cerchi nascosti fra l’erba e le foglie, si snodava in spirali e serpentine, e per tre volte girava intorno a un bellissimo sambuco fiorito…
Fu così che, dopo qualche tempo le due si trovarono in una radura incantevole, al limitare della quale sorgeva una deliziosa casina di pietra antica, piena di fiori ai davanzali e circondata da profumatissimi meli in fiore.
La vecchina notò lo sguardo incantato della Fanciulla e, parlando a bassa voce come se stesse per svelarle un grande segreto, le disse:
“Non tutte le Strade portano allo stesso luogo… a volte un'unica Strada può condurre in luoghi molto diversi, sai? E lo stesso luogo può assumere aspetti differenti a seconda della Strada che si ha percorso per raggiungerlo.”
Poi, rendendosi conto che la fanciulla faticava a comprendere le sue parole, la nonnina aggiunse con un sorriso:
“Se tu fossi giunta in questa radura percorrendo una strada battuta simile a quelle che percorrono tutti, non avresti trovato nulla… ma mi hai seguita e hai percorso una strada che molti riterrebbero folle, strana e illogica, poiché più volte sembrava che non facesse altro che farti girare in cerchio senza portarti a nulla… Eppure questo era l’unico modo per giungere qui e trovare la mia piccola dimora, nella quale forse troverai ciò che stai Cercando da tanto tempo.”
Detto questo, trotterellò oltre la radura, e in men che non si dica aveva raggiunto la soglia della casetta. Depose la gerla piena di profumatissime gemme di pino, poi allungò la mano alla fanciulla e la tirò dolcemente dietro di sé.
L’interno della piccola dimora era ancora più bello di quanto la fanciulla potesse immaginare. Ogni mobile era intagliato in modo perfetto e mostrava sculture e rilievi di animali di tutte le specie. C'erano volpi, tassi, civette, uccellini di ogni tipo, serpenti, gatti, cani, pecore, capre, lontre, scoiattoli, lumachine e addirittura diversi tipi di pesci. C’era poi un grande camino di pietra, nel quale bolliva, appesa a un gancio di ferro, una teiera di rame piena d’acqua.
La vecchina fece sedere la fanciulla sul morbido divano, proprio davanti al caminetto, e lasciò che si guardasse intorno senza disturbarla. Anche sulle mensole di legno grezzo, in mezzo a file di libri che parevano antichi come il tempo, occhieggiavano tanti animaletti di terracotta, che per quanto modellati in forme non troppo particolareggiate e alquanto primitive, sembravano vivi, come se da un momento all’altro potessero muoversi, saltare giù dai ripiani e correre per la casina, investendola di tanti versetti diversi e della loro allegria. Sì, perché era proprio come se fossero modellati nella Gioia.
Mentre la fanciulla era assorta in questi vivaci pensieri, la Vecchina versò il thè in due tazze e tagliò due belle fette di torta per sé e per la sua bella ospite.
Porse il piattino alla fanciulla e si divertì a guardarla mentre sbocconcellava il delizioso dolce con la felicità di una bimba dipinta negli occhi.
Dopo alcuni istanti la giovane ebbe finalmente il coraggio di dire:
“Nonnina, la tua casina sembra davvero magica ed è come se fosse viva! E poi tutti questi animali sembrano veri e pare che da un momento all’altro possano saltar giù dalle mensole e correre e giocare come fanno quelli che abitano nel bosco!”
La vecchina sorrise ancora e disse:
“Chi lo sa, bambina… forse lo sono davvero…! Ricordati che a volte ciò che sembra reale non lo è affatto, e ciò che sembra non poter essere reale è molto più vero della realtà…”
La fanciulla comprese, e le piacque pensare che gli animaletti fossero vivi, come avrebbe fatto da bambina…
La vecchina allora disse: “Ti piacerebbe vedere il tuo vero volto? E’ un privilegio che solo a poche fanciulle Fortunate viene concesso… Però stai attenta, ciò che potresti vedere non è ciò che ti aspetti di vedere… eppure è ciò che Cerchi da sempre, ed è il motivo per cui sei qui con me, ora.”
La fanciulla annuì con il cuore pieno di speranza, e la Vecchina, dopo averle sorriso amorevolmente, raggiunse una piccola teca posta accanto al camino e, aprendo le antine, prese uno strano oggetto avvolto in un panno rosso. Quindi tornò a sedersi accanto alla ragazza e, aprendo il morbido involucro, le porse uno splendido specchio dal manico intagliato, dalla cui superficie emanava un sottile alone di luce dorata.
“Guarda nello specchio, bambina mia…”, le disse, “non avere paura…”
La fanciulla, un po’ intimorita, prese lo specchio, e intanto pensava:
“…e se ciò che vedrò sarà qualcosa di brutto? E se non vedrò nulla di ciò che la Vecchina dice che dovrei vedere? E se non troverò ciò che sto Cercando…?” E quasi non aveva il coraggio di alzare gli occhi…
Durante quei lunghi istanti però la Vecchina rimase in silenzio. Sapeva che ogni cosa ha il suo tempo e che mettere fretta, o costringere, non solo non sarebbe servito a niente, ma non avrebbe fatto apparire nulla sullo specchio, dato che ciò che va visto si mostra solo quando chi guarda lo fa spontaneamente.
Così la Vecchina attese e attese, e intanto sorrideva mentre pregustava il momento in cui la Fanciulla avrebbe alzato lo sguardo, poiché già sapeva cosa lei avrebbe visto.
Finalmente la giovane prese coraggio, e senza più pensare a nulla aprì il cuore e guardò nello specchio…
Fu allora che l’anima le si colmò di felicità, perché per la prima volta stava Riconoscendo se stessa.
Ciò che lo specchio mostrava, al centro di un boschetto di conifere pieno di profumate gemme di pino, era il muso dolcissimo e regale di una giovane Daina dal manto bruno rossiccio, con gli occhi languidi e tante lucine dorate che le brillavano sul pelo.
La fanciulla aveva le lacrime agli occhi, e anche la Daina nello specchio aveva le lacrime agli occhi, poiché l’una e l’altra erano la stessa cosa.
Poi, dopo alcuni istanti, l’animale che appariva nello specchio iniziò a perdere i suoi contorni definiti, le lucine che gli si muovevano intorno crebbero d’intensità, e il muso fulvo riprese i lineamenti dolci e belli della fanciulla, che ora si sentiva leggera, piena e completa.
Ella non era più solo la fanciulla che era giunta alla casina poco tempo prima, ma era anche Donna Daino, e come tale percepiva l’armonia della Natura che le viveva dentro, come una fiamma magica che le donava consapevolezza, libertà e un meraviglioso senso di pace.
Quando distolse lo sguardo dallo specchio vide che la Nonnina la guardava commossa, e le due si abbracciarono strette, come se si fossero conosciute da sempre.
La Vecchina porse allora alla fanciulla una piccolissima ampolla e le chiese di donarle tre lacrime scaturite dal Pianto della Felicità Perfetta, poiché erano il magico distillato della luce e della vita, e le avrebbe custodite come il tesoro più prezioso.
La fanciulla lasciò cadere le tre lacrime nell’ampollina e le donò a Colei che le aveva permesso di ritrovare se stessa, ovvero tutto ciò che aveva sempre Cercato.
La vecchina prese quindi un pezzetto di morbida argilla, vi versò le gocce luminose, e con le dita raggrinzite, ma svelte e abili, modellò una giovane e splendida daina.
Allora la fanciulla capì che tutti gli animaletti presenti nella casina, intagliati nel legno o scolpiti nell’argilla, non erano altro che magici e vivi ritratti di tutte le giovinette e i giovinetti che la Vecchina aveva aiutato a Riconoscersi, e che tre piccole gocce del loro spirito avrebbero continuato a vivere per sempre insieme a lei, nella sua casina al limitare della radura.

La Vecchina degli Animali pose la giovane daina d’argilla sul camino per farla asciugare, e con un ultimo, grande sorriso, salutò la fanciulla, abbracciandola come una madre farebbe con la propria beneamata figlioletta.
“Ricordati sempre”, le disse infine, “ciò che sei veramente, e se mai ti dovesse capitare di dimenticarlo, non smettere mai di Cercarti ancora…
Perché chi per la giusta Via cammina, arriva… e chi Cerca, Trova.”

La fanciulla la ringraziò con tutto il cuore, e nel percorrere la strada che la riportava alla sua vita normale sentì che le sue gambe erano davvero buone per camminare, che i suoi occhi erano buoni per vedere, e che qualsiasi peso avrebbe dovuto portare le sarebbe parso leggero quanto una manciata di piume… perché non avrebbe mai e poi mai dimenticato la Via che porta a Casa.


***

Immagine: Deer, di Ulvehunden


Testo scritto da Violet. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso scritto dell'autrice e senza citare la fonte.


La Vecchina degli Animali | Login/crea un profilo | 6 Commenti
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Re: La Vecchina degli Animali (Punti: 1)
da fairymoon 09 Ago 2012 - 11:59
(Info utente | Invia il messaggio) http://ladimoradellasignoradelbosco.blogspot.com/)
Sono senza fiato per la Gioia, quella vera, quieta e impetuosa al tempo stesso.... dirti che questa fiaba è stupenda mi pare riduttivo... è così bella e ricca di significati e di vera magia che mi sembra di percepirla nel cuore e nel sangue... questa sera la leggerò alle mie bambine, questo è proprio l'augurio che vorrei fare loro... grazie Violet!

Re: La Vecchina degli Animali (Punti: 1)
da Acqua 09 Ago 2012 - 13:21
(Info utente | Invia il messaggio)
Che meraviglia Vio, hai creato una Storia da tutto ciò che giace in fondo al cuore di noi tutte... E' una di quelle storie da raccontare ai bambini e penso che lo farò... La donerò ai bimbi e girerà per il mondo ogni volta che verrà raccontata :* Grazie!

Re: La Vecchina degli Animali (Punti: 1)
da Danae 09 Ago 2012 - 15:42
(Info utente | Invia il messaggio) http://)
Sembra che tu l'abbia scritta nel tempo, raccogliendo lungo la via ogni piccolo pezzettino luminoso... piccole perle dorate raccolte in una profonda consapevolezza... forse proprio quella di custodire una piccola casetta nel cuore... *.*
Forse è la fiaba più bella, anzi, non la più bella... ma una sorta di cerchio completo :))
Grazie immensamente... ti dico anch'io che verrà tramandata perché mi piace... e parecchio!!

Re: La Vecchina degli Animali (Punti: 1)
da Rebecka 09 Ago 2012 - 16:57
(Info utente | Invia il messaggio) http://www.laconteaincantata.net)
'Felicità perfetta', due parole che riassumono ciò che è la tua Fiaba. La stamperò e la racconterò a Viv quando sarà un poco più grandicella.

Re: La Vecchina degli Animali (Punti: 1)
da mausci 10 Ago 2012 - 02:09
(Info utente | Invia il messaggio) http://comemistermagoo.blogspot.com)
stampata e portata a casa..stasera la leggo a Lucia ;)
sei fantastica violetta :)

Re: La Vecchina degli Animali (Punti: 1)
da Alessandro 11 Feb 2013 - 05:10
(Info utente | Invia il messaggio) http://creviceweeds.over-blog.net)
Oggi, è stato scritto, le fiabe si studiano nel modo più vero soltanto raccontando fiabe. Nei tempi arcaici si riceveva in dono l’ispirazione poetica con un viaggio oltremondano. I vecchi narratori irlandesi, custodi delle antiche tradizioni, ricordavano che allora la magia esisteva, era sentita. Tuttora le immagini poetiche vere e genuine provengono ancora in qualche modo dall’Oltremondo, affiorano dalle profondità interiori che bisogna attraversare per intravederle, e rarissime narratrici sentono la magia e il fiabesco, ritrovano le immagini arcaiche, sanno comprenderle con amore e con reverenza, sanno tramandarle attraverso il canto e la parola con la bellezza luminosa e la semplicità incantevole e profonda che sono loro proprie. È un dono prezioso che hai ricevuto e di cui condividi i frutti d’argento, Violetta. Grazie! *.*



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