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La Porta del Tempio |
Se dalla Porticina vuoi passare, il tuo abito dovrai abbandonare e molto piccola dovrai diventare...
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Penna di Strega |
Diario nato per raccogliere brani ispirati, riflessioni, ricerche e appunti di folklore, mitologia, storia ed etimologia incentrati sulla figura della strega e la via della strega interiore.
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I Meli di Avalon |
Compendio nato dagli studi del cerchio I Meli di Avalon, dedicato alla Tradizione Avaloniana e a miti, leggende, e fiabe celtiche legate alla simbologia di Avalon.
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Il Libro del Mese |
Streghe e pagane di Max Dashu
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Il
Tempio della Ninfa |
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Il Ricordo delle Antenate |
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Martedì, 30 Agosto 2011 - 02:20 - 10473 Letture |
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Raccontano le sapienti anziane dagli occhi ridenti, che vi è un tempo adatto ad ogni cosa, e non tutti i tempi sono buoni per le stesse cose. Ci sono tempi adatti ad ascoltare, a intuire e a imparare, tempi per cantare e raccontare, ci sono tempi buoni per seminare e per coltivare, tempi per raccogliere e conservare, per condividere e tramandare; e ci sono tempi per ricordare.
Le Antenate e il Raccolto
Ci si potrebbe chiedere come mai le nostre Ave siano commemorate in particolar modo durante il raccolto, e le risposte possono essere diverse.
In questo periodo nelle antiche culture si onorava la terra nel suo aspetto di Madre Generosa e Fruttifera, prospera di dolci frutti, di ortaggi e cereali, e benevola protettrice dei campi e dei frutteti.
Secondo la mitologia celtica il Dio solare Lugh aveva istituito una festa proprio all’inizio del raccolto per celebrare il ricordo della sua madre adottiva Tailtiu, che morì dopo aver faticato duramente per preparare le sconfinate pianure irlandesi all’agricoltura.
La festa del raccolto era dunque la festa delle madri e delle antenate, poiché ogni madre era nata da altre madri, che a loro volta erano figlie generate da madri più antiche, e tutte quante avevano preservato le divine armonie e avevano contribuito al passaggio della conoscenza e della tradizione.
Inoltre questo era anche il momento in cui, secondo alcuni miti celtici e mediterranei, la Madre divina e sua Figlia si separavano con grande rammarico di entrambe, poiché una rimaneva a vegliare sulla terra, mentre l’altra scendeva nel mondo sotterraneo. E nella lontananza, la Madre commemorava la Figlia, e la Figlia commemorava la Madre, ciclicamente separate eppure destinate a riunirsi sempre.
Anche per questo il periodo del raccolto era associato al ricordo di coloro dalle quali ci si era separati, ovvero ai profondi legami di discendenza che attraverso il tempo e lo spazio uniscono tutte le donne del passato, del presente e del futuro.
Ma forse esiste un motivo ancora più profondo che lega questo momento del ciclo annuale alle Antenate.
Nel raccolto noi cogliamo il frutto di ciò che abbiamo seminato, e quel frutto nasce da semi precedenti, i quali, procedendo a ritroso nel tempo, altro non sono che il frutto di altre semine e raccolti ancora precedenti e sempre più antichi. Cogliendo il frutto della nostra semina noi cogliamo la conoscenza dei semi del passato, poiché il Frutto è la testimonianza del perpetuarsi delle Semine, che sono legate all’origine stessa dei Semi primitivi.
E nel momento in cui, alla fine del ciclo iniziato da un seme, ritorniamo al seme nuovamente, il cerchio si chiude e noi ci riuniamo al principio. Ci riuniamo all’origine stessa da cui ha avuto inizio la trasmissione dell’essenza delle sementi più remote.
Nella natura stessa del raccolto vi è dunque la saggezza di coloro che sono venute prima, delle loro semine e dei loro raccolti che risalgono a tempi immemorabili. E la stessa cosa accade anche dentro di noi, poiché agendo nello stesso modo e raccogliendoci in noi stessi ritroviamo quella semenza profonda che credevamo perduta, ma che le buone ave hanno lasciato nelle nostre fertili terre interiori, perché la coltivassimo, la facessimo germinare e di nuovo fruttificare.
E quando raccogliamo i nostri frutti raccogliamo anche parte di loro stesse, della loro energia, della loro forza vitale e dei loro insegnamenti, che potremo – e dovremo – a nostra volta diffondere intorno a noi per coloro che verranno.
Cogliendo i semi di ciò che è stato, infatti, teniamo fra le mani, concentrato in un minuscolo granello scuro, il segreto di ciò che sarà.
Siamo legate alle nostre Antenate come il frutto al proprio seme.
Nel frutto e nel seme è racchiusa tutta la nostra Storia… e la loro.
***
“Di madre in figlia possiamo risalire a tempi molto antichi e alla sapienza di chi ci ha preceduto.”
“ (…) possiamo ascoltare le nostre antenate e possiamo essere ascoltate da quelle che verranno dopo di noi. Ciascuna è antenata di qualcuna.”
(I racconti di Domani, Sara Morace Prospettiva Edizioni, Roma, 2008, pag. 47)
***
“ (…) Sorrise e guardò per terra, ritrovando le impronte delle donne che erano state lì prima di lei.
Quanto le amava!
Non le conosceva, ma le amava e seguendo con lo sguardo le loro orme sulla terra nacque in lei un canto di gratitudine rivolto a loro, un canto che, come le lacrime, la svuotò della pece dei ricordi personali e la riempì di Ricordi più antichi e luminosi.
Chissà che vite avevano vissuto o stavano ancora vivendo.
Magari qualcuna si era sentita spaesata e isolata proprio come lei nella città e proprio come lei aveva scoperto il sentiero “per caso” (ma sentiva che nulla era mai per caso) e aveva affrontato i suoi stessi problemi, i suoi stessi dubbi e si era fermata a piangere proprio come lei e poi, dopo essersi lavata con tutte le sue lacrime aveva, come lei, gioito dell’immensa bellezza del percorso. Anche le altre donne magari si erano sentite talvolta scoraggiate, ma non avevano mai smesso di camminare, erano andate sempre avanti, come avrebbe fatto lei!
Pensando a loro, che pur non conosceva, si sentì più forte e seppe di aver trovato la sua famiglia dell’Anima. Tutte quelle donne sarebbero state con lei per sempre. Erano in lei. E anche se non le avesse mai incontrate sentiva che i loro spiriti la accompagnavano.
Seguiva le loro tracce ed era felice, felice, felice.”
(Valerie Melissa Aliberti, brano tratto dal racconto Il Sentiero Nascosto)
***
Il Canto delle Antenate
Loro sono la nostra Famiglia Ancestrale.
Donne Antiche eppure vicine a noi.
Donne Libere, Selvagge, Sagge e Naturali, che dal passato ci tendono la mano.
Sono le radici Antiche e nodose piantate saldamente nella Terra umida e feconda, e nel profondo di noi stesse. Radici invisibili eppure forti e possenti da cui le giovani e nuove foglie traggono nutrimento e linfa vitale.
Furono donni forti e sapienti,
Bambine giocose, spontanee e leggere,
Fanciulle in Fiore languide e sensuali,
Giovani Donne Libere e Forti,
Madri gravide e feconde,
Mamme dolci e amorevoli.
Furono Maghe, Incantatrici, Streghe,
Furono Donne di conoscenza e sagge Anziane.
Furono Anime Luminose.
Sono Sorelle e Maestre.
Sono le Custodi della saggezza antica,
Sono Dame approdate dall'Onda,
Sono Coloro che Sorvegliano,
Sono la nostra Ancora,
Sono la nostra Salvezza,
Sono il Principio.
Rappresentano la nostra formazione, la nostra educazione. Sono la nostra Matrice.
Una Matrice che genera Ricordi, Ricordi che si fondano e si formano con la nostra Radice.
Una piacevole musica accompagnano le Onde del Mare, e si rigenerano ad ogni scroscio.
Sono le giovani Fanciulle, sono le Madri e sono le Sagge.
Sono le Grandi Matrone.
Sono affettuose e gelide nello stesso tempo.
Sono le Nove Sorelle che dimorano sull'Isola sacra.
Sono le Iniziatrici, sono Coloro che Ispirano.
Loro sono l'Inizio.
L'inizio di ogni cosa.
E l'Inizio nasce da un semplice seme, da qualcosa di così piccolo che poi si evolve…
Un dolce canto che viene dal profondo
e un amore per esse incontrollabile,
le voci si intrecciano e volano nella Nebbia,
e chi sa oltrepassarla trova il loro canto
delizioso, melodioso e così semplice da ricordare.
E una volta varcato il velo il canto permane in noi.
Sono la Crescita, l'Evoluzione.
Generano la Rinascita.
Ci chiamano col loro canto.
(Syama e Phoenix)
***
Il sorriso delle Antenate
La loro barca si allontana dalla riva di sabbia e scivola sulle acque increspate del mare, seguendo la via dorata disegnata dagli ultimi raggi di sole. Nel tramonto della loro vita remano, le Sorelle, e sorridono. I loro occhi sono sereni, e ogni ombra che un tempo li aveva velati d'inquietudine si è infine disciolta nella luce.
Remano, le Sorelle, e mentre remano cantano, e il ritmo del loro remare è il ritmo del loro canto. Un canto d'addio alle terre conosciute. Eppure non malinconico… la sua melodia è incantevole…
Remano, le Sorelle, e cantano, e sorridono. Gli occhi volti a ovest, al sole lucente che cala oltre la linea delle acque lontane e indica loro la strada.
Alcune sorelle immergono una mano nell'acqua che scorre loro accanto… oltre la via dorata disegnata dall'ultimo sole, il mare è d'argento. Il gorgogliare dell'acqua spinta dai remi e trattenuta dalle loro mani è talmente dolce che le Sorelle si lasciano incantare. Alcune chiudono gli occhi… e sorridono…
I loro abiti sono del colore della notte, dell'ignoto, del mistero inconoscibile… Un mistero che loro conoscono, per questo ne portano il segno.
Viaggiano, le Sorelle… e remano, e cantano.
Scivolano leggere verso l'Isola Sacra, l'Isola dei Meleti, luogo in cui le anime riposano dopo le difficoltà della Vita vissuta.
La loro, si è conclusa… i loro occhi si sono chiusi, le loro voci hanno taciuto, la loro fiamma si è spenta.
Ma noi le ricordiamo. Noi che le vediamo allontanarsi dalla riva di sabbia delle nostre terre conosciute, con gli occhi umidi e il cuore pieno d'amore per loro.
Noi le vediamo andar via per sempre, e nonostante la nostalgia, sorridiamo…
Le cercheremo nelle vie segrete che loro hanno tracciato, e ritroveremo gli insegnamenti antichi che ci hanno affidato.
E quando scompariranno oltre la linea delle acque lontane, canteremo un canto d’addio per loro. Eppure non malinconico… la sua melodia è incantevole…
Le ricordiamo e sempre le ricorderemo, noi, che siamo la loro Discendenza.
Loro, le Antenate, lo sanno… e nell'ultimo istante, prima di fondersi alla luce più grande, volgono gli occhi a noi che le guardiamo… e sorridono…
(Violet, Il sorriso delle Antenate)
***
“ (…) la Donna di Rame disse a Hai Nai Yu che la saggezza doveva sempre essere tramandata alle donne e le ricordò che, qualunque fosse il colore della pelle, tutta la gente proveniva dallo stesso sangue e che il sangue è sacro. Disse che sarebbe arrivato un tempo in cui la saggezza sarebbe quasi scomparsa, ma non sarebbe mai svanita, ed ogni volta che ce ne fosse stato bisogno, sarebbe stato trovato un modo per ripresentarla alle donne, ed esse avrebbero potuto quindi decidere se la volevano imparare o no. E Hai Nai Yu promise che quando fosse giunto per lei il Tempo avrebbe fatto in modo che ci fosse qualcuna in grado di sostituirla come guardiana della saggezza.
La Donna di Rame avvertì Hai Nai Yu che il mondo sarebbe cambiato e sarebbero potuti arrivare tempi in cui il Conoscere non sarebbe stato lo stesso che il Fare. E le disse che il Provare sarebbe stato molto importante.
(…) Poi camminò fino alla spiaggia, sedette sola ed aspettò finché il sole non tramontò e la luna non fu alta nel cielo tingendo le onde d’argento. Allora si alzò, disse le parole, cantò i canti, danzò le danze, recitò le preghiere agli Dei.
Quindi lasciò la sua carne nel suo sacco di pelle, portò con sé le sue ossa e divenne uno spirito. Divenne la Donna Antica.”
(Anne Cameron, Le Figlie della Donna di Rame, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2000, pp. 51-52)
Note
1. Cfr. Anne Cameron, Le Figlie della Donna di Rame, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2000, pp. 15-25, 52
2. Segue un breve approfondimento della figura antichissima e tipicamente celtica delle Matres, o Matronae: “Esse nacquero in un’epoca in cui le donne coltivavano la terra e la Terra era una divinità il cui culto veniva officiato da sacerdotesse.
Ma, nel corso del tempo le Matres rivestirono nuove funzioni. È possibile che dee fluviali e simili non siano che dee madri, le cui funzioni si sono specializzate. Troviamo le Matres come protettrici di individui, di famiglie, di case, di città, di una provincia o di un’intera nazione, come attestano i loro epiteti nelle iscrizioni. Le Matres Domesticae sono divinità della casa; le Matres Treverae o Gallaicae o Vediantae sono le madri di Trèves, dei Gallaecae, dei Vediantii; le Matres Nemetiales sono protettrici dei boschi sacri. Oltre a presiedere ai campi come Matres Campestrae, esse portavano prosperità alle città e alle genti. Proteggevano le donne, soprattutto durante il parto, come attestano gli ex voto e, sotto questo aspetto, sono affini alle Junones venerate anche in Gallia e Britannia. Così il nome venne esteso genericamente a molte dee, ma tutte comunque discendenti in linea diretta dalla Madre Terra primordiale”
(J.A. MacCulloch, La religione degli antichi Celti, Vicenza, Neri Pozza, 1998, p. 59).
E ancora:
[Deae Matres] “Other epithets denote the special protective relation of the goddesses to individual dedicants or their families ; for example, ‘mese,’ ‘suae,’ ‘paternae,’ ‘maternee,’ ‘domesticse,’ ‘trisavse,’ ‘conservatrices,’ ‘indulgentes’.”
(Encyclopaedia of Religion and Ethics, a cura di James Hastings, Volume IV, New York, Charles Scribner’s Sons, s.d., p. 409)
3. Jhenah Telyndru, Avalon Within: Inner Sovereignty and Personal Transformation Through the Avalonian Mysteries, BookSurge Publishing, 2004, pag. 158.
Modron è il nome della Dea Madre gallese. La parola “Modron” significa letteralmente “Madre”.
4. Il termine “antenato” deriva dal latino antenàtus, composto da ante, “avanti”, e natus, “nato”, ad indicare “quegli che è nato avanti di noi, senza riguardare se da lui siamo stati o no procreati.” (Ottorino Pianigiani, Dizionario etimologico della lingua italiana, http://www.etimo.it/?term=antenato)
5. Anne Cameron, Le Figlie della Donna di Rame, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2000, pag. 19
Bibliografia
Cameron Anne, Le Figlie della Donna di Rame, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2000
Encyclopaedia of Religion and Ethics, a cura di James Hastings, Volume IV, New York, Charles Scribner’s Sons, s.d.
Fattore Roberto, Feste Pagane, Macroedizioni, Diegaro di Cesena (FC), 2004
MacCulloch J. A., La religione degli antichi Celti, Vicenza, Neri Pozza, 1998
Morace Sara, I racconti di Domani, Prospettiva Edizioni, Roma, 2008
Pianigiani Ottorino, Dizionario etimologico della lingua italiana
Telyndru Jhenah, Avalon Within. Inner Sovereignty and Personal Transformation Through the Avalonian Mysteries, BookSurge Publishing, 2004
I Meli di Avalon, gruppo di studio sulla Tradizione Avaloniana, e sui Miti, Leggende, e Fiabe Celtici legati alla simbologia di Avalon, http://it.groups.yahoo.com/group/imelidiavalon/
Testi e ricerche di Alessandro Zabini, Anya, Daevayasna, Diana Misaela Conti, Elena Euphorbia Ziglio, Fulvia Fairymoon Barberis, Alessandra Syama Perego, Valerie Aliberti, Miriam Vianne Morales e Laura Violet Rimola. A cura di Laura Violet Rimola.
La ricerca è stata svolta all’interno della mailing list I Meli di Avalon.
Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso delle Autrici e senza citare la fonte.
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Il Ricordo delle Antenate | Login/crea un profilo | 5 Commenti |
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Re: Il Ricordo delle Antenate
(Punti: 1)
da Danae 30 Ago 2011 - 14:11 (Info utente | Invia il messaggio)
http://)
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Il Canto Luminoso a più voci. Ricordare la Antenate significa davvero Sentirle...
Grazie stelline tutte!
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Re: Il Ricordo delle Antenate
(Punti: 1)
da Misaela 31 Ago 2011 - 14:08 (Info utente | Invia il messaggio)
http://)
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Veramente magico...chiudi gli occhi e per un istante non sono più sola ma circondata da Anime antiche!
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Re: Il Ricordo delle Antenate
(Punti: 1)
da LaZiaArtemisia 01 Set 2011 - 22:42 (Info utente | Invia il messaggio)
http://laziaartemisia.blogspot.com/)
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Che bello, creature sotto i Meli! Avevo seguito le vostre voci durante il lavoro, ma rileggere e approfondire lo studio delle nostre Donne in questo articolo mi ha davvero emozionata.
E' un unico, stupendo, pensiero profondo e sussurrato.. un vero, autentico attimo di magia e di riflessioni.
Grazie!
la Zia Artemisia
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Re: Il Ricordo delle Antenate
(Punti: 1)
da Acqua 07 Set 2011 - 13:30 (Info utente | Invia il messaggio)
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E' nelle ossa... e nel sangue, nella ragnatela tessuta di generazione in generazione.. Grazie per aver rinnovato il ricordo..
E' bellissimo :-*
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