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Agrifoglio
Martedì, 23 Dicembre 2008 - 03:47 - 12453 Letture
Erbario AGRIFOGLIO
Ilex aquifolium

Antico inglese: holegn; Anglosassone: holen; Antico alto tedesco: hul(i)s; Bretone: kelenn; Gallese: celynnen; Gaelico scozzese: cuilleann; Gaelico: cuileann; Antico irlandese: tinne.



Riconoscimento e proprietà terapeutiche

L’agrifoglio è un arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle Aquifoliacee. Cresce su terreni abbastanza sabbiosi e acidi, in luoghi abbastanza protetti dalla vegetazione per poter sopravvivere ai freddi invernali troppo rigidi, come nei pascoli boschivi o al limitare dei boschi.
La sua altezza può raggiungere i 10 o 12 metri, che raramente supera, mentre l’età che può sfiorare è di circa 300 anni.
Possiede una corteccia liscia, grigia o bruno-verde; il suo legno è molto duro, resistente e pesante, tanto da affondare, se posto in acqua, anche quando è secco. Questa durezza è data soprattutto dalla crescita della pianta, che è molto lenta.
Le sue belle foglie, un po’ accartocciate e contornate da spine molto aguzze, sono lucidissime, piuttosto dure e cerose, di colore verde scuro nella pagina superiore e verde più chiaro su quella inferiore.
I fiori, che compaiono non prima dei 20 anni d’età, sono piccoli, bianchi o appena rosati, e leggermente profumati; sbocciano alla fine della primavera, a maggio e giugno.
Le bacche, invece, arrivano con l’autunno e permangono per tutto l’inverno, costituendo uno dei cibi preferiti da molti tipi di uccelli, tra i quali il tordo e, soprattutto, il pettirosso, che le ama in modo particolare. Il loro colore, inizialmente verde, diventa poi un bel rosso vivo e brillante.
In natura esistono sia agrifogli maschi che agrifogli femmine; tuttavia la pianta, quando è distribuita in modo troppo sparso e distante, è in grado di produrre fiori maschili e femminili sullo stesso albero, di modo da generare in breve tempo altre piantine e aumentare, così, la propria diffusione.

L’agrifoglio possiede una scarsa tossicità che ne permette l’utilizzo curativo, ad eccezione delle sue bacche che, sebbene anticamente usate, sono velenose per l’uomo in quanto provocano forte diarrea e vomito.
Le foglie, invece, usate in infusi, decotti, vini medicinali o sciroppi, sono un rimedio ottimo contro reumatismi e artrite, nonché contro l’influenza, la febbre e la tosse forte e persistente.
Anche la corteccia, in modo simile alle foglie, abbassa la temperatura corporea e, inoltre, calma i disturbi legati al fegato.

Ricette curative
(in caso di allergie consultare sempre il medico)
Data la sua leggera tossicità, l’agrifoglio deve essere assunto solamente sotto controllo medico.

Infuso per contrastare l’influenza: mettere 1 o 2 cucchiaini di foglie d’agrifoglio fresche, spezzettate, in una tazza d’acqua, lasciando riposare per una notte. La mattina seguente far bollire brevemente il composto, zuccherare, preferibilmente con del miele, e bere durante la giornata (anche due tazze al giorno).

Vino d’agrifoglio contro la febbre: far macerare 25 grammi di foglie fresche, pestate nel mortaio, in mezzo bicchiere di alcool a 60° per una settimana. Aggiungere poi una tazza di vino bianco e lasciar riposare ancora per una settimana, al termine della quale il preparato andrà filtrato.
Assumere due cucchiai di vino d’agrifoglio per tre volte al giorno.

Vino d’agrifoglio per calmare la diarrea: in un litro di vino rosso bollente mettere 30 grammi di foglie fresche d’agrifoglio, facendo bollire il tutto per circa 10 minuti. Assumere durante la giornata, in cucchiai da tavola, senza però mai superare i 70 grammi.

Decotto per combattere la bronchite: bollire a fuoco basso 30 grammi di foglie d’agrifoglio essiccate in un litro d’acqua, per 10 minuti. Sciogliere del miele, far raffreddare e bere due tazze al giorno.

Miti, tradizioni e usi magici

La quiete dell’inverno, che come d’incanto avvolge tutta la natura, pare mostrare un sonno che solo la venuta del Sole potrà condurre via. Eppure, sotto la coltre di neve, gli animaletti fremono nelle loro tane, il pettirosso vola qua e là in cerca di cibo, e dietro le ragnatele imperlate di rugiada, simili a fragili ghirlande di vetro che ricadono dolcemente dai rami degli alberi, macchie di colori brillanti attirano lo sguardo, rivelando che, nonostante quel che possa sembrare, la vita continua a pulsare.
Contornate da cristalli di brina, le pungenti foglie dell’agrifoglio non hanno perduto il loro verde scuro e lucidissimo, e le bacche scarlatte risaltano vivaci, trasmettendo calore, vitalità e allegria. Queste caratteristiche hanno fatto di questo arbusto un simbolo del solstizio d’inverno, un inno alla rinascita imminente del Sole, un augurio di gioia e fortuna per l’anno che deve venire.
Le bacche soprattutto, anticamente erano viste come piccole eco del grande astro di cui si attendeva trepidanti il ritorno. Per questo, qualche giorno prima del solstizio si usava regalare dei rametti di agrifoglio alle persone amate, a rappresentare l’immortalità, la sopravvivenza oltre la morte apparente. Esse avrebbero anche portato una luce nel buio e calore nel gelo, insieme alla fortuna che proviene dalle dimensioni sottili.

I druidi appendevano rami di agrifoglio nelle loro abitazioni per onorare con amore gli spiriti della foresta, e dopo di loro questa usanza continuò ad essere rispettata, con l’intento di allontanare sortilegi e fulmini, di propiziare la fertilità degli animali e della terra, e soprattutto la protezione dalle presenze malevole e dalla sfortuna. Le spine appuntite delle sue foglie, infatti, mostrano senza alcun dubbio la sua funzione di difesa naturale, di combattività verso ciò che è pericoloso o ostile, di reazione attiva agli stati d’essere negativi.
I fiorellini bianchi dell’agrifoglio, appesi alla maniglia della porta di casa, si credeva ostacolassero l’entrata di persone o entità dannose, e questa forza magica si pensava fosse ancora più forte e potente se la porta stessa fosse stata costruita con il suo legno duro e resistente. Soprattutto durante le feste del Solstizio e del Natale una simile protezione sarebbe stata auspicabile, dato che in tal periodo i folletti del bosco si sbizzarriscono e sono molto più dispettosi del solito, con i loro scherzi e le loro malefatte.
Un’altra proprietà magica dell’agrifoglio era quella di ammansire gli animali selvatici e imbizzarriti, nonché quella di rendere più dolce e sopportabile il gelo dell’inverno, proprio come un piccolo Sole che agiva in modi misteriosi, forse scaldando e rallegrando l’anima più che il corpo.
Come albero simbolo del solstizio d’inverno, l’agrifoglio è anche legato alla parte calante dell’anno, quella che dal momento di maggior luce porta al momento più buio e freddo. Esso rappresenta il vecchio spirito dell’anno passato, immaginato con la lunga barba bianca e un sorriso radioso mentre porta i suoi regali a chi ha conservato in sé uno spirito bambino. Egli, che a seconda delle tradizioni assume nomi diversi, non è altri che il caro Babbo Natale, che proprio per non dimenticare le sue antichissime origini, ancora oggi porta tradizionalmente un rametto di agrifoglio sul berretto.
In Irlanda, se si ricevevano rami d’agrifoglio prima del Solstizio, questi venivano spazzati fuori subito dopo il Solstizio stesso, poiché non era di buon auspicio conservare le cose dell’anno vecchio, ed inoltre in tal modo si spazzava via tutto ciò che apparteneva al passato, potendo poi cominciare un nuovo ciclo più leggeri e con lo sguardo rivolto non indietro, ma avanti a sé.
Come accennato, l’agrifoglio era connesso anche alla Fortuna che poteva pervenire dei regni sottili. Questa sua magica caratteristica compare in una delle antiche leggende irlandesi appartenente al Ciclo di Finn McCumhail, nella quale si racconta che le tre figlie di Conanan possedevano tre fusi costruiti con il suo legno. Su di essi le tre Donne avevano posto matasse di filo fatato ed avevano filato la sorte di Finn e dei suoi guerrieri, provocando il loro imprigionamento e forse, con esso, una delle prove che essi avrebbero dovuto superare.
In questo senso, l’agrifoglio risulta essere vicino alle sacre Filatrici del Destino, nonché loro stesso strumento per determinare la sorte degli uomini posti sotto la loro protezione.
Sempre tra i celti, con il legno dell’agrifoglio si costruivano le lance e gli scudi dei guerrieri. Anche in questo caso appaiono chiaramente le funzioni di attacco alle forze ostili e, al contempo, difesa da esse, esercitate dalla pianta e probabilmente resi ancor più potenti ed efficaci dai suoi influssi sottili.
Anche i neonati potevano essere protetti da questo magico arbusto; per questo venivano spruzzati con l’Acqua di Agrifoglio, preparata come infuso delle foglie oppure come distillato.
Infine, pare che un antico incantesimo usasse l’agrifoglio per attirare i desideri del cuore. Se ne dovevano raccogliere nove foglie da una pianta non troppo spinosa, dopo la mezzanotte di un venerdì, nel più completo silenzio. Le foglie dovevano essere avvolte in un panno bianco, alle cui due estremità si dovevano fare nove nodi. Il sacchettino andava quindi riposto sotto al cuscino e ciò che si sarebbe intensamente desiderato, poggiandovi sopra la testa, si sarebbe presto avverato.

Ciò che traspare dalla ferma vivacità di questo albero, è la forza che resiste ad ogni ostacolo, ad ogni prova, soprattutto a quelle più dure che, proprio per questo, sono paragonate alla notte più lunga e buia dell’anno.
Con i suoi colori brillanti che spiccano nel bianco gelido dell’inverno, l’agrifoglio rammenta di non lasciarsi sopraffare dall’oscurità, di mantenere acceso quel piccolo Sole interiore grazie alla quale si conserverà la gioia perenne, l’allegria, l’istinto di giocare e ridere anche quando tutto intorno pare sterile e deperito.
Le sue spine pungenti sono ciò che non permette di cadere nell’oblio, sono l’immediata reazione alla passività, ovvero di spiccare un balzo quando si viene colti dalla voglia di accasciarsi, risollevandosi in piedi animati da nuova forza e vitalità.
Questo è lo splendore e la magia dell’agrifoglio, perché esso altro non è se non il sorriso dell’inverno, la sua gioiosa risata, che rallegra e trasmette la voglia di ridere, di giocare, di riscoprire lo spirito bambino che vive dentro di sé e che non aspetta altro che essere ascoltato.




Piccole magie con l'agrifoglio


Fonti

Florario, Alfredo Cattabiani, Ed. Oscar Saggi Mondadori
Lo spirito degli alberi, Fred Hageneder, Ed. Crisalide
Feste Pagane, Roberto Fattore, Macroedizioni
Le erbe officinali, antica medicina dei celti, Plinio il Vecchio, Diancecht, Ed. Keltia
Il Vischio e la Quercia, Riccardo Taraglio, Ed. L’Età dell’Acquario
Segreti e Virtù delle piante medicinali, Selezione dal Riders Digest
Il grande libro delle piante magiche, Laura Rangoni, Ed. Xenia
Il libro completo delle Erbe, Deni Bown
Alberi, La Biblioteca della Natura
Erbe, La Biblioteca della Natura
Il grande libro delle piante medicinali, Roberto Michele Suozzi. Grandi Manuali Newton
L’agrifoglio dalla fitoterapia popolare alla gemmoterapia, Dott. Fernando Piterà, articolo disponibile in rete: http://www.medicinealtre.it/rivista-scientifica/1999/1_99_pitera_agrifoglio.rtf
Immagine: Spirit of Yule, di Ironshod. Deviantart.


Articolo scritto da Violet. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citare la fonte.


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Re: Agrifoglio (Punti: 1)
da Alessandro 23 Dic 2008 - 04:12
(Info utente | Invia il messaggio) http://creviceweeds.over-blog.net)
Questo saggetto è bello come la pianta che descrive, e… corroborante come le sue spine! :D Di nuovo ho imparato cose che non sapevo e ho scoperto perché ho sempre amato l’agrifoglio: fra l’altro, ne cresce uno in un luogo silenzioso che mi è caro. Rileggerò e sognerò. Come nel caso dell’«Abete», l’«Agrifoglio» mi aiuta nel momento più opportuno, con la luce delle sue bacche, con il suo amore e con la sua forza, con la sua risata, e con… le sue spine! :D Grazie per questo dono incantevole, Violetta… :***

Re: Agrifoglio (Punti: 1)
da fairymoon 23 Dic 2008 - 12:27
(Info utente | Invia il messaggio) http://ladimoradellasignoradelbosco.blogspot.com/)
E' tra le piante che amo di più, assieme alla quercia, al sorbo, al nocciolo, alla rosa selvatica, al possente abete... grazie, ora lo amo di più e meglio con le tue splendide parole a svelarmene l'anima!

Re: Agrifoglio (Punti: 1)
da LaZiaArtemisia 23 Dic 2008 - 22:24
(Info utente | Invia il messaggio)
Articolo meraviglioso, poetico e dolce come un fiocco di neve..
Sinceramente non conoscevo le proprietà erboristiche dell agrifoglio, che ho sempre ammirato per la sua missione di nutrire gli uccelli selvatici e di avvelenare gli uomini. Ora ne conosco anche gli usi medicamentosi e il mito che la accompagna, non posso che amarla ancora di più.
un abbraccio dalla zia

Re: Agrifoglio (Punti: 1)
da Danae 23 Dic 2008 - 23:20
(Info utente | Invia il messaggio)
..è incredibile come il Cristianesimo abbia saputo mascherare tutte queste festività religiose antiche! Mi sembra scontato dire che è tutto ingiusto..

Re: Agrifoglio (Punti: 1)
da Elke 25 Dic 2008 - 13:05
(Info utente | Invia il messaggio) http://)
Penso che con quest'articolino tu abbia colto pienamente lo spirito forte e allegro che anima l'agrifoglio, e ti ringrazio per averlo condiviso con noi...come dice Alessandro per me giunge al momento più opportuno.
Tantissimi bacini e complimenti come sempre per ispirazione e contenuto (e anche l'immagine è bellissima *.*).



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