Religione Mediterranea
di Uberto Pestalozza
«La dèa autonoma, imperiosa, ribelle; la dèa che non ebbe madre né padre ed è nella sua intima essenza madre e nutrice non solo, ma generatrice universa; la dèa che è insieme montagna, acqua, terra gravida dell’umano lavoro, albero, animale, donna; la dèa che senza posa trapassa dall’uno all’altro regno della natura e ne assume tutte le forme; la signora della vita e della morte, della pace e della guerra e però benefica e malefica a un tempo, crudele e lasciva e pur soccorrevole e benigna alle madri in travaglio e ai neonati; il femminino eterno che a fatica si evolve dagli oscuri intrichi delle arboree e ferine promiscuità originarie, non già per affrancarsene ma per farle tutte quante partecipi di una sua umanità e per diventare finalmente nel luminoso aere minoico la vivida espressione della “femminilità del divino””: ecco in poche riassuntive parole la Potnia mediterranea, la Grande Dèa onnipresente, si può dire, in queste pagine, ch’essa nutre e pervade, anche se non vi grandeggi sempre con la soverchiante statura.»
Forse questo paragrafo dal «Preludio» al volume è il modo migliore e più conciso di presentare la ricerca di Uberto Pestalozza come pure il tema multiforme di questa preziosa raccolta di saggi, che tratta, fra l’altro, di Iside e Nut, Thetide ed Hera, la Potnia minoica, Mater Larum e Acca Larentia.
(Uberto Pestalozza, «Religione mediterranea: Vecchi e nuovi studi» (ordinati a cura di Mario Untersteiner e Momolina Marconi), Milano, Bocca, 1951.) Aggiungi: Venerdì, 09 Ottobre 2009 Autore: Alessandro Punti: Voti: 6867 Language: ita
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