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Il Tempio della Ninfa

LE DAME DEL LAGO: Morgana
Domenica, 21 Gennaio 2007 - 05:20 - 11417 Letture
Avalon Breve introduzione alle Dame del Lago

Morgana, la Signora della Mela

"Verità fu che Morgana, la sorella di re Artù, era molto esperta di incantesimi e di sortilegi e più di tutte le donne; e per il grande impegno che ci mise lasciò e abbandonò la comunità della gente e soggiornava giorno e notte in foreste profonde e presso le fonti, cosicchè molte persone, che erano molte nel paese, non dicevano che era una donna, ma la chiamavano Morgana la dea."
The Vulgate Cycle



Nella moltitudine di sembianze che assume, Morgana è la Dama del Lago che più rispecchia la festività di Samhain, il magico istante in cui ciò che è definito perde le sue forme, ciò che è apparenza si nasconde per mostrare una realtà diversa e gli opposti si incontrano e si rivelano per ciò che sono realmente: due parti complementari di un unico volto.

Nella letteratura arturiana, la sua figura conserva maggiormente, rispetto a quella delle altre Dame, il potere e l’indipendenza delle antiche Donne, coloro che portavano in sé la Conoscenza del mondo oltre le nebbie e che aiutavano gli uomini a compiere il loro Destino; e nonostante sia ricordata soprattutto nelle vesti di sorellastra di Artù, la sua origine pare essere molto più antica.
La prima opera in cui ella compare è il poemetto Vita Merlini di Geoffrey of Monmout, composto nel 1148 d.C.
In queste pagine Morgana è descritta come la maggiore di Nove splendide sorelle che governano ad Avalon, una magica e misteriosa Isola in cui ogni frutto della terra nasce e cresce senza bisogno di cure, in cui giardini e frutteti sono fonti di perenne incantamento e nella quale si giunge per riposare e guarire, dopo aver abbandonato il mondo manifesto.
Morgana, la cui bellezza è pari soltanto a quella delle Fate dell’Altromondo, eccede in ogni Sapienza, e di tutte le Arti è Maestra. Sua è la conoscenza di ogni cura e di ogni veleno, delle erbe medicamentose e degli incantesimi che aiutano le Anime a purificarsi e a rigenerarsi, e non le è oscura nemmeno la capacità di mutare le proprie sembianze, grazie alla quale può alzarsi in volo e solcare le acque come un uccello, raggiungendo qualsiasi luogo in un solo istante.
In questo antico componimento, è lei che accoglie Artù morente sulla sua barca e lo conduce ad Avalon, dove sarà guarito dalle sue ferite. Tuttavia qui non vi sono particolari legami di parentela tra lei e il Re di Britannia.
Egli vive nel mondo storico, in cui governa e compie le sue innumerevoli imprese, mentre Morgana vive sulla sua Isola, lontano dalla realtà comune, e rimane una figura autonoma, completa, intatta.
Questo particolare suggerisce che ella non sia solamente un personaggio delle saghe arturiane, ovvero la sorella, amata o odiata, di Artù, ma che originariamente fosse un’entità divina indipendente, una Dea antica e potente, parte integrante della mitologia celtica.
Questa ipotesi potrebbe essere confermata da alcune opere, in cui Morgana viene chiamata proprio “Dea” (Cfr. Sir Gawain e il Cavaliere Verde; The Vulgate Cycle) o “eterna Ninfa” (Cfr. Diu Crone), appellativi che mettono in luce la sua intima appartenenza alle dimensioni fatate, identificate con la magica Avalon, la Ynis Afallach, ovvero l’Isola del Meleto o Isola delle Mele; la dimora di Morgana, il suo Centro magico.
Simbolo stesso di Avalon, la Mela è in grado di curare o avvelenare, di guarire o uccidere. Essa è infatti nota per le sue buone proprietà curative, ma è meno conosciuta per la tossicità dei suoi semi, che se consumati in grande quantità (una tazza piena) possono intossicare gravemente e portare alla morte.
Come la Mela, anche Morgana possiede la capacità di portare la Vita così come la Morte. Ella è Guaritrice e Strega, tiene in una mano la luminosa Cura e nell’altra il Veleno. E come la Mela, che è il frutto della Dea della Terra e ne racchiude i tre colori sacri, ovvero il bianco, il rosso e il nero, così anche Morgana è una delle Sue personificazioni, uno dei volti della Sovranità.
Ella rappresenta la Sfidatrice, Colei che mette alla prova i Cavalieri per forgiarli e per misurarne le abilità.
Tra le sue Arti figura anche la preparazione di un magico e misterioso unguento in grado di guarire malati e feriti (Cfr. Erec e Enide e Ivano di Chrétien de Troyes) e la capacità di trasformarsi in tutto ciò che ella desideri, anche se le forme che predilige sono quelle di una Vecchia, per lanciare le sue mortali sfide e i suoi Giochi Perigliosi (Cfr. Sir Gawain e il cavaliere Verde), e di un Corvo (Cfr. Didot Perceval), probabilmente il suo animale totemico che la rappresenta sotto tutti gli aspetti.
Questa duplicità luminosa/oscura e il potere magico che ne scaturisce, se nel mondo antico erano considerati sacri e naturali, con l’affermarsi delle religioni patriarcali e dell’epoca medioevale iniziarono a diventare ambigui e malvisti; allo stesso modo Morgana, che ne era portatrice, iniziò lentamente a perdere la sua luminosità ed i tratti divini originari e venne trasformata, da Fata saggia e meravigliosa che era, a fattucchiera e meschina incantatrice.
Fu La Morte D’Arthur di Sir Thomas Malory a segnare il suo destino.
In quest’opera, infatti, Morgana è designata come una creatura abbietta e malvagia che trama costantemente per nuocere al suo fratellastro Artù e per ostacolarne la vita, mettendolo spesso in pericolo e sfidandolo con l’abilità delle sue arti magiche.
Secondo alcuni studiosi questa trasformazione potrebbe essersi verificata perchè la figura di Morgana, così legata alla sfera divina e pregna di potere femminile indipendente e autonomo, non poteva in alcun modo rientrare in racconti di puro stile medievale, in cui la donna doveva essere in ogni caso dimessa e sempre legata ad un uomo, a meno di non renderla in qualche modo biasimabile, smorzandone le doti e le buone e sagge qualità per enfatizzarne il lato oscuro. In questa luce Morgana rimase una donna indipendente, ma divenne allo stesso tempo una figura ambigua e apparentemente cattiva, conoscitrice di pericolosi sortilegi e detentrice di conoscenze diaboliche.
Solo recentemente questa Dama è stata ripresa nel romanzo Le Nebbie di Avalon, di Marion Zimmer Bradley, il quale, nonostante non rientri nella classica letteratura arturiana medioevale, è comunque molto importante.
Esso ripropone una Morgana dallo spirito dolce e luminoso, seguace e potente sacerdotessa dell’antica Dea Madre, che nonostante viva ad Avalon, viaggia anche nel mondo degli uomini e partecipa alla vita della corte di Artù e dei suoi Cavalieri.
In questo testo ella riacquista parte del suo antico potere, ma ciò che traspare maggiormente è la sua umanità, i suoi puri e umani sentimenti, le gioie e le difficoltà di chi vive nella realtà comune, seppur conservi in sé la l’Amore per Avalon.
Morgana, infatti, è centrata in Avalon.
La sua mente è rivolta ad Avalon, il suo cuore è pregno di Avalon e la sua Anima riflette le magiche opalescenze dell’Isola Sacra, la sua brezza, il canto delle belle fronde dei meli, il profumo dei frutti maturi…
Morgana rispecchia Avalon, ma la sua presenza si estende nel mondo manifesto, nel quale ella diventa sorella di Artù e sua Sfidatrice, amante e acerrima nemica.
Muovendosi tra Avalon e il mondo terreno, ella porta Avalon nel mondo ed intreccia i due reami, racchiudendoli entrambi nella sua duplice Essenza.

L’etimologia del suo nome è molto discussa. Alcuni studiosi lo fanno risalire a “Muir (o Mor) gena”, ovvero “nata dal mare”, o “figlia del mare”, mentre altri ritengono sia generato da “Mor rigan”, che significa “Grande Regina”, e che la stessa Morgana sia una delle rappresentazioni della Triplice Dea guerriera Morrigan, con la quale condivide alcuni simboli.
La prima ipotesi collegherebbe la Dama al mare, come Dea e Figlia delle acque e della bianca spuma. Esistono alcune leggende bretoni, a questo proposito, che raccontano di quanto Morgana amasse errare solitaria lungo i laghi, i fiumi e le terrose spiagge lambite dalle onde. Ella era padrona di un misterioso castello, nascosto in fondo al mare, e il suo nome sopravvisse a lungo in Bretagna, dove gli spiriti marini vengono tuttora chiamati “morgan”.
L’analogia di Morgana con Morrigan, invece, spiegherebbe i suoi simboli, ovvero il Corvo e il Guado, oltre al suo ruolo di Sfidatrice dei guerrieri; tutte caratteristiche che la stessa Dea celtica possiede.
Le sfide ed i giochi istituiti da Morgana, come quello del Taglio della Testa del Sir Gawain e il Cavaliere Verde, sono tutti estremamente pericolosi. Molti sono i trabocchetti e gli inganni che ella concepisce e mette in atto, ma solo i migliori Cavalieri riescono a vincere e a proseguire nel loro Cammino verso la loro realizzazione, conquistando il favore e il premio della Dama. Coloro che, invece, non superano le prove sono destinati a soccombere, incontrando la morte o l’umiliazione.
Anche in questo, Morgana dimostra la sua duplice natura, luminosa ed oscura, e la sua capacità di far vivere o morire.
Ella è simbolicamente legata al Corvo, del quale ama assumere le sembianze, poiché la sua intima natura ne rispecchia le qualità. Esso, infatti, è un predatore che uccide, e quindi muta la vita in morte, ma al contempo è un divoratore di carogne che ripulisce la terra e rigenera ciò che è morto, trasformandolo in nutrimento e mutando, così, la morte in vita.
Morgana incarna la Trasformazione, il Passaggio, la fine del Ciclo vecchio e l’inizio di quello nuovo, ovvero la purificazione da uno stato d’essere precedente grazie alla quale è possibile accedere a quello successivo.
Ella pratica la trasmutazione della materia, eleva ciò che è grezzo affinandolo e rendendolo pulito e lucente.
Lava via la sporcizia, monda e purifica dal dolore fisico e spirituale, trasformandolo in nuova energia creativa.
Per questo può essere simbolicamente associata alla misteriosa Lavandaia al Guado, Colei che, tetra, lava le vesti impregnate di sangue in riva ai fiumi e che si dice si faccia vedere solo da coloro che sono prossimi alla morte.
Come la Lavandaia, Morgana pulisce e trasforma, strofina e immerge ripetutamente nelle acque rigeneranti, ma al contempo annuncia il momento del Passaggio.
Ella è una Dama attiva poiché compie attivamente il mutamento.
Anche il Guado, nei pressi del quale appare la Lavandaia, e nel quale la Morrigan si era unita al Dagda, è un simbolo di Morgana. Secondo la letteratura gallese, infatti, ella vi aveva concepito Owain, suo figlio e valoroso Cavaliere della Tavola Rotonda (Cfr. Tryoedd Ynis Prydain, Pen. 147).
Esso rappresenta il Confine tra due le dimensioni, tra la Vita e la Morte, luogo e testimone dell’incontrarsi ed intrecciarsi degli opposti, sempre perennemente attratti eppure eternamente in lotta. Nelle sue vicinanze l’eco dell’Altromondo risuona nitido e raggiunge la realtà comune, e strane figure appaiono misteriosamente per portare nuove consapevolezze e infinita Saggezza.

Morgana è colei che sosta al Guado e la nera Signora dei Corvi.
È la splendente Dea della Mela dal duplice potere e dalle duplici sembianze; la bellissima Fata custode di tutti gli Incantesimi, che si nasconde agli uomini per rifugiarsi nella sua dimora segreta nel folto della foresta, dove pratica la sua antica Magia e tesse amabilmente i suoi arcani Disegni.
Da qui il suo nome, “Morgana La Fata”. La splendida creatrice di Destini: il Fato.
Ella rappresenta la terribile Sfidatrice dal volto rugoso, l’Iniziatrice dalle vesti nere come la notte di novilunio.
Quando giunge con la sua barca scura, accarezzando le acque e infrangendo le nebbie, ella è la Conduttrice verso i regni sottili, Colei che accoglie tra le sue braccia il Grande Re morente per riportarlo ad Avalon.
E oltre le soglie di Avalon ella è la Guaritrice; l’oscura Dama delle Tenebre e, al contempo, la luminosa Signora della Rigenerazione.
Attraverso di lei lo Spirito si prepara ad una nuova Vita, poiché ella è la Levatrice dell’Anima, e Colei che è fonte di riposo, nella lieta pace dell’Altromondo.

Come viaggiatrice tra i due mondi e Dama che si può incontrare al Guado, o in altri luoghi di confine, Morgana presiede a Samhain, la festa che la rappresenta per la vicinanza delle due dimensioni.
Durante questo magico momento, le barriere tra il regno terreno e quello spirituale si assottigliano e diventano veli perlacei che lasciano trapelare la luminescenza di una realtà diversa, celata oltre il visibile. La nebbia si alza spessa dalla terra umida, avvolgendoci come un manto e affinando il nostro profondo sentire.
Ciò che è morto attraversa il confine e raggiunge le sponde dell’Altromondo e il nostro cuore è più che mai rivolto all’eterea percezione dell’Incanto, all’ascolto di ciò che non è udibile da orecchie umane.
Morgana sussurra il Silenzio e ci conduce nell’Ignoto, senza svelare cosa in esso ci attende.
Ella porta il Cambiamento e chiude un ciclo per dare inizio a quello successivo, viaggiando in entrambi e custodendoli nella memoria dello Spirito.

"(…)Pei poteri di Morgana la Fata,
che vive nel mio castello
e l'abilità sua in magia nell'arti
che ha ben imparato.
Dei poteri di Merlino molti ne ha presi
ché in passato ha trascorso stagioni d'amore con quel dotto eccellente come sanno i cavalieri di Artù.
Morgana la Dea
dunque è il suo nome.
Nessuno ha tanto orgoglio
che ella non possa umiliare.
"
Sir Gawain e il Cavaliere Verde, di Anonimo. Adelphi



Fonti

Ladies of the Lake, Caitlin e John Matthews. HarperSanFrancisco, London, 1992
Vita Merlini, Geoffrey of Monmouth, http://www.sacred-texts.com/neu/eng/vm/vmeng.htm
La follia del Mago Merlino, Geoffrey di Monmouth. Edizione italiana a cura di Alberto Magnani. Editrice Sellerio Palermo, 1993
Sir Gawain e il Cavaliere Verde, a cura di Piero Boitani. Adelphi, Milano, 2002
Storia di Re Artù e dei suoi Cavalieri, Sir Thomas Malory. Mondadori, Milano, 1996
I romanzi cortesi, Chrétien de Troyes. Mondadori, Milano, 1994
Le Nebbie di Avalon, Marion Zimmer Bradley. Tea, Milano, 1993
The Mabinogion, Gwyn e Thomas Jones. Everyman Paperback Classics, 2004
Passaggio ad Avalon, Jean Shinoda Bolen. Piemme, Casale Monferrato (AL), 1998
Figure di donna nei miti e nelle leggende, Patricia Monaghan. Edizioni Red, Milano, 2004
Didot Perceval, o The Romance of Perceval in Prose, ed. e trad. Dell Skeels. Seattle: University of Washington Press, 1966, http://www.ancienttexts.org/library/celtic/ctexts/pdpreface.html
Trioedd Ynys Prydein, Pen. 147. trans. Rachel Bromwich. Cardiff: UWP, 1963, http://ancienttexts.org/library/celtic/ctexts/modron.html

Ringrazio Ithilla e ValerieLeFay per alcuni piccoli spunti che sono stati utili alla stesura di questo articolo, tratti dalle loro riflessioni sul forum “L’Isola Incantata delle Figlie della Luna” (http://freeforumzone.leonardo.it/forum.aspx?c=59706&f=59706).


Articolo scritto da Violet. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citare la fonte.

LE DAME DEL LAGO: Morgana | Login/crea un profilo | 6 Commenti
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Re: LE DAME DEL LAGO (Punti: 1)
da )O(scylla)o( 21 Gen 2007 - 11:48
(Info utente | Invia il messaggio)
Bellissimo articolo!
Queste figure femminili ci possono guidare sicuramente nel cammino per la comprensione del nostro essere Donna, facendoci di conseguenza vivere e sentire più pienamente la Ruota dell'Anno..
Complimenti :*

Re: LE DAME DEL LAGO (Punti: 1)
da Elbereth 21 Gen 2007 - 19:27
(Info utente | Invia il messaggio) http://stregadelvento.splinder.com/)
Complimenti per il bellissimo articolo Violet! L'ho letto tutto d'un fiato!

Re: LE DAME DEL LAGO (Punti: 1)
da Syama 22 Gen 2007 - 15:42
(Info utente | Invia il messaggio)
ciao cara mi sono appena iscritta al tuo belissimo sito...
complimenti per gli articoli che sono molto interessanti..
un bacione
Syama

Re: LE DAME DEL LAGO (Punti: 1)
da Misaela 25 Gen 2007 - 19:00
(Info utente | Invia il messaggio)
Complimenti Violet, sei sempre unica!

Re: LE DAME DEL LAGO (Punti: 1)
da lunabee (differences@katamail.com) 23 Feb 2007 - 18:48
(Info utente | Invia il messaggio) http://candra.splinder.com)
bellissimo ed interessante articolo!

Re: LE DAME DEL LAGO: Morgana (Punti: 1)
da Danae 04 Nov 2009 - 21:42
(Info utente | Invia il messaggio)
L'origine del nome Morgana legata al mare e all'acqua l'ho scoperta ne "L'alba di Avalon" *.* ..dei legami al Morrigan, al Corvo e alla Mela non sapevo nulla.. davvero delizioso Violet *.*



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