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La Madre delle Grotte di Frasassi
Martedì, 31 Marzo 2020 - 01:42 - 1855 Letture
Femminile LA MADRE DELLE GROTTE DI FRASASSI
Il Rito dell’Offerta


La statuetta femminile chiamata Venere di Frasassi venne rinvenuta intorno al 2007 in prossimità del grande ipogeo di Frasassi, nella Grotta della Beata Vergine (1). Alta solo 8,7 centimetri, fu realizzata da un frammento di calcite proveniente dalle numerose stalattiti presenti nel complesso sotterraneo, e sembra risalire a circa ventimila anni fa, epoca del Paleolitico Gravettiano.



Simbolo della Grande Madre che si genera e rigenera dalla terra e si manifesta nella natura, la Madre di Frasassi nacque dunque nel ventre terrestre dalle acque trasudanti dalle rocce, e in seguito dall’abile lavorio di mani, probabilmente femminili, che la scolpirono e le diedero la forma con cui è conosciuta ancora oggi, a distanza di millenni.
Le grotte in cui era custodita – un regno minerale nel quale sono presenti anche laghetti di acqua lattiginosa, pozzi e sale spaziose nelle quali le stalagmiti, piccole e sparse, sembrano tante piccole donne-dee di roccia calcarea unite in una sacra assemblea – ebbero una funzione sacra sin dalle loro prime frequentazioni, ed è possibile che la statuetta venisse utilizzata come raffigurazione della divinità femminile, materna e benefica, durante misteriosi rituali che avvenivano nelle loro profondità, oppure come amuleto per propiziare la fecondità e le altre virtù delle donne.

Osservando la statuetta della Madre delle Grotte di Frasassi viene da chiedersi cosa possano significare, a livello più profondo, la sua forma e il suo gesto.
Il volto è appena abbozzato, e la testa è separata dalla nuca da una profonda incisione che lascia intendere la presenza di una sorta di acconciatura, oppure di un copricapo.
La forma conica delle gambe, definite da una semplice incisione verticale, fa presupporre che il manufatto potesse essere conficcato nella terra, così che restasse in posizione eretta. Il triangolo pubico è molto evidente, segno imprescindibile del sacro femminino che lei incarna, e il ventre rigonfio la rende immagine della divina maternità, generatrice di tutte le creature viventi.
Le braccia unite, le mani congiunte davanti al grembo come a formare una coppetta, suggeriscono infine il gesto dell’offerta (2).
La statuetta sta offrendo qualcosa. Ma cosa?
Forse quello che offre è simboleggiato proprio dalla sua forma.
Attraverso la sua gravidanza, la Madre delle Grotte di Frasassi sta offrendo la vita. La vita che porta in grembo, la vita della natura, la nostra stessa vita.
Come terra materna e generosa, lei concepisce le sue figlie e i suoi figli nel suo ventre fecondo, tumidi germogli ricchi di promesse, che partorisce offrendoli al mondo intero.
Attraverso i suoi seni gonfi, la Madre offre altresì il primo e più sacro nutrimento. L’acqua della vita, il lattiginoso umore che stilla dalla roccia, il candido latte che gocciola dalle mammelle femminili.
Ma la sua offerta più grande potrebbe essere la sua stessa essenza: l’istinto insopprimibile a creare, la spinta viscerale a offrire, il dono di percepirsi talmente gravide di amore e di bellezza da poterli riversare all’esterno per inondare tutta la terra. Proprio come fa lei.
Il suo gesto è al contempo un insegnamento. Quello di provare a imitarla, a rendersi a lei talmente simili da poter ripetere le sue stesse gestualità, ovvero di creare da se stesse e offrire, in piena consapevolezza.

Attingendo dal proprio grembo, la Madre delle Grotte di Frasassi offre la vita, il nutrimento, la bellezza, l’amore che lei rappresenta sin dall’inizio dei tempi.
Attingendo dal nostro, noi possiamo fare lo stesso,
e diventare tutt’uno con Lei.

È la fonte di ogni nascita e il suo potere è nell’acqua: tutti gli esseri umani originano da lei, dal sangue della Dea Madre Terra, l’acqua, e dal suo corpo, la materia vivente, il fango.” (3)

***

Meditazione della Madre delle Grotte di Frasassi
Il Rito dell’Offerta


Accendete una candela bianca e sedetevi davanti ad essa comodamente, con una coperta calda sulle spalle. Se volete bruciate alcuni grani di incenso su un carboncino.
Liberate la mente e ascoltate il respiro, rilassandovi completamente.
Concentratevi ora sul vostro grembo. Sentite l’amore che lo riempie, la bellezza che lo anima, la luce che lo fa brillare.
Percepite i vostri seni pieni di nutrimento; i piedi e le gambe radicati nella terra.
Avvicinate le braccia, e congiungete le mani a formare una coppetta.
Sentite ora l’amore, la bellezza, l’armonia che crescono dentro di voi e scorrono fino a raggiungere e riempire le vostre mani capienti, visualizzando queste buone virtù come un liquido lattiginoso, acqua e latte trasparenti e luminosi. Sono il vostro nutrimento sacro, il latte della vostra grotta interiore.
Quando le mani sono piene, osservate il liquido sollevarsi lievemente e fuoriuscire, in forma di piccoli rivoli bianchi che scorrono lontano e si riversano su tutta la Terra, la quale al loro tocco ne viene guarita e rigenerata.
Continuate a offrire fino a quando le vostre mani saranno vuote – eppure pronte a riempirsi nuovamente, ogni volta che lo vorrete.
Ricordate che siete voi le sorgenti, gravide di amore e di bellezza, e che attraverso il gesto dell’offerta potete contribuire alla guarigione profonda della Terra.
Portate le mani, ora svuotate, al vostro grembo, riunendole alla fonte che mai si esaurisce.
Esprimete gratitudine a voi stesse e alla Grande Madre, per tutti i doni che generosamente ci concede ogni giorno, da sempre e per sempre.

***


Note:

1. Il luogo preciso in cui la statuetta venne rinvenuta, così come l’anno – presumibilmente il 2007 o il 2008 – risultano incerti, in quanto lo scopritore, Sandro Polzinetti, riferì versioni diverse in merito alle circostanze e al periodo del suo ritrovamento.
In merito alla Grotta della Beata Vergine, o Grotta del Santuario, essa è situata nella parte meridionale del Monte di Frasassi, a circa un chilometro dalla più nota Grotta di Frasassi. Il suo nome suggerisce la continuità cultuale del sacro femminino, onorato in tempi preistorici e precristiani nella forma della Grande Madre e successivamente in quella della Vergine Maria.
Nel 1828 Papa Leone XII volle far costruire il cosiddetto Tempio di Valadier – dal nome dell’architetto che ne realizzò il progetto, Giuseppe Valadier – a pianta ottagonale, con soffitto a cupola ricoperto di lastre di piombo. Il tempio, pur essendo un’attrazione che richiama molti turisti, ha irrimediabilmente snaturato l’immagine che l’ampio ingresso della grotta doveva aver avuto per millenni, sebbene la sua presenza dimostri l’estrema necessità che ebbe la Chiesa di inserire – letteralmente – un edificio di fede cristiana per imporre la figura della Madonna in un luogo in cui persisteva con intensità il culto della Dea.
A pochi passi dalla Grotta della Beata Vergine, si trova inoltre il suggestivo Eremo di Santa Maria infra Saxa – “dentro il Sasso” – un edificio rupestre costruito nel 1029 che si mostra parzialmente scavato nella roccia, a ridosso di una sorgente d’acqua.
L’eremo venne utilizzato per diverso tempo come piccolo convento dalle monache benedettine di clausura.

2. Cfr. Fabio Filippetti, Elsa Ravaglia, Alla scoperta dei segreti perduti delle Marche. Curiosità, Tradizioni e Misteri, Newton Compton Editori, Roma, 2017.
La statuetta della Venere di Frasassi è attualmente conservata al Museo Archeologico Nazionale delle Marche, ad Ancona.

3. Liberamente tratto da Giovanna Bonfili, Il mito della Grande Madre nella Venere di Frasassi, pag. 20

***


La Grotta di Frasassi
Fotografia di Turismo Marche




La Grotta della Beata Vergine e il Tempio di Valadier






L’Eremo di Santa Maria infra Saxa
Fotografie di Lorenzo Taccioli





***


Bibliografia

Bonfili Giovanna, Il mito della Grande Madre nella Venere di Frasassi, in Terme di Frasassi - Periodico - Numero 3, Settembre-Dicembre 2019
Filippetti Fabio, Ravaglia Elsa, Alla scoperta dei segreti perduti delle Marche. Curiosità, Tradizioni e Misteri, Newton Compton Editori, Roma, 2017
Pignocchi Gaia, Montanari Alessandro, La Grotta della Beata Vergine di Frasassi (Genga – AN): vecchi e nuovi dati geo-archeologici, in Rivista di Scienze Preistoriche, fondata da Paolo Graziosi, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze, 2016

Grotte di Frasassi
Pillole di Archeologia. La Venere di Frasassi – TGR Marche


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