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Per virtù d'erbe e d'incanti
di Erika Maderna

 

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Il Tempio della Ninfa

Afrodite e Pandora: la Speranza d'Amore
Giovedì, 05 Giugno 2008 - 20:32 - 13943 Letture
Archetipi Canto la dea, d'aurea corona cinta la testa,
la bella Aphrodite, l'augusta signora di Cipro
marina, la dove il soffio sereno di Zefiro
la portò sovra l'onda spumosa del mare.
[...] le forme stupende tutti ammiravano
di Citerea, cui viole il capo incoronano.

Salute, dea cui lampeggiano gli occhi
e dolce sorridi [...].

Inno omerico, V Ad Afrodite



Con sensuali movenze emerge dall’esilio in cui gli uomini l’hanno confinata. Troppo forte era il suo messaggio, troppo sfrenata la sua danza, troppo lascivi i suoi insegnamenti perché potessero essere tollerati durante gli ultimi millenni. Afrodite, Dea del languore amoroso, emerge dalle acque dell’inconscio come un tempo, si dice, emerse dalla spuma del mare, Grembo eterno.
Esistono differenti versioni riguardo la sua nascita, così come, si dice, ci siano diversi modi per poter far nascere in sé l’Amore. Esiodo ci racconta la storia dell’evirazione di Urano ad opera di Crono: il membro mutilato cadde fra le onde, dalle quali emerse una fanciulla di insuperabile bellezza, poggiata su una bianca conchiglia.
Omero sostiene invece che Ella sia figlia di Zeus e di Dione “Dea”, l’equivalente femminile del nome Zeus; quindi Afrodite sarebbe semplicemente la figlia del Maschile divino e del Femminile egualmente divino.
Platone nel suo Simposio distingue fra le due: “Non sono forse due le dee? Una, la più antica, che non ebbe madre, la figlia del Cielo, che appunto chiamiamo Urania, l’altra, più giovane, figlia di Zeus e di Dione, che chiamiamo Pandemia.” La prima scatena l’Amore nobilitante, la seconda presiede al sentimento volgare o semplicemente fisico (1).

Comunque sia, c’è una generale concordia nel dire che la prima terra che toccò fu Citera, ed in seguito Pafo, sulla costa di Cipro. Quand’Ella giunse a terra, le Hore e le Cariti l’accolsero: la vestirono con stoffe raffinate e la ornarono con gioielli d’oro. Questo particolare potrebbe stare a rappresentare il periodo nel quale gli antichi culti femminili, naturalmente liberi ed erotici così com’era immaginata Afrodite, dovettero essere occultati agli occhi dei profani che non erano più in grado di intenderli e valutarli nella giusta maniera, ma non per questo persero le loro preziose e meravigliose caratteristiche.

Incanto e dolci voglie suscitava questa splendida Dea su tutti gli immortali, e per questo il mito dice che Zeus volle che prendesse marito. Pare sia stato questo, per le antiche grandi Dee, l’unico modo per sopravvivere: divenire mogli o figlie delle divinità patriarcali che spodestarono la Grande Madre ed il suo paredro. Fu Efesto dunque, il dio fabbro zoppo, che la condusse al talamo nuziale e che la portò nella propria casa. Ma l’aurea Afrodite, colei che risveglia il desiderio e provoca l’unione di ogni cosa, non poteva certo essere reclusa entro le traballanti mura di un matrimonio monogamo e limitante per la sua libertà, e per ciò ebbe molti amanti. Fra questi vi fu Ares, il Dio guerriero, l’archetipo dell’uomo coraggioso che lotta e combatte per preservare ciò che ama. Forse anche guerrieri in carne ed ossa divennero i discreti protettori delle Donne Sacre, le quali, benché in grado in parte di tenere lontani i pericoli, si trovarono a vivere in un mondo nel quale le guerre, i saccheggi e gli stupri cominciarono ad esistere.

Afrodite ed Ares generarono Eros la passione amorosa, Anteros “amore ricambiato”, Armonia “concordia”, Poto “desiderio”, Fobo, “paura” e Deimo “spavento”. Mentre i primi quattro figli sembrano pienamente corrispondere all’essenza amorosa della Dea, Fobo e Deimo, che seguivano il padre durante le battaglie e le stragi, stando forse ad indicare un modo di raggiungere gli Dei più congeniale agli uomini, ovvero attraverso il coraggio ed il superamento della Paura.
D’altra parte, è probabile che i Guardiani dei segreti, per mantenerli tali usassero a proprio favore proprio lo Spavento, che allontana gli indegni.
Benché si racconti che Efesto scoprì i due amanti, essi non vennero puniti, poiché Zeus si rifiutò di trattare la questione, forse in ricordo dei tempi antichi, durante i quali le Donne erano ancora libere di scegliere uno o più amanti.

Unendosi a Posidone Afrodite ebbe Erofilo e Rodo, con Dioniso diede vita a Priapo, colui che corteggia le ninfe e protegge le messi, e con Hermes generò Ermafrodito, così chiamato dai nomi dei suo genitori. Costui divenne un bellissimo giovane, d’aspetto così piacevole da far innamorare la ninfa delle acque Salmace, la quale, dopo averlo stretto in un abbraccio, chiese agli Dei di poter per sempre rimanere avvinta a lui, e così avvenne. Dunque Ermafrodito “non sembra più ne femmina ne ragazzo, ma sembra entrambi e nessuno dei due” (2). Tale unione fra maschile e femminile, voluta da Amore, potrebbe essere la traccia di un’antica concezione che voleva l’uomo e la donna partecipi di entrambe le nature, che, unendosi armoniosamente all’interno di ogni individuo, avrebbero portato tale essere a conoscere l’armonia, la gioia e il principio divino neutro ed androgino.
Se questo ai giorni nostri può apparire impossibile o frutto di concezioni primitive, ciò nonostante molte tradizioni antiche sembrano conservare tracce simili, come ad esempio il tantrismo, l’alchimia e alcune correnti del taosimo.

Zeus, il quale aveva avuto molte amanti mortali, volle far innamorare anche Afrodite di un uomo, in modo da porla al suo stesso livello, e “desiderio dolce, dunque, nel cuore le mise per Anchise che allora sull’alte cime dell’Ida ricca di fonti pasceva gli armenti e l’aspetto simile aveva a quello dei numi immortali.” (3) A dispetto del tentativo di sminuire la Dea, il frutto di quest’amore, Enea, sarebbe stato uno dei pochi a sopravvivere alla guerra di Troia e a raggiungere l’Italia, dove i suoi discendenti avrebbero fondato Roma, la città eterna.
Il culto di Afrodite/Venere attraversa dunque un lunghissimo arco di tempo, diffondendosi nei luoghi più sperduti dell’impero grazie all’influenza romana, proprio a causa di quello stesso Enea che sarebbe dovuto essere la vergogna della Dea del dolce sentire.
Un altro suo amante destinato alla morte fu Adone, “il Signore” figlio di Mirra, tramutata nell’omonimo albero che per secoli fornì i grani profumati che venivano bruciati sugli altari. Quando venne alla luce fu affidato alla regina dei morti, Persefone, ma dopo che fu cresciuto questa se ne innamorò e nacque dunque una disputa con Afrodite. Zeus trovò il modo di soddisfare entrambe: per un terzo dell’anno Adone sarebbe stato con Afrodite, per un altro periodo avrebbe soggiornato nell’Ade e per il tempo restante avrebbe potuto decidere di sé stesso.
La vita e la morte si contendono il bellissimo giovane e riescono ad averlo per un certo periodo, ma solo l’intervento di Ares porrà fine a questa situazione. Egli, infatti, indispettito per le attenzioni prestate al mortale si tramutò in cinghiale, colpì il ragazzo alla coscia (o ai genitali) e lo uccise. Secondo alcune versioni, Zeus a questo punto, impietosito per il dolore di Afrodite, resuscita Adone, il quale può ascendere al cielo; tale conclusione sembra anche essere sottolineata dai culti che al Dio che muore e risorge erano rivolti, visto che si celebravano la sua uccisione e poi il suo ritorno alla vita. Il mito può forse significare che Adone, per liberarsi della continua alternanza di vita e morte, deve essere sostenuto dall’amore e affrontare la prova di Ares, qualunque essa sia. A questo punto la morte prende solo la parte più superficiale e caduca dell’individuo, il quale può raggiungere le dimore celesti.
Dall’unione con Bute, uno degli argonauti, Afrodite ebbe poi Erice, l’erica, e come Afrodite Ericina ebbe un santuario famoso sul monte Erice, in Sicilia.

Fra i vari miti che parlano della Dea che “dolce sorride”, troviamo quello riguardante la mela d’oro recante la scritta “Alla più bella”, che Eris, la discordia, aveva lanciato durante il banchetto nuziale di Peleo e Tetis che si stava svolgendo alla presenza degli Dei. Quando Era, Atena ed Afrodite iniziarono a discutere su chi dovesse essere colei cui spettava lo splendido frutto, gli altri immortali, non volendo inimicarsi una di loro, scelsero come giudice un pastore, Paride, e a lui ogni Dea fece un’offerta, ma fu quella della Voluttuosa Regina la proposta che accettò. In cambio del pomo avrebbe avuto l’amore della più bella donna del mondo, Elena di Sparta.
Da questo episodio si svilupperà poi la mitica guerra che porterà alla distruzione della città di Troia ad opera degli Achei.

Pigmalione uno scultore di gran talento, creò una statua di Afrodite talmente bella che se ne innamorò, perdendo ogni interesse per tutte le donne in carne ed ossa. La Dea, commossa da tanta devozione trasformò il candido e freddo marmo in un corpo pulsante di vita, e così Pigmalione ebbe la sua amante. Tutto, infatti, può essere vivificato dall’amore vero e puro, che non si cura dei comuni sentimenti ma va oltre questi, esplorando luoghi incogniti ma che forse portano a mete inimmaginabilmente splendide.

Afrodite intervenne anche in favore di Ippomene, un ragazzo che per amore di Atalanta affrontò una prova di corsa a cui la giovane sottoponeva tutti i suoi pretendenti: se essi avessero perso sarebbero stati uccisi, se invece avessero vinto avrebbero ottenuto di poter sposare l’indomita eroina. Ippomene riuscì in questa impresa lasciando cadere durante la corsa delle mele d’oro, che la ragazza si fermò a raccogliere, perdendo così la gara. Forse un tempo tutte le Donne potevano scegliere liberamente e consapevolmente il loro amante, grazie a delle prove, ma soprattutto, riconoscendo in lui i doni aurei della Signora del desiderio amoroso.

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Afrodite e Pandora: la Speranza d'Amore | Login/crea un profilo | 8 Commenti
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Re: Aphrodite e l'Amore Sacro (Punti: 1)
da Alessandro 06 Giu 2008 - 05:30
(Info utente | Invia il messaggio) http://creviceweeds.over-blog.net)
È molto bello… Il forte sentimento che pervade le parole, l’immagine meravigliosa della Dèa che «emerge dalle acque dell’inconscio, e soprattutto i tuoi commenti e le tue interpretazioni. Grazie, Elke! :*

Re: Aphrodite e l'Amore Sacro (Punti: 1)
da Tana81 06 Giu 2008 - 23:39
(Info utente | Invia il messaggio)
Avevo sentito parlare di Aphrodite, ma ti devo ringraziare perchè non la conoscevo così a fondo e sotto questi aspetti, inutile dire che il primo amore non si scorda mai e questa figura è forse la prima che mi colpisce cosi tanto... grazie Elke per avermela presentata in un modo così splendido...

Re: Aphrodite e l'Amore Sacro (Punti: 1)
da Elke 08 Giu 2008 - 03:45
(Info utente | Invia il messaggio)
Grazie a tutti voi per le splendide parole, pensare di aver evocato anche solo in piccola parte un minimo della belleza di questa Dea mi fa un piacere immenso...
:***

Re: Aphrodite e l'Amore Sacro (Punti: 1)
da fabiola (favola61@libero.it) 13 Giu 2008 - 23:59
(Info utente | Invia il messaggio) http://.....)
la passione che emerge dal tuo aricolo non puo che averti dato ispirazioni veritiere anche per la parte più personale. Sento, come donna che cerca, che quello che dici fa parte anche del mio sentire. Grazie :)

Re: Aphrodite e l'Amore Sacro (Punti: 1)
da LaZiaArtemisia 15 Giu 2008 - 21:30
(Info utente | Invia il messaggio)
Un pezzo stupendo Elke, completo, delicato e potente allo stesso tempo. Grazie per quello che scrivi!

Re: Aphrodite e l'Amore Sacro (Punti: 1)
da Elke 15 Giu 2008 - 23:09
(Info utente | Invia il messaggio)
Grazie Zia e grazie Fabiola, siete dolcissime, sono onorata dalle vostre parole :***

Re: Aphrodite e l'Amore Sacro (Punti: 1)
da fairymoon (alphazulu@interfree.it) 24 Giu 2008 - 10:08
(Info utente | Invia il messaggio)
la grazia, la sensualità, la bellezza, l'armonia, la sottile perfezione senza increspature, senza compromessi, senza cedimenti a ciò che armonia e bellezza non conosce, scende nello spirito e lo ristora.
grazie Elke, un lavoro splendido che aiuta a vedere sotto una luce nuova e verace colei che fu semore presentata da fonti maschili come frivola e, più tardi, peccaminosa. ma non si era più in grado di vedela così come ella era. Ora possiamo farlo di nuovo, grazie a te.

Re: Afrodite e Pandora: la Speranza d'Amore (Punti: 1)
da Violet 18 Mar 2009 - 03:59
(Info utente | Invia il messaggio) http://www.tempiodellaninfa.net)
Bravissima Elke, è molto bello ciò che hai scritto, come hai fatto emergere, quasi che fosse rinata dalle acque un'altra volta, la bellissima Afrodite... *.*
Dettagli e particolari tutti descritti e legati fra loro minuziosamente, senza che nulla sfugga nè che nulla venga lasciato al caso.
Bravissima Lucina... :-**



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