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Fra queste pagine sono raccolti consigli, ricette, riti semplici e naturali dedicati al femminile, e speciali ricerche e racconti sull'antica Via delle Donne.

 

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Compendio nato dagli studi del gruppo femminile I Meli di Avalon, dedicato alla Tradizione Avaloniana e a miti, leggende, e fiabe celtiche legate alla simbologia di Avalon.

 

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Il Libro del Mese




Per virtù d'erbe e d'incanti
di Erika Maderna

 

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Il Tempio della Ninfa

Il Cavallo
Martedì, 16 Ottobre 2007 - 22:26 - 5417 Letture
Simboli La sua criniera sciolta nel vento è come l’onda profonda del mare.
Il suo zoccolo, duro e dolce contro la terra, lambisce l’erba verde.
Corre veloce ed indomito.
È l’epos.
Il fiero cavallo. La sacra giumenta.


Fu bestia da cavalcatura sin dall’antichità. Ma dall’VIII secolo a.c, con l’invasione dorica della Grecia, il cavallo venne introdotto in Europa anche come bestia da tiro.

Sin dalla prima età del ferro (periodo di Halstatt) divenne simbolo dell’aristocrazia guerriera ed i cavalieri di ogni civiltà furono sempre rispettati ed ebbero a lungo una condizione sociale elevata.
Nella società celtica il cavallo assunse un’importanza particolare soprattutto a livello rituale e simbolico.
Scheletri di cavalli furono ritrovati in numerose tombe e varie sono le sepolture con carro in Britannia, risalenti al periodo di Arras (età del ferro).
I cavalli venivano uccisi e inumati con il loro padrone. Ma anche i cavalli morti naturalmente venivano sepolti, ed a loro si attribuivano grandissimi onori.
Il rito più importante connesso al cavallo si ha in Irlanda, rito legato alla sovranità ed alla Dea del territorio.
Il candidato Re, per essere riconosciuto come tale, doveva unirsi ad una bianca giumenta che veniva immediatamente sacrificata per far bollire la sua carne in un calderone nel quale successivamente il re avrebbe dovuto immergersi per bagnarsi nel brodo prodotto dalla carne dell’animale.
Mentre ciò avveniva i druidi presenziavano ad un sacro banchetto dove la carne della giumenta veniva mangiata.
Il rito si tenne sino al XII secolo d.c. segno che le antiche tradizioni non potevano essere dimenticate ed il potere da esse emanato non poteva in alcun modo essere ignorato.
Tramite questa cerimonia infatti il Re si legava alla terra della quale diveniva sovrano, ed era riconosciuto come tale dai druidi e dal popolo.
L’immersione nel calderone rappresenta un regresso ad uterum dal quale il sovrano usciva rigenerato e dotato di nuovi poteri divini, conferitigli dall’unione sessuale con la giumenta.
Essa infatti rappresenta la Madre Terra, la Dea, in quanto spirito del grano. La sua unione con il re ed il suo sacrificio erano necessari perché la fertilità si perpetrasse durante tutto il regno del sovrano.
Il mondo spirituale veniva così unito a quello materiale ed uno diveniva il riflesso dell’altro.
La giumenta bianca è signora della notte e della luna. I suoi zoccoli richiamano nella mente la forma della falce argentata alta nel cielo e presso i celti erano amuleti di fortuna e di protezione.
Essa rappresenta la Grande Madre e le sue acque primordiali, contiene in sé la sorgente della vita.
Il collegamento tra la bianca cavalla e la Dea si può far risalire alla tarda età del ferro.
Dea e cavalla sono un essere unico e solo tramite i celti vigeva il divieto di cibarsi della sua carne (se non durante il banchetto sacro).
I significati del cavallo sono molteplici: esso è vita e morte, giorno e notte, cielo e mondo ctonio.
La sua essenza è molteplice poiché innumerevoli sono i volti della Dea Madre ed esso li incarna tutti. In ogni Dea ed in ogni Dio rappresentati dal cavallo vi è una scintilla della Grande Madre universale che tutto comprende. Tutte queste scintille formano il prisma meraviglioso che è l’animo del cavallo.
Il suo legame col trasporto lo rende affine sia alla luce che all’oscurità. Così come alla notte segue il giorno, il cavallo può portare la luce dorata del sole (basti pensare al carro solare trainato da cavalli bianchi) o le tenebre profonde della notte e dell’averno (i cavalli bianchi con occhi ed orecchie iniettati di sangue che sono i cavalli dell’Annwn).

Il suo colore bianco esprime il suo essere animale dei mondi interiori. È l’istinto sublimato, la parte umana unita alla parte animale in un abbraccio divino costante.

Cavallo e cavaliere sono legati inestricabilmente. Di giorno il cavallo è come cieco ed il cavaliere deve guidarlo sul percorso con saggezza e maestria.
Ma di notte, quando il cavaliere è stanco e non scorge davanti a sé la via, è il cavallo a divenire guida. Un veggente capace di penetrare ogni mistero, ogni ombra.
Il cavallo è perciò animale notturno per eccellenza.
In inglese la parola che indica gli incubi, nightmare, è traducibile come “giumenta della notte” e il vocabolo sembra derivare dalla tradizione celtica. Indicherebbe un essere portatore di sogni ed immagini dall’altromondo.
Il cavallo è infatti tramite tra i diversi piani dell’esistenza: tra il piano materiale e quello spirituale, tra il cielo e la terra, tra il mondo divino ed il mondo umano.
Ed il Dio Manannan Mac Lyr, signore di Emhain Ablach, cavalca Aonbharr dallo splendido manto quando dalle sponde della sua isola delle mele deve recarsi sulla terra popolata dai mortali.
Questo nobile destriero era più veloce del vento caldo della primavera e poteva muoversi con facilità sulle onde così come sul nero suolo.
Tramite tra le isole dell’incanto spirituale e le terre dell’umana materia.

Si narra che sia stato il Dio Lugh a portare il cavallo e l’equitazione in Irlanda ed era proprio durante la festa dedicata al Dio, Lughnasadd, il giorno del raccolto, che si tenevano importanti corse di cavalli.
Il legame tra il cavallo e questo Dio dalle infinite arti apporta all’animale lo sfolgorio del sole e la brillantezza del giorno. Tali tratti vennero rappresentati frequentemente sulle monete di origine celtica.

Il cavallo nero è invece il destriero della signora delle battaglie e della morte, la grande regina del reame oscuro e della devastazione, la Morrigan, dea della guerra e della profezia.
Il cavallo porta in sé creazione e distruzione, sia le forze dinamiche (rappresentate dal sole splendente, dalle lune visibili nel cielo e dal caldo delle stagioni estive) sia le forze oscure (La notte, la luna nera ed il gelo dell’inverno e del riposo del terreno).
Esso è quindi una guida perenne durante tutto l’arco dell’anno e dei suoi cicli energetici, è il mutamento perenne che regola le armonie.
Le cavalca e le asseconda.
Seguendo il cavallo ed il suo limpido nitrito i veli si apriranno e l’incanto pervaderà i nostri cuori.


Le Dee celtiche dei Cavalli


Fonti
Il vischio e la quercia Riccardo Taraglio. Edizioni L’ Età dell’Acquario, Torino, 2004
Dizionario di mitologia celtica Miranda Green. Bompiani
I simboli Le Garzantine
Luna rossa Miranda Gray. Macroedizioni


Articolo scritto da ValerieLeFay. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citare la fonte.

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Re: Il Cavallo (Punti: 1)
da fairymoon (alphazulu@interfree.it) 17 Ott 2007 - 14:36
(Info utente | Invia il messaggio)
sorprendente l'importanza che il cavallo ha avuto nella storia e nello sviluppo di molteplici culture... gran bell'articolo, complimenti.

Re: Il Cavallo (Punti: 1)
da Elke (seleniae@hotmail.com) 02 Nov 2007 - 13:20
(Info utente | Invia il messaggio)
Finalmente trovo 5 minuti per leggere...davvero quest'articolo è molto bello!Non conoscevo questo animale e tu l'hai reso in maniera vivida e vibrante.
Complimenti (come sempre del'resto)
:***

Re: Il Cavallo (Punti: 1)
da FalcoPellegrino (falconscente@libero.it) 28 Dic 2007 - 16:39
(Info utente | Invia il messaggio)
Davvero interessantissimo e bellissimo, sia a livello culturale che per capire la natura del legame uomo-cavallo.
Io vado a cavallo, a volte anche per giorni dormendo nei boschi, e vi assicuro che il rapporto con questo animale è magico, empatico. Leggendo questo apprendo ulteriori isengamenti della tradizione (di cui non ero del tutto digiuno, ma questa è una miniera!), che mi danno modo di meditare in modo più consapevole sulle sensazioni che provo, nel vivere con l'animale.
Per fare un esempio, la parte del divenire guida l'uno dell'altro con l'alternanza del giorno e della notte. Garantisco che è verissima, l'ho provata più volte con il calare delle tenebre, ma non ne avevo colto il significato profondo e simbolico.
E' da non credere come la mente a volte sorvoli in modo approssimativo cose che sono fondamentali frammenti di conoscienza.

Re: Il Cavallo (Punti: 1)
da Danae 05 Ott 2009 - 22:33
(Info utente | Invia il messaggio)
Epona, dal celtico Epos e dal latino equus, cavallo. Entrò nel pantheon dei romani, ma ben prima era Dea celtica e gallica ;)
Sì, molto mi è noto di tutto ciò.. ma è sempre interessante leggere le vostre parole. E specialmente qui, l'associazione ai colori bianco e nero..!
Grazie!



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