Secondo la tradizione di diverse zone centro europee, e in particolare alpine, nel corso dei dodici giorni che intercorrono fra Natale e l’Epifania – ovvero dal 26 dicembre al 6 gennaio, compresi – chiamati opportunamente i Dodici Giorni di Natale, la divina Berchta, come anche Holla, Erodiade, Befania e altre entità simili, volava sopra i cieli nevosi benedicendo i campi, e si aggirava fra le vie silenziose dei villaggi. Segretamente visitava ogni casa e controllava se fosse pulita e ordinata, e se il lavoro di filatura delle donne fosse accurato e ben fatto oppure sbrigativo e disordinato.
A seconda di ciò che trovava, la dea avrebbe donato alle filatrici matasse candide, fili dorati e buona fortuna, oppure avrebbe ingarbugliato e sporcato il loro lino, allontanandosi e negando la sua benedizione.
La filatura che Berchta controllava, tuttavia, potrebbe essere intesa non solo come lavoro manuale volto a trasformare la materia grezza in fibra, ma anche come inclinazione interiore e modo di agire di chi fila il proprio filo – e quindi la propria vita.
Sotto questa luce, la filatrice sarebbe colei che, a seconda del suo filare, determina la propria fortuna oppure la propria sfortuna, ovvero il proprio destino.
Attingendo a questa antica tradizione, e unendola alla magia delle pietre naturali, ho voluto creare questa pratica che vede in due particolari minerali, il quarzo rutilato e il quarzo tormalinato, le Pietre della Berchta, ovvero la pietra della filatura dorata, e la pietra della filatura annerita o annodata.
Non soltanto l’aspetto di questi due cristalli si presta a rappresentare i due tipi di filatura, ma anche le loro caratteristiche sottili, ovvero la loro energia e l’influenza che sembrano avere sul corpo e sulla psiche di coloro che ne restano a contatto.
Quella che segue è la descrizione delle pietre secondo la cristalloterapia, la simbologia, e l’interpretazione che ho voluto darne secondo la mia ispirazione.
La accompagnano anche alcune pratiche e incanti di divinazione che possono essere svolti in qualsiasi momento, e in modo particolare durante i Dodici Giorni di Natale.
Quarzo rutilato
Il quarzo rutilato è un quarzo bianco o semi trasparente caratterizzato dall’inclusione di cristalli di rutilo, simili a luminosi filamenti d’oro. Anticamente si credeva che i raggi di sole venissero catturati dalla pietra, e per questo si pensava che tenere accanto un quarzo rutilato o indossarlo illuminasse le persone dall’interno.
L’energia sottile di questo minerale infonde speranza, apertura, lungimiranza, ampiezza di vedute. Rende più indipendenti, rasserena l’animo, attenua le paure e dona fiducia e libertà.
Favorisce il modo di vedere la vita da un punto di vista nuovo o diverso e a focalizzarsi sulla verità interiore, quella che illumina e guida dall’interno, senza lasciarsi condizionare troppo dagli eventi esterni. Suggerisce quindi di fidarsi del proprio buon istinto, di vedere ciò che è, piuttosto che ciò che appare, o trovare una nuova prospettiva per vedere oltre.
Insieme al quarzo bianco, che dona limpidezza, il rutilo richiama la luce interiore, l’oro che brilla dentro e che infonde radiosità, centratura e fiducia nel dispiegarsi del destino.
A livello fisico stimola la rigenerazione dei tessuti e ha un effetto benefico sulle vie respiratorie, attenuandone le affezioni, in particolare le bronchiti croniche. Mitiga l’asma e le allergie, e facilita il fluire libero dell’energia nell’organismo.
La pietra della filatura dorata
Tanti fili dorati, tanta fortuna.
Fila bene il tuo filo,
e oro e candore illumineranno il tuo destino.
La pietra della filatura dorata è la pietra della buona filatura, quella dell’oro e del bianco. Indica che la filatrice sta filando in modo liscio e pulito il proprio filo, e quindi il proprio destino.
Indica la buona fortuna, un dono prezioso in arrivo, la realizzazione di ciò a cui si sta dedicando la propria energia e la propria intenzione. Suggerisce tuttavia di mantenersi vigili e attente, ovvero di continuare a fare del proprio meglio per filare bene, e per restare fedeli a se stesse, anche quando gli avvenimenti esterni mettono a dura prova.
È il tocco dorato della Berchta, la sua ricompensa, la sua benedizione.
La pietra della filatura dorata, portata con sé, aiuta a mantenersi centrate alla sorgente interiore, dove risiedono oro e luce. Aiuta ad attingere a quella luce, a emanarla, a filarla e tesserla per creare altra luce attorno a sé, e quindi a irradiarla perché arrivi lontano.
Quarzo tormalinato
Il quarzo tormalinato è un quarzo bianco o semi trasparente con inclusioni di cristalli di tormalina nera, simili ad aghi nero lucidi, talvolta fitti e intricati.
L’energia sottile di questa pietra lavora sui conflitti interiori, aiutando a superarli, e facilita l’integrazione degli opposti. Armonizza le forze contrarie che agiscono dentro e attorno, favorisce la comprensione di ciò che crea contrasto, permettendo di mitigarlo. Aiuta a smussare gli angoli, ad ammorbidire le rigidità, quindi a districare e a sciogliere i nodi che ostacolano o rallentano la crescita interiore.
Favorisce il riconoscimento dei propri errori e rende più imparziali verso di sé e verso gli altri.
Unita al quarzo, che infonde chiarezza, la tormalina nera richiama la saggezza che nasce dopo il superamento delle difficoltà, e che si rinforza anche quando il destino sembra avverso.
A livello fisico è utile in caso di sforzi eccessivi, contrazioni e irrigidimenti, perché scioglie e rilassa; mantiene vitali e attive, è purificante e soprattutto favorisce i processi di eliminazione di ciò che non serve più o che non è benefico, come scorie e tossine. Attenua la formazione delle cicatrici.
La pietra della filatura annerita o annodata
Tanti fili annodati, tanta sfortuna.
Fila male il tuo destino,
e nodi e pece ostacoleranno il tuo destino.
La pietra della filatura annerita o annodata è la pietra della filatura negligente, quella dei nodi e della cenere. Indica che la filatrice sta annodando e annerendo il proprio filo, e quindi il proprio destino.
Indica la cattiva fortuna, gli impedimenti che ostacolano la realizzazione di ciò che si desidera, o che suggeriscono di cambiare strada, poiché ciò a cui si sta dedicando la propria energia non è la strada giusta. Suggerisce di avere pazienza e perseveranza nel districare i nodi e pulire il proprio filo, così che i conflitti interiori ed esteriori si plachino, e ferite e cicatrici guariscano. Aiuta a riconoscere i propri errori e a porvi rimedio, trasformandoli in saggezza.
È un monito della Berchta, la sua esortazione ad agire diversamente oppure meglio.
La pietra della filatura annerita o annodata, portata con sé, aiuta a prendere coscienza dei nodi e a scioglierli, a vedere la cenere e a ripulirla. Aiuta a districarsi da situazioni spinose, a liberarsi da stati interiori caotici, rabbiosi e malinconici, a ritrovare la rotta, a recuperare la limpidezza del proprio filo.
Pratiche magiche
La pietra compagna
Il modo più immediato e semplice per ricevere l’energia sottile delle pietre e il loro supporto è tenerle vicine, possibilmente a contatto con la pelle.
Dopo aver scelto la Pietra della Berchta di cui istintivamente si sente più bisogno – questa può cambiare a seconda dei periodi, o addirittura a seconda dei momenti della giornata – tenerla accanto a sé. Si può guardarla e toccarla spesso, indossarla come un ciondolo o tenerla in tasca. Quindi, stringendola con la mano, comunicare silenziosamente con lei e chiederle supporto e vicinanza.
Divinazione con le Pietre della Berchta
Dopo aver scelto un piccolo quarzo rutilato e uno tormalinato dalla forma e dimensione simili – così che non sia possibile distinguerli al tatto – riporli in un sacchettino di cotone, lino o altri materiali naturali, e utilizzarli come strumento divinatorio quando si necessita di un suggerimento, sia per quanto riguarda la propria sfera personale, ovvero la propria filatura interiore, sia riguardo situazioni e filature esterne e indipendenti dalla propria.
Se si desidera un consiglio dalle Pietre della Berchta, accendere una fiamma, rilassarsi e concentrarsi su una domanda, oppure su una situazione interna o esterna che si vuole comprendere meglio.
Quindi estrarre dal sacchettino una pietra e osservarla.
Il quarzo rutilato indicherà luce, trasparenza, biancore e oro, una filatura liscia e limpida, ovvero una risoluzione positiva, un momento luminoso di abbondanza, riconoscimento e fortuna. Il suo suggerimento è di confidare nella propria verità e proseguire sulla strada scelta.
Il quarzo tormalinato indicherà difficoltà, nodi e confusione, una filatura nodosa e opaca, ovvero una risoluzione negativa, la necessità di districare, sciogliere, ripulire per vedere cosa si celi sotto la cenere. Il suo suggerimento è di prestare attenzione, agire meglio, o cambiare la strada intrapresa.
Incanto di divinazione dei Dodici Giorni di Natale
Questo semplice incanto di divinazione può essere praticato durante i Dodici Giorni di Natale per gettare uno sguardo sui mesi che verranno, e su ciò che il nuovo anno potrebbe manifestare. Quello che le pietre mostrano, tuttavia, sono soltanto possibilità, uno scorcio mutevole e impreciso che in quanto tale può cambiare in ogni momento.
Durante i dodici giorni o le dodici notti sacre di Natale, accendere una fiamma, sedersi di fronte ad essa e liberare la mente dai pensieri e da qualsiasi aspettativa. Quindi, concentrarsi sulla propria richiesta. Questa potrebbe essere semplicemente come sarà l’anno nuovo, se porterà luce e oro oppure nodi e cenere, o si potrebbero porre domande più precise in merito a ciò che si desidera sapere.
Prendere il sacchettino che contiene le due pietre della Berchta, ed estrarre una pietra, ripetendo il gesto per tre oppure per nove volte.
A seconda del numero di volte in cui sarà estratto il quarzo rutilato o quello tormalinato si potrà prevedere se l’anno sarà più o meno fortunato, se sarà abbondante e ricco di momenti di gioia, o se presenterà numerosi nodi da sciogliere e difficoltà da superare.
Secondo le leggende austriache e bavaresi in particolare, il corteo di spiriti femminili che seguiva la splendente Berchta – o Perchta – durante il suo notturno vagare, era talvolta divisa in due gruppi di entità fatate che venivano chiamate Perchten. Da una parte vi erano le buone e belle Perchten, o Schönperchten, avvolte in abiti chiari, adorne di fiori e nastri colorati e dispensatrici di fortuna e guarigione; dall’altra vi erano quelle più sinistre e inquietanti, le brutte Perchten o Schiachperchten, che avevano zanne e code di cavallo usate per scacciare i demoni, e si mostravano con vesti scure e stracciate, portando fra le mani catene cigolanti, sonagli, un bastone e un sacchetto pieno di cenere, che gettavano negli occhi di coloro che incrociavano nella loro folle corsa.
Berchta si spostava saltando da un gruppo all’altro e, a seconda di quanti salti faceva, si poteva determinare la fertilità, la fortuna e l’abbondanza che avrebbero caratterizzato l’anno a venire.
La divinazione con le Pietre della Berchta, ovvero l’estrazione della pietra della filatura dorata o della pietra della filatura annerita o annodata, e la quantità di volte in cui viene estratta l’una o l’altra, potrebbe ricordare proprio i salti che la Berchta faceva fra il corteo delle belle Perchten e quello delle brutte Perchten, e offrirà un presagio sui mesi a venire.
Questo tuttavia potrà sempre cambiare in base al corso degli eventi, che non sono mai prevedibili. Tutto dipenderà sempre dalle proprie scelte, delle occasioni colte oppure lasciate andare, dal proprio intento e quindi dalla propria filatura, interiore ed esteriore.
Variante dei dodici mesi
Per dare uno sguardo particolare ai dodici mesi che verranno, si potrà seguire l’incanto di divinazione dei Dodici Giorni di Natale, estraendo dal sacchettino una pietra per dodici volte, una per ogni mese. La prima pietra estratta corrisponderà al mese di gennaio, la seconda a quello di febbraio, la terza a quello di marzo, e così via fino a dicembre.
Questo metodo offrirà una previsione specifica per ognuno dei dodici mesi, rivelando – in modo tuttavia sempre variabile e mai definitivo – quali mesi potrebbero essere più propizi e fortunati, e quali più complicati e gravosi.
È importante ricordare che nessuna pratica di divinazione dovrebbe mai condizionare le proprie aspettative, né influenzare la propria libertà di scelta e di autodeterminazione, e non dovrebbe mai essere presa troppo sul serio. Una predisposizione al magico non dovrebbe mai trascurare il radicamento nella razionalità.
Nel caso in cui ci sia una propensione a lasciarsi suggestionare troppo dalla divinazione sarebbe forse più opportuno evitarla.
Bibliografia essenziale
Gienger Michael, Il manuale delle pietre. Una pratica guida al loro uso, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia, 2004
Gienger Michael, L’arte di curare con le pietre. Un manuale, Edizioni Crisalide, Spigno Saturnia, 1997
Rimola Laura, Le origini della Befana: le dee di Luce e Fortuna [1], Il Tempio della Ninfa, 29 Gennaio 2009
Illustrazione: “Perchta” di Scott Fischer
Testo e creazione di Laura Violet Rimola. Nessuna parte di questo testo può essere riprodotta o utilizzata in alcun modo e con alcun mezzo senza il permesso scritto dell’autrice e senza citare la fonte.
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