Il Tempio della Ninfa

I Doni di Brighid

Articoli / Canti
Inviato da Violet 16 Gen 2018 - 22:27

I DONI DI BRIGHID
Canti e brani devozionali


La raccolta che segue vuole riunire ai canti antichi e tradizionali brani, versi ed espressioni devozionali nuove, come simbolo della continuità di un culto amorevole e profondo verso la grande Dea Brighid, che con nomi sempre simili venne onorata da tutti i popoli d’origine celtica, dall’Irlanda al Nord Italia.

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Song to Brigit
Versi tradizionali, adattati da Patricia Monaghan

“Brigit, red-gold woman,
Brigit, flame and honeycomb,
Brigit, sun of womanhood,
Brigit, lead me home.

You are a branch in blossom.
You are a sheltering dome.
You are my bright, blessed freedom.
Brigit, lead me home.”

Tratto dall’antologia Brigit: Sun of Womanhood, a cura di Patricia Monaghan e Michael McDermott, pubblicato da Goddess Ink, Ltd., Las Vegas, Nevada, 2013


Traduzione italiana a cura di Laura Violet Rimola:

Canto a Brigit

“Brigit, donna d’oro scarlatto
Brigit, fiamma e nido d’ape
Brigit, sole delle donne
Brigit, guidami a casa.

Tu sei un ramo in fiore
Tu sei una cupola protettiva
Tu sei la mia lucente, benedetta libertà.
Brigit, guidami a casa.”

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La Fheill Bride
Versi tradizionali raccolti e registrati da Alexander Carmichael

“Early on Bride’s morn
The serpent shall come from the hole
I will not molest the serpent
Nor will the serpent molest me.

Variante:

“On the day of Bride of the white hills
The noble queen will come from the knoll
I will not molest the noble queen
Nor will the queen molest me.”

Tratto dalla raccolta Carmina Gadelica, Alexander Carmichael, 1900


Traduzione italiana e nota a cura di Laura Violet Rimola:

La Festa di Bride

“Presto, la mattina di Bride
Il serpente emergerà dalla tana
Io non disturberò il serpente
Né il serpente disturberà me.”

Variante:

“Nel giorno di Bride delle bianche colline
La nobile regina giungerà dal tumulo
Io non disturberò la nobile regina
Né la nobile regina disturberà me.”

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In questi versi popolari scozzesi, raccolti e trascritti nel ventesimo secolo dal grande ricercatore Alexander Carmichael, Brighid – Bride in Scozia – è associate al serpente e la sua festa coincide con il tempo in cui questi emerge dalla tana. In natura è il momento in cui si manifesta la prima rinascita, quando le energie serpentine fiammeggianti e rivivificanti escono dalle profondità del suolo e riportano la vita sul finire dell’inverno, aiutando la terra a rinverdirsi e germinare.
Il serpente che emerge dalla tana è chiamato anche la nobile regina che giunge dal tumulo, ed è quindi un serpente femmina, la divina serpentessa, madre della vita e della rigenerazione.
In questo contesto si potrebbe ipotizzare che si tratti della stessa Bride, matrona dei serpenti che nel giorno della sua festa escono dal suolo, e al contempo regina-serpente, divinità terrestre della forza vitale, che giunge dalle bianche colline del mondo sottile per allontanare la morte e risvegliare la vita.

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Preghiera a Brighid
di Laura Violet Rimola

Alta e radiosa Brighid, raggio di sole nascente,
Fiamma rosso scarlatto, che danzando sorgi dalla terra
e richiami la vita a scorrere e a germogliare,

Custode del fuoco della creatività,
che cantando nel grembo evochi la scintilla d’ispirazione,
e insegni a modellarla attraverso le sacre Arti,

Sinuosa Serpentessa, che scivoli fra le acque sorgive
e infondi vigore e guarigione,

Gentile Pastora di mucche e agnelli,
che proteggi gli indifesi e nutri con il candido latte materno,

Eterna Fanciulla dal manto bianco e verde,
che emergi dalla grotta invernale
per portare il tuo messaggio di rinascita,

Fiammeggiante, nobile, divina Brighid,
che sotto il tuo confortevole manto guarisci, nutri e proteggi,
prendi la mia mano e sostieni i miei passi,
rendimi fiamma, raggio e forgia,
e con la tua fiaccola perpetua
illumina e benedici il mio cammino.

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Il sorriso di Briga
di Laura Violet Rimola

Era una gelida mattina d’inverno, e nella valle ammantata di neve un’aurora dorata carezzava la terra. Spirando da est, un soffio d’aria frizzante scosse d’improvviso i rami degli alberi e sfiorando il suolo fece dondolare il capino dei primi bucaneve, che sfidando il gelo erano da poco emersi a salutare la vita.
Sul morbido fianco di una collina, laddove la neve aveva cominciato a sciogliersi, il soffice manto erboso fremette a quel refolo vivace, e poco dopo si mosse, sollevandosi lentamente verso l’alto e rivelandosi un lungo mantello verde, adagiato sulle spalle di una splendida donna.
La Dea Briga si alzò in piedi, stirò le membra intorpidite, e volgendo lo sguardo al sole nascente, sorrise.
Il suo volto radioso, che solo la luce del sole eguagliava in bellezza, trasmise una tale gioia ad ogni creatura naturale, che alla sua vista tutte insieme vennero percorse da una forza esuberante e provarono l’irresistibile impulso di destarsi, di crescere, di germogliare ed esultare.
La gioiosa spinta della nuova vita, ispirata dal sorriso raggiante della Dea, toccò e risvegliò ogni cosa.
Toccò gli alberi, e subito turgide gemme verdi riempirono i rami spogli.
Toccò le pietre, che presero a brillare e ad emettere benefiche energie telluriche.
Toccò gli animali, che uscirono dalle tane, dai nidi, dalle grotte, e giocando fra l’erba e la neve rianimarono la vallata silenziosa.
Ogni cosa venne toccata e risvegliata dal luminoso sorriso di Briga, che infondeva luce e calore come un piccolo sole terrestre e richiamava la vita a scorrere e fluire.
La Dea sorrise di nuovo, condividendo la gioia della rinascita con tutte le sue creature, poi si incamminò sicura verso il sole, lasciandosi avvolgere dai suoi tiepidi raggi e dissolvendosi infine nella foschia dorata.
Il tempo dell’inverno era finito, e un nuovo giorno si apprestava a cominciare.



Bibliografia

Brigit: Sun of Womanhood, a cura di Patricia Monaghan e Michael McDermott, pubblicato da Goddess Ink, Ltd., Las Vegas, Nevada, 2013
The Sun Goddess. Myth, legend and history, di Sheena McGrath, Blandford, London, 1997
Carmina Gadelica [1], Alexander Carmichael, 1900

Illustrazione: Brighde, di Elluna Art


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