Il Tempio della Ninfa

La Leggenda di Baile e Aillinn

Articoli / Antichi manoscritti
Inviato da Alessandro 09 Nov 2014 - 03:10

Baile dal Dolce Eloquio Musicale, figlio di Buan. Tre nipoti ebbe Capha, figlio di Cinga, figlio di Ros, figlio di Rudhraighe, ovvero Monach, e Buan, e Fercorb, «de quibus» Dál mBuain e Dál Cuirb, e Monaig Arad. L’unico figlio di Buan fu Baile, il quale fu l’amore prediletto di Aillinn, figlia di Lughaidh, figlio di Fergus Fairge, o Fergus del Mare, re di Leinster, oppure, come affermano alcuni, figlia di Eoghan, figlio di Dathi, e fu l’amore prediletto di ciascuno di coloro che lo videro, oppure udirono raccontare di lui, sia uomini sia donne, a causa dei racconti che si narravano su di lui.

E lui stesso e Aillinn concordarono d’incontrarsi per un convegno d’amore a Ros na Righ, alla casa di Maolduibh, sulla sponda meridionale del fiume Boand, alla pianura di Brega.
Da settentrione Baile giunse [con il suo seguito] a incontrarla, da Emain Macha, oltre il monte Sliab Fuait, oltre l’antica pianura di Muirthemne, sino alla costa di Traig Baili. Là i cavalli furono staccati dai carri e furono lasciati sul prato a pascolare, e vi furono spasso e grande allegria.
Mentre si trovavano là, videro arrivare verso di loro un’orribile apparizione spettrale, uno sconosciuto d’aspetto feroce e minaccioso, proveniente da meridione. Tortuoso era il tragitto con cui si avvicinava, rapido sulla terra come lo sfrecciare di un falco che si tuffa da una rupe, oppure il vento che soffia dal mare verde. Teneva l’entroterra alla propria sinistra, ossia giungeva da meridione lungo la costa.
«Andate da lui, a chiedere dove si rechi, o da dove provenga, o quale sia la causa della sua fretta», esortò Baile.
«Vado a Tuag Inbir, estuario del fiume Bann, e torno a settentrione, ora, dal monte Sliab Suidi Laigen, e non reco alcuna notizia, se non che la figlia di Lughaidh, figlio di Fergus, ha concesso il suo amore a Baile, figlio di Buan, e stava andando a incontrarlo, quando è stata raggiunta da alcuni giovani guerrieri di Leinster, è stata catturata e trattenuta con la violenza ,ed è rimasta uccisa mentre era prigioniera, come era stato promesso dai druidi e dai profeti, secondo cui i due amanti non si sarebbero mai incontrati in vita, e si sarebbero incontrati soltanto dopo la morte, e non si sarebbero separati mai più, uniti per sempre. Queste sono le mie notizie.» E lo sconosciuto sfrecciò lontano da loro come una raffica di vento sul mare verde, e loro non furono in grado di trattenerlo.
Quando udì quelle parole, Baile crollò morto e senza vita, e la sua tomba fu innalzata sulla sponda del mare, e il suo «rath», e la sua lapide fu eretta, e così quel tratto di costa prese il nome di Sponda di Baile, e la sua cerimonia funebre fu celebrata dagli Ulaid, e un tasso crebbe attraverso la sua tomba, e la testa e il viso di Baile erano riconoscibili nella chioma che ne aveva la forma, e per questo è chiamato Traig Baili.

In seguito lo stesso spettrale individuo si recò a meridione, dove si trovava la fanciulla, Aillinn, ed entrò nel «grianan».
«Donde proviene colui che non conosciamo?» domandò la fanciulla.
«Dal settentrione di Erinn, da Tuag Inbir, estuario del fiume Bann, e sto andando oltre questo luogo, al monte Sliab Suidi Laigen.»
«Rechi qualche notizia?» domandò la fanciulla.
«Non reco alcuna notizia degna di essere riferita adesso, se non che sulla sponda di Traig Baili ho visto gli Ulaid celebrare una cerimonia funebre, e innalzare un «rath» e erigere una lapide di pietra e scrivervi il nome di Baile, figlio di Buan, «righ-dhamhna», erede al trono di Ulster, morto mentre si recava a incontrare l’amata a cui aveva donato amore, perché non era destino che essi dovessero incontrarsi vivi, o che l’una dovesse vedere l’altro vivo.» E lo sconosciuto sfrecciò via dopo avere concluso il suo maligno racconto.
Allora Aillinn cadde morta e senza vita, e la sua tomba fu innalzata, e il suo «rath», e la sua lapide fu eretta, e la sua cerimonia funebre fu celebrata dagli Ulaid, e un melo crebbe all’istante attraverso la sua tomba, e divenne un grande albero alla fine di sette anni, con la chioma che aveva la forma della testa di Aillinn.

Alla fine di sette anni, poeti, veggenti e profeti abbatterono il tasso sulla tomba di Baile e ne ricavarono una «taball filidh», ossia una tavoletta usata dai poeti, e vi trascrissero le visioni e le nozze e gli amori e i corteggiamenti di Ulster.
Allo stesso modo fu abbattuto il melo sulla tomba di Aillinn, e sulla tavoletta ricavata dal suo legno furono trascritti i corteggiamenti di Leinster.

Molto tempo più tardi, quando giunse Samhuin, e la sua festa fu celebrata da Art, figlio di Conn delle Cento Battaglie, re di Erinn, i poeti e i maestri di ogni arte giunsero alla festa, com’era loro consuetudine, portando le loro tavolette. E così vi giunsero anche queste tavolette, e Art le vide, e quando le vide chiese di averle, e le due tavolette gli furono consegnate, e lui le prese, una con ciascuna mano, e le tenne l’una dirimpetto all’altra.
D’improvviso una tavoletta scattò contro l’altra e così le due tavolette si unirono l’una all’altra come il caprifoglio attorno a un ramo verde, e non fu più possibile separarle. E furono conservate come ogni altro gioiello nel tesoro di Tara, sinché furono arse da Dunlang, figlio di Enna, re di Leinster, all’epoca in cui questi arse le principesse di Tara e le loro damigelle.

«Ut dicitur»:
«Il melo della nobile Aillinn,
Il tasso di Baile, piccola eredità,
Benché si narri di loro nei poemi,
Non sono compresi da chi non è sapiente».

E Ailbhe, figlia di Cormac, nipote di Conn, disse:
«Ciò a cui paragono Lomlaine,
È il tasso di Raith Baile,
E ciò a cui paragono la sua Tethna,
È il melo di Aillinn.

E Flann Mac Lonan «dixit»:
«Che sia Cormac a decidere con senno adeguato,
Affinché sia invidiato dagli eserciti,
E che rimembri, l’illustre santo,
L’albero sulla Sponda di Baile Mac Buain».

«Là crebbe un albero sotto cui le compagnie potevano divertirsi,
Con la forma del volto di lui sulla chioma folta.
Quando lui fu tradito, la verità fu tradita,
Allo stesso modo in cui fu tradito Cormac».

E Cormac «dixit»:
«Qui fu sepolto il figlio di Buan il Bianco».

***

Appendice

Canto di Ailbhe, figlia di Cormac Mac Airt.

«Un gelido giorno per Lumluine,
Con mezzo mantello a perseguire piacere,
E gelido anche per la figlia di O’Cuinn,
Che si lava la chioma in un catino colmo.

«Ciò a cui paragono Lomlaine,
È il tasso di Raith Baile,
E ciò a cui paragono la sua Tethna,
È il melo di Aillinn.

«Il melo della nobile Aillinn
Il tasso di Baile, piccola terra,
Benché si narri di loro nei poemi
Non sono compresi da chi non è sapiente.

«Ciò a cui paragono Lomlaine
È il cervo dal manto fosco di Drigrend,
E ciò a cui paragono la sua Tethna
È la cerva di Dromm Drignend.

«Ciò a cui paragono Lomlaine
Sono le belle bacchette di nocciolo bianco,
E ciò a cui paragono Tethna
Sono le ombre sulla superficie del latte.

«Oh, Lomlaine, sei dunque giunto
A Lech da Bhearg a Srubh Brain?
Io sono giunta a Ferta Maghen
Da Suidi Laigen, a oriente.»


Fonti

La storia dell’amore fra Baile e Aillinn, «Scél Baili Binnberlaig» è conservata in quattro manoscritti, ossia Rawl. B 512, f. 112v (XIV sec.), Harl. 5280, f. 48 (XV sec.), 23 N 10 (Betham 145), pp. 129-130 (XVI sec.) e H 3.18. (n. 1337) pp. 47 ss. (XVI sec.). Presumibilmente si tratta di un racconto molto antico, se si considera che è ambientato all’epoca di re Art, figlio di Conn e padre di Cormac, e che è ricordato nei versi di Flann Mac Lonan, poeta vissuto nel X secolo, e in quelli di Ailbhe, moglie di Fionn mac Cumhaill e figlia di Cormac mac Airt, re irlandese, mitico e forse anche storico, il cui regno è collocato fra il II e il IV secolo. La poesia di Ailbhe è conservata nel manoscritto H 2.18 (T.C.D.), f. 105 ab, cioè «Lebor Laignech», o «Book of Leinster», manoscritto medievale irlandese compilato intorno al 1160. Come le versioni inglesi di Eugene O’Curry e Kuno Meyer, la versione italiana qui esposta mantiene i termini latini presenti nel Ms. Harl. 5280, f. 48, in cui molte parole irlandesi del Ms. H 3.16 sono sostituite con parole in Latino, Ebraico e Irlandese arcaico. Il testo è un esempio dello stile oscuro tanto amato dagli antichi poeti irlandesi, i quali impiegavano spesso le «kenningar» e le parole arcaiche, desuete e straniere, di cui studiavano l’uso letterario durante il loro lungo addestramento poetico. Nella prima metà del XX secolo, un vecchio narratore irlandese, depositario dell’antica tradizione orale, ricordava con grande ammirazione i vecchi narratori che lo avevano preceduto, conosciuti durante la sua giovinezza, i quali «avevano un “arduo irlandese” così bello che non si capiva una sola parola!»

O’Curry, Eugene (edizione e traduzione), «Baile the Sweet Spoken, Son of Buan», in «Lectures on the Manuscript Materials of Ancient Irish History», Dublin, James Duffy, 1861, pp. 464-467, 472-477.
Meyer, Kuno (edizione e traduzione), «Scél Baili Binnbérlaig», in «Revue Celtique», XIII, Paris, Emile Bouillon, 1892, pp. 220-227; corrigenda in «Revue Celtique», XVII, Paris, Emile Bouillon, 1896, p. 319.
Gregory, Lady Augusta, «Cuchulain of Muirthemne: The Story of the Men of the Red Branch of Ulster, con una prefazione di W.B. Yeats, London, John Murray, 1903, pp. 305-306, 351, 360.


Traduzione e note a cura di Alessandro Zabini. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso scritto dell'autore e senza citare la fonte.





Questo articolo è stato inviato da Il Tempio della Ninfa
  http://www.tempiodellaninfa.net/public/

La URL di questo articolo è:
  http://www.tempiodellaninfa.net/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=292