Nel bosco incantato l’inverno avanzava a grandi passi, lasciando le sue prime orme di brina fra l’erba coperta di foglie, e gli animaletti preparavano le loro tane, i nidi e le grotte per quando vi avrebbero trascorso la maggior parte delle giornate. Le lepri scavavano rifugi più profondi e protetti nella terra bruna e saltellavano alla ricerca dei loro cibi preferiti: il trifoglietto, le rape e i cavoli, soprattutto quelli che riuscivano a rubare da qualche orticello incustodito.
Gli uccellini riassettavano la paglia, il terriccio e i rametti dei loro nidi, vi aggiungevano piume e muschio per renderli più caldi e accoglienti e volavano da un ramo all’altro alla ricerca dei semi e delle bacche più buone. E i cervi, con i grandi palchi ramificati, scendevano dalle loro alte foreste di conifere verso la valle, brucando l’erba più tenera, e in mancanza d’altro accontentandosi di radici, corteccia e piccoli arbusti.
L’aria profumava di neve e l’istinto degli animaletti diceva loro che presto, molto presto, candidi fiocchi avrebbero iniziato a scendere dal cielo e avrebbero ricoperto tutto quanto con il loro incantevole manto. Ma prima di ritirarsi nei tiepidi covi c’era ancora molto lavoro da fare, così il bosco era tutto in fermento, e in ogni dove si potevano udire scricchiolii di foglie e rami, scalpiccii agitati e vivaci frulli d’ali.
L’indaffarato brulicare si protrasse per alcuni giorni, finché finalmente gli animali ebbero terminato i loro preparativi e tutto fu pronto.
Allora, un incantato silenzio scese sul bosco… ogni movimento, ogni rumore, ogni scricchiolio si acquietò, e tutto divenne immobile.
Nubi bianchissime coprirono il cielo a tarda sera, e tutti gli animaletti vollero uscir dai rifugi per osservare la commovente magia che ogni anno dolcemente si ripeteva. I musetti erano tutti all’insù, e c’era chi annusava l’aria, chi gonfiava il pelo per sentire meno freddo, chi allungava le orecchie aspettando, da un momento all’altro, di avvertire quel suono così dolce, leggero e quasi inudibile, che incantava tutti quanti.
E finalmente eccolo… un lieve fruscio nell’aria e un piccolo fiocco di neve che si posava sull’erba.
Tutti gli animali si misero a sedere e guardarono, estasiati, la prima nevicata dell’inverno. Alcuni cuccioli di lupo e di orso si lanciarono a correre e a giocare in preda a un’incontenibile gioia, ma presto furono stanchi, perché ormai era calata la notte, e ognuno tornò dalla propria mamma.
Quando già il primo strato di neve aveva imbiancato gli alberi e le radure, gli animali, piano piano per non far rumore, si ritirarono nelle loro tane. La lepre allungò le lunghe zampe davanti e vi appoggiò la testina, gli uccellini si strinsero nel nido e nascosero il becco sotto l’ala, e i cervi chiusero i loro occhi dolci, rannicchiati al riparo dal freddo.
E mentre la neve cadeva ora più fitta, tutti gli animaletti, cullati dal suo flebile frusciare, si addormentarono.
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Immagine: First snow, di Moussee [1]
Favola scritta da Violet. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso scritto dell'autrice.
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