Il Tempio della Ninfa

Wise Women, le Donne Sagge

Articoli / Archetipi
Inviato da LaZiaArtemisia 28 Dic 2009 - 03:33

Ci fu un Tempo nelle nostre Terre, in cui vicino alla gente comune vivevano Donne, chiamate Sagge, che conoscevano i Misteri Femminili, i Ritmi della Terra e della Madre Natura, e avevano consapevolezza di ogni cosa riguardasse la Vita, la Morte, l'Amore e il Destino dei Mortali.
Le Sagge potevano aiutare gli Uomini e le Donne poiché percepivano le Energie Sottili, i tepori cosmici che attraversano Umani e Luoghi, che provocano guerre e amicizie, dolori e gioie, morti e nascite. Conoscevano gli Incantesimi per aggirarle, o per lasciare fluire, nei corpi e nelle menti, nello scorrere del Tempo, attraverso i Mondi, che raggiungevano e lasciavano quando lo ritenevano più opportuno, imparando così a conoscere il Futuro ed il Passato.



Narra la leggenda che queste Donne apprendessero il loro Sapere nel Mondo delle Fate, nel Sidhe, e venissero rimandate tra i Mortali come un Dono, per render loro la vita un po’ meno faticosa. Probabilmente per questa ragione, nella tradizione britannica e in generale in tutta Europa, le “Wise Women”, le Donne Sagge che tessevano le vicende degli Uomini, vengono spesso associate o sostituite dalle Faery Priestesses, le Sacerdotesse delle Fate, accompagnate talvolta da “Lord of the Wildwoods”, il Signore dei Boschi Selvaggi, che potrebbe rappresentare il Re Cervo, o l'Uomo Verde.

… “[an old woman] who was throughout the valley accounted a wise woman, and a practiser of the ‘art that none may name’”… (1)

Le Fate vengono infatti chiamate “Wise Women” in molte leggende e favole inglesi e scozzesi, dove vengono rappresentate in forme fisiche estremamente differenti: fanciulle meravigliose, addirittura esageratamente, ma anche vecchie deformi, antiche quanto il Tempo, e Donne semplici, all'apparenza completamente normali. Eppure queste Donne, così diverse fra loro, si conoscevano reciprocamente, ed erano in contatto. Un esempio che conosciamo tutti sono le dodici Fate della fiaba La bella addormentata nel bosco (Little Briar-Rose), che nella versione originale vengono chiamate proprio Wise Women:

What the frog had said came true, and the Queen had a little girl who was
so pretty that the King could not contain himself for joy, and ordered a great
feast. He invited not only his kindred, friends and acquaintance, but also the
Wise Women, in order that they might be kind and well-disposed towards the
child. There were thirteen of them in his Kingdom, but as he had only twelve
golden plates for them to eat out of, one of them had to be left at home
.” (2)

In altre fiabe e in altri luoghi, Esse hanno comunque caratteristiche costanti: vivono infatti sole in luoghi remoti, dove molta gente va a far loro visita per ricevere consigli, erbe e aiuto. Al contrario di molte figure femminili proprie delle narrazioni, che spesso nelle leggende di quel tempo erano rappresentate come vittime degli uomini più volgari o candide creature che si fanno salvare da principi coraggiosi, le Sagge sono assolutamente differenti: padrone del Destino di ogni creatura umana, condizionano la sua vita, in modo benevolo o malevolo, a propria insindacabile scelta.

Tutto ciò, nella gente di campagna, doveva fare molta paura. Nonostante venissero considerate “as a benevolent, resourceful, independent, informed guide, who is respected in her community” (3), il loro potere destava dubbio e sospetto, poiché proveniva dal Sidhe, e le rendeva in grado di conoscere “Simboli antichi e Tradizioni morte” e di vedere “al di là dei muri e dei Mondi”.

The wise women learn the mystic powers from the fairies, but how they pay for the knowledge none dare to tell. (...) But the people have, the most perfect faith in the herb-men and wise women, and the faith may often work the cure”. (4)

Le Wise Woman delle leggende e dei racconti, (talvolta accompagnate o sostituite dagli Herb men, o Cunning men) hanno la peculiarità di curare con le Erbe, ma non solo con queste: ne conoscono le proprietà, le sanno miscelare, estrarne i principi essenziali, e sanno come e quando somministrarle e soprattutto quando è il momento giusto per raccoglierle. Sanno applicarle alle persone giuste, e ne conoscono gli effetti, poiché sono vicine alle forze della Natura, ne sono Figlie e Madri, vicine alla Luna e agli Spiriti delle piante, e con loro, o tramite loro, vivono nel rispetto e nell’amore reciproco.
Nel Manoscritto Dialettale di una Guaritrice di Campagna (5), l’autrice ci dice che la Curatrice non guarisce con metodi definiti o logici, ma istintivamente trova il metodo di guarire ogni persona. A volte chiede loro soltanto di entrare in comunione con la Natura, aprire le braccia al vento e liberarsi di una malattia. A volte chiede di non usare un colore nel proprio vestiario, a volte consiglia un erba.

L'Illogicità apparente è il segreto delle Curatrici

Tuttavia le Erbe e le pietre non sempre sostituiscono, nei casi più disperati, le loro Parole e le loro Visioni. Le Intuizioni profonde che permeano la loro vita, permettono a queste Donne di curare chi ha bisogno anche semplicemente con un consiglio, con un invito, con una frase all’apparenza senza significato.
In alcune storie infatti, le Wise Woman si limitano a sussurrare una frase all’orecchio del protagonista, rivelando qualcosa di talmente grande, che cambierà il corso degli eventi della storia. Oppure semplicemente fanno in modo che qualcosa accada, qualcosa che muove persone ed eventi, rivoluzionandone la vita. Fanno questo con un battito di ciglia, con un filo di voce, sapendo le conseguenze che potrebbero generale le loro poche sillabe.
Incantesimi.
Conosciamo diverse testimonianze in tutta Italia e in Europa di queste parole segrete, che se pronunciate potevano avere effetti clamorosi sulle malattie, o sui parti, o sulle patologie psicologiche e dello spirito. In Val d'Aosta queste formule che si tramandano oralmente vengono chiamate “Secret”, e appartengono soltanto alle “Sages Femmes”, appunto, le Donne Sagge. Loro sono in grado di provocare eventi naturali, di guarire le persone, di salvare un animale. Semplicemente con un sussurro di voce.
Per questo la sovrapposizione tra l'arte della Wise Woman e la pura medicina popolare, spesso fonte di derisione da parte della Scienza istituzionale, non è corretta, ed anzi, è riduttiva.
La Saggia delle nostre Fiabe non è una Donna che conosce soltanto l'uso delle Erbe e degli Incanti, ma ne conosce l'intima energia, e ne ha appreso la meraviglia attraverso qualcuno che le ha insegnato. Sia questa una Maestra, o la Regina delle Fate.
La Wise Woman, la “Luminosa” degli inglesi, viene in seguito associata, come le altre figure simili, alla Strega, nell'unico senso spregevole del termine. Ma nonostante ciò che conosciamo sulla persecuzione alle Donne di Sapere, alcune di queste Sagge riuscirono a sopravvivere, protette dalle comunità e dalle donne dei piccoli paesi.
Sono infatti le Wise Woman che accompagnano le Donne della campagna nelle varie fasi della Vita, aiutandole con i preparati alle Erbe, facendole nascere e partorire, conducendole alla Morte, con la loro Saggezza di Figlie della Foresta, con la Consapevolezza dello scorrere dei Cicli della Luna e della Vita, della Morte, della Nascita.
Esse si tramandano la conoscenza, e grazie a questo filo rosso che le ha unite nel corso del Tempo, sono rimaste vive fin ai giorni nostri. Come la nostra lombarda Guaritrice di Campagna, con i suoi poteri che vengono dalla Natura e dagli insegnamenti di quella che ella chiama “la sua Maestra”, una donna che le ha trasmesso la sensibilità a sostenere e guidare le Energie sottili che ci attraversano.
Ciò che colpisce è che questi insegnamenti non hanno nulla di preciso, di scritto, di chiaro, come potrebbe essere un insegnamento accademico, ma appaiono tanto illogici, misteriosi e segreti quando efficienti.
E appartengono inequivocabilmente ad un Segreto che si tramanda.

L'importanza del segreto dimostra che l'incontro con la donna selvatica non vuole portare ad una conoscenza razionale delle forze del femminile naturale, ma indicare quale atteggiamento interiore, e esteriore, assumere verso di esse. Lo scopo è quello di impregnarsi della loro energia, mettendola a frutto nella propria vita.
Le Salighe, manifestazione del mondo della Natura incontaminata e delle forze più profonde e arcaiche della psiche, assicurano a chi accetta di entrare in relazione con loro quel particolare benessere che deriva dal trovarsi in accordo con l'orientamento della Natura profonda, l'orientamento della vita. Perchè ciò possa avvenire, tuttavia, chiedono all’Io, espressione della coscienza razionale, un preciso sacrificio, il sacrificio del conoscere, del “nominare”.
È un pover uomo colui/colei che deve fissare la nascosta saggezza con nomi e concetti razionali, invece di lasciarla agire su di sé. È proprio la superbia del sapere intellettuale il maggior ostacolo al permanere di una relazione profonda con queste energie della Natura
.” (6)

Evitando ogni razionalizzazione, in questi insegnamenti si apprende a lasciar fluire la Natura, istintiva e libera, vergine, attraverso la propria Anima, predisponendola a conoscere l’inconoscibile.
Tutto ciò non è razionale per definizione. In effetti ragionare, intellettualmente, è possedere, e la Luminosa non vuole assolutamente essere compresa e posseduta dai ragionamenti dell’uomo, ma agisce comunque, senza attendere la sua approvazione.
Questo fece incollerire il clero fin dall'inizio della sua storia, quando abbatté le Foreste Sacre e condannò le Donne al rogo, come condannò ogni forma di Sapere popolare, e soprattutto, femminile.
E anche quando le Sagge, prudentemente, si dedicarono soltanto a curare fisicamente la popolazione, in particolare con le pratiche inerenti al parto, vennero condannate comunque, poiché secondo la tradizione biblica la Donna doveva rimanere priva di ogni tipo di conoscenza, dimessa, silenziosa e sottomessa al potere maschile. Ed inoltre alleviare la sofferenza delle doglie veniva considerato quasi un atto compiuto contro il volere di Dio, poiché per suo volere la donna era destinata a partorire con dolore, e questo doveva bastare.
Tuttavia, nonostante le forme umane più basse abbiano per millenni dato Loro la caccia, le Donne Sagge sono riuscite, attraverso le Fiamme, il Segreto e l'Insegnamento orale, unica possibilità di comunicazione, a percorrere la Spirale del Tempo, superando le barriere più serrate per attraversare i confini, i Mondi, i secoli, a lasciare traccia del loro potere magico anche ai giorni nostri, così vuoti da sentirne soltanto un eco distante e intravederne la Magia Luminosa oltre ai veli pesanti… un brandello di filo rosso sfilacciato dagli errori dell’uomo che però ci tiene ancora, saldamente, profondamente legate a Loro e alla loro Conoscenza.

***



-- Thomasine Blight (Tammy Blee, Tamsin Blight)

La Wise Woman più celebre del diciannovesimo secolo.
Curò in Cornovaglia persone e animali affetti da malattie, usando parole, incanti e erbe magiche.
Fu chiamata anche la “Strega dell’Est”, e fu moglie di un Cunning Man.
(Foto scattata al Museo della Stregoneria di Boscastle, Cornovaglia, UK)


Note:

1. Cfr. Yorkshire legends and traditions, Thomas Parkinson, Arno Press Inc, 1977, pag. 134
(“[una vecchia donna] la quale era reputata in tutta la valle una donna saggia, ed una praticante dell’‘arte che nessuno può nominare.’”)

2. Little Briar Rose, Jacob e Wilhelm Grimm, da http://www.sacred-texts.com/neu/grimm/ht20.htm [1]
(“Quello che il ranocchio aveva detto si avverò, e la Regina partorì una bambina talmente bella che il re non poteva più contenere la sua gioia, e ordinò una grande festa. E non invitò solo i suoi parenti, gli amici e i conoscenti, ma anche le Sagge Donne, perché fossero propizie e benevole verso la neonata. Nel suo Regno ve n’erano tredici, ma il re aveva solamente dodici piatti d’oro per servire loro il pranzo, così dovette rinunciare ad invitarne una.”)

3. Cfr. Grandmothers’ Stories: Wise Woman Tales from Many Cultures, di Burleigh Mutén, Barefoot Books, 1999
(“come una benevole, solerte, indipendente, sapiente guida, rispettata nella sua comunità”)

4. Cfr. The Well at the World's End, William Morris, 1896, da http://www.sacred-texts.com/neu/morris/wwe/index.htm [2]
(“Le donne sagge apprendono i loro poteri mistici dalle fate, ma in che modo esse le ricompensino nessuno può dirlo. (…) Eppure il popolo ha una fede perfetta negli erboristi e nelle donne sagge, e la fede può a volte operare la guarigione stessa.”)

5. Manoscritto dialettale di una Guaritrice di campagna, a cura di Barbara Fiore, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1995

6. Cfr. Donne Selvatiche, Claudio Risé e Moidi Paregger, Sperling Paperback, 2006, pag. 150


Fonti

Wise Women: Folk and Fairy Tales from Around the World, Suzanne I. Barchers, Libraries Unlimited Inc, 1990
Manoscritto dialettale di una guaritrice di campagna, a cura di Barbara Fiore, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1995
The Well at the World's End, William Morris, da http://www.sacred-texts.com/neu/morris/wwe/index.htm [3]
Donne selvatiche, Claudio Risé e Moidi Paregger, Sperling Paperback, 2006
Yorkshire legends and traditions, Thomas Parkinson, Arno Press Inc, 1977
Little Briar Rose, Jacob e Wilhelm Grimm, da http://www.sacred-texts.com/neu/grimm/ht20.htm [4]
Il Vischio e la Quercia, Riccardo Taraglio, Edizioni L'Età dell’Acquario, Torino, 2001
Grandmothers’ Stories: Wise Woman Tales from Many Cultures, di Burleigh Mutén, Barefoot Books, 1999
Immagine: Wise Woman, di Lisa Hunt


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  [2] http://www.sacred-texts.com/neu/morris/wwe/index.htm
  [3] http://www.sacred-texts.com/neu/morris/wwe/index.htm
  [4] http://www.sacred-texts.com/neu/grimm/ht20.htm