Il Tempio della Ninfa

Maren Spliid: storia di una strega danese

Articoli / Storia
Inviato da Elbereth 23 Ott 2008 - 23:30

Nessuno sa con certezza quante donne in Europa furono bruciate sul rogo come streghe.
In Danimarca la caccia alle streghe cominciò subito dopo la Riforma nel 1536 e continuò fino al 17° secolo, periodo durante il quale la peste e innumerevoli guerre distrussero vaste parti del paese e lasciarono la maggior parte della popolazione in uno stato di povertà e afflizione e col tragico bisogno di capri espiatori su cui riversare la propria rabbia e sofferenza.

Per inquadrare meglio il contesto storico di questi tragici eventi, è importante sottolineare il fatto che dopo la Riforma non era più possibile comprare le indulgenze dalla Chiesa Cattolica mentre era invece possibile giustificare il proprio operato dichiarando di essere stati stregati e obbligati a peccare. In questo modo si otteneva la salvezza.

Coloro che venivano accusati e condannati erano soprattutto donne, e in particolare donne povere e anziane. Si trattava di persone che dovevano lottare per sopravvivere e spesso ciò comportava litigi con i vicini e altri cittadini. Durante questi litigi, gli uomini spesso ricorrevano alle maniere forti e alla violenza fisica, mentre le donne si affidavano agli insulti verbali. Poteva accadere che minacciassero i loro oppositori con l’augurio di qualunque sventura, e se qualcuna di esse si avverava, ciò rendeva queste donne il bersaglio perfetto per un’accusa di stregoneria.

Maren Spliid è forse la strega più conosciuta in Danimarca a causa di un processo a suo carico ben documentato.
La donna abitava a Ribe, al numero 3 di Sønderportsgade, e, dopo un drammatico processo, il 9 novembre 1641 venne bruciata viva a Galgebakkerne, a nord di Ribe. Fu una delle ultime donne della Danimarca a essere condannata per stregoneria.

Ma Maren Spliid non era una classica strega, perché era una donna benestante e una cittadina rispettata a Ribe. Era sposata col sarto Lauritz Spliid ed era la capace amministratrice della locanda che si trovava nella casa di Lauritz in via Sønderportsgade.
Maren era una donna bella, intelligente e sicura di sé e probabilmente molti ritenevano che avrebbe dovuto essere un po’ più modesta e accomodante.

Nel 1637 venne accusata di stregoneria da Didrik Skrædder, un povero sarto in continua e vana competizione col marito di Maren.

L’uomo dichiarò che una notte venne svegliato da tre streghe.
Due erano a lui sconosciute ma la terza era Maren.
Le donne lo immobilizzarono e Maren gli soffiò in bocca.
Il giorno dopo l’uomo si ritrovò malato e vomitò un oggetto che si muoveva. L’oggetto venne conservato e fatto esaminare da diversi preti e dal vescovo che lo dichiarò di fattura innaturale: era la prova che c’era di mezzo l’operato di una strega.
Il marito di Maren, tuttavia, riuscì a far valere la sua posizione all’interno della città e riuscì a far scagionare la moglie dalle accuse.
Ma Didrik non si arrese. L’uomo riuscì a trovare diversi testimoni a supporto della sua causa e andò direttamente dal Re, Cristiano IV di Danimarca, nel 1639.
E’ importante ricordare che il Re stesso era alquanto ossessionato dalle streghe e le riteneva responsabili delle sue sventure sia in guerra che nella vita domestica.
Si può quindi ritenere il Re diretto responsabile della morte di Maren.
Il Re, infatti, dichiarò che il caso doveva essere riaperto e che Maren
doveva trovare 15 testimoni attendibili che giurassero sulla sua innocenza.
La donna non riuscì a portare a termine questa impresa e venne quindi ritenuta implicata nelle accuse, anche se poco dopo fu scagionata dalla Corte.
Successivamente però il caso venne posto all’attenzione della Corte Suprema di Danimarca, dove il Re in persona era giudice. Cristiano IV imprigionò Maren in una torre a Copenaghen e la fece torturare, benché fosse vietato dalle legge torturare un prigioniero prima di aver provato la sua colpevolezza.
La tortura fece confessare a Maren i suoi presunti misfatti e riportare il nome di altre streghe, tra cui quello di una certa Anne.
Il giudizio finale fu “Poichè Maren Spliid ha confessato personalmente e qui davanti alla corte, così come in precedenti confessioni, che ha operato tramite stregoneria e quindi abusato del sacramento della comunione, la dichiariamo una strega e la condanniamo a soffrire il fuoco e il rogo.

Il giorno dopo la sentenza, Maren Spliid venne bruciata come strega a
Galgebakken, a Ribe.
Alla sua esecuzione erano presenti talmente tante persone che il prete a stento riuscì a raggiungere la condannata.
Le venne data da bere mezza pinta di birra e un sacchetto di polvere da sparo le fu legato alla schiena, così da rendere più veloce la sua morte.
Venne poi legata ad una scala e buttata nelle fiamme.

Nel periodo tra il 1572 e il 1652 a Ribe si tennero 12 processi per stregoneria. L’ultimo riguardò Anna Bruds, che fu bruciata il 7 Aprile 1652.



Placca memoriale nella via Sønderportsgade di Ribe, sulla casa una volta appartenuta a Maren e al marito.

Durante un mio recente viaggio in Danimarca, ho avuto la fortuna di poter vedere e fotografare alcuni reperti stregoneschi risalenti al 17° e 18° secolo provenienti da diverse parti del paese. Eccone alcuni:



Frammento di un bastone di salice con incise lettere e rune – si tratta di una bacchetta magica.

Per poter avere poteri magici, la bacchetta doveva essere incisa il giorno di Mezz’estate o di giovedì. Reperto proveniente da Hostlebro.



Bacchetta incisa con simboli magici appartenente a un uomo che veniva considerato un saggio.

Si credeva che la bacchetta proteggesse il suo proprietario dalle forze sovrannaturali. Proviene dall’isola danese di Bornholm.



Piccolo ferro di cavallo con incisi simboli magici.

Sul ferro non sono presenti buchi per chiodi quindi si ritiene che sia stato forgiato appositamente per scopi magici.



Chiodi.

Questi chiodi sono stati ritrovati conficcati nel ceppo di un albero all’interno di un giardino. Si credeva che in questo modo ci si potesse liberare delle proprie malattie trasferendole agli alberi. Reperti provenienti da Odby.



Pietra guaritrice.

Si tratta di un pezzo di pietra saponaria. Pietre del genere sono state spesso rinvenute nei siti di antiche fattorie. Un pizzico di questa morbida pietra veniva raschiato e fatto finire nelle ferite che si pensava venissero sanate dalla magica pietra. Reperto proveniente dalle isole Faroe.



Rametto di quercia con straccio.

Proviene dalla foresta di Leestrup. Gli ammalati legavano stracci dei loro vestiti ai rami degli alberi e facevano offerte chiedendo di essere guariti. La venerazione di particolari alberi affonda le sue radici nella religione naturale della primitiva Danimarca. Il reperto proviene dal sud della Selandia.



Fonti:

http://en.wikipedia.org/wiki/Maren_Spliid [1]
http://www.danhostel-ribe.dk/ [2]
http://www.visitribe.dk [3]

Foto scattate da me al Museo Nazionale di Copenaghen. Le informazioni sui reperti provengono dalle didascalie presenti al museo.


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