Il Tempio della Ninfa

Ginestrone

Articoli / Erbario
Inviato da Violet 14 Mag 2008 - 02:30

GINESTRONE
Ulex europaeum (Ginestrone), Cytisus scoparius (Ginestra dei carbonai)

Riconoscimento e proprietà terapeutiche

Il ginestrone è un arbusto sempreverde, molto resistente, che può raggiungere, ma difficilmente superare, i tre o quattro metri di altezza. Fa parte della famiglia delle Fabaceae e cresce in terreni poveri, acidi e sterili, rendendoli più fertili per la crescita di altre piante, in macchie e cespuglieti fino a mille metri di altezza.




Riconoscimento e proprietà terapeutiche

Il ginestrone è un arbusto sempreverde, molto resistente, che può raggiungere, ma difficilmente superare, i tre o quattro metri di altezza. Fa parte della famiglia delle Fabaceae e cresce in terreni poveri, acidi e sterili, rendendoli più fertili per la crescita di altre piante, in macchie e cespuglieti fino a mille metri di altezza.
Il suo fusto è eretto e sottile, verde e ricoperto di spine molto appuntite; le sue foglie, similmente, sono piccole e sottili, rigide e spinose, di un bel colore verde scuro. I fiori, che compaiono a maggio-giugno e spesso permangono fino all’autunno, hanno un color giallo oro e sono molto profumati, per questo attirano le api mellifere.
La pianta produce un legume di 1-2 centimetri, esteriormente peloso e di colore bruno, che d’estate si apre e libera i semi.

Per la tossicità dell’intero arbusto se ne sconsiglia vivamente l’uso medicinale.
Maggiormente utilizzata a scopo terapeutico, anche se si sconsiglia comunque l’utilizzo per la media tossicità contenuta in tutta la pianta, è la Ginestra dei carbonai (Cytisus scoparius – tavola a fondo paragrafo). Le parti maggiormente velenose sono i semi ed i fiori sbocciati, ed è necessario lavare le mani dopo averli toccati.
L’unica parte che potrebbe essere utilizzata, ed in modo molto prudente, sono i fiori in bocciolo, ovvero non ancora sbocciati. Questi hanno proprietà soprattutto diuretiche, contrastano l’ipotensione arteriosa e le affezioni che colpiscono i polmoni. Fanno anche parte delle piante che, in caso di morsicature, combattono il veleno delle vipere.
L’uso scorretto di questi fiori può comunque causare gravi danni all’organismo e questo è stato anche dimostrato dalle numerose intossicazioni che sono seguite all’ingerimento delle infiorescenze che costituivano l’ingrediente principale di una dubbia ricetta culinaria apparsa su una certa rivista.
La specie di ginestra maggiormente pericolosa è la Ginestra di Spagna (Spartium junceum). Questa, se assunta, può provocare vomito, diarrea, crisi convulsive e coma che può giungere alla morte.
Per questi motivi, quindi, si sconsiglia in ogni caso l’uso di qualsivoglia specie di ginestra, a meno che non sia sotto il controllo del medico erborista.




Ricette curative

Passeggiando in un cespuglieto battuto dai raggi del sole e punteggiato di biancospini e di innumerevoli macchie di vivace ginestra, mi sono fermata proprio ad osservare da vicino una di queste piante magnifiche, accarezzandone le foglioline ed i fiori di un colore giallo tanto intenso da apparire quasi accecante. Intenta nell’osservazione, ho sentito, a forse un metro di distanza da me, un frusciare di foglie e ho fatto appena in tempo a sollevare gli occhi per veder scivolare sinuosamente un serpente, apparentemente incurante della mia presenza. Immobilizzata da un lieve timore, nonché da sorpresa mista ad ammirazione poiché non avevo mai avuto un simile incontro ravvicinato con un simile potente animale, non ho osato staccare gli occhi dal suo incedere fluido, sino a che esso, superatami, si è rifugiato sotto ad un ammasso di pietre, all’ombra e al fresco.
Passato il timore iniziale e grata per un tale (incolume) incontro, mi sono ricordata che proprio la sera prima avevo letto di una ricetta da utilizzare in caso di morsicatura di vipera (il serpente del mio incontro) che si serviva dei fiori della ginestra dei carbonai. Mi sono quindi resa conto ancora una volta di quanto la Natura sia splendidamente generosa nell’offrire sempre particolari cure nei luoghi giusti e nei momenti giusti. Così piante ed erbe che curano le punture di api e vespe crescono in luoghi molto popolati da questi insetti, piante ed erbe che curano i reumatismi si sviluppano nei luoghi umidi che, spesso, ne sono la causa, e anche questa volta il medicamento naturale sarebbe stato proprio accanto alla possibile causa di trauma.
Per fortuna a me non è servito usarla, anche perché gli animali percepiscono chiaramente le cattive intenzioni, o al contrario, quelle buone, dei visitatori che percorrono i loro luoghi, ed inoltre non attaccano se non minacciati –ed io certamente non avevo cattive intenzioni né mi sognavo di minacciare qualcuno- ma propongo in ogni caso questa ricetta medicamentosa che, mi auguro, nessuno debba comunque mai utilizzare.

Rimedio contro una morsicatura di vipera: in attesa di una immediata iniezione di siero antiofidico, far rimanere immobile la vittima del morso, succhiando la ferita e sputando per terra il liquido, ma solo se si è ben certi di non avere alcuna escoriazione in bocca. In caso contrario incidere la parte affetta e far sanguinare abbondantemente, applicando un impacco di fiori di ginestra dei carbonai, ben contusi.
È indispensabile chiamare il prima possibile l’ospedale più vicino, precisando la natura dell’incidente.


Miti, tradizioni e usi magici

Prospera nei terreni silicei e nelle lande invase dall’erica e sorvolate da minacciose nuvole tempestose, dove abbiamo l’impressione di veder passare veloci cortei di folletti ghignanti…
La troverete nei luoghi incolti e desolati, in prossimità di boschi solitari e nelle radure che appaiono destinate ad eterni sabba di streghe
.”*
Figlia dei potenti raggi del sole, la ginestra è pura “luce solare, canto gioioso”** che si innalza lieto ad accarezzare le aride e ghiaiose pendici come una brezza vivace.
Il colore brillante dei suoi fiori cattura l’occhio curioso e regala al cuore piccoli impulsi di gioia, come pennellate di pittura lucente che spazzano lontano i pensieri e le preoccupazioni, con i loro toni scuri e pesanti, compiendo, così, la loro sottile magia.
Tra le diverse specie di ginestra, quella che maggiormente veniva considerata magica e potente era il ginestrone, o ginestra spinosa. Secondo i Celti, ed i Galli in particolare, questa pianta apparentemente aggressiva, rappresentava il Sole dorato, caldo e benevolo, e viveva sotto la protezione di una misteriosa Divinità femminile. Questa Dea era venerata nei boschi di frassino e si chiamava Onniona, un nome che sembra derivasse dall’unione della ginestra, “onn”, e del frassino, “nion”, sebbene queste rimangano solo delle ipotesi non propriamente comprovate.
I rami del ginestrone venivano usati per ricoprire i corpi dei defunti durante i riti funebri, usanza che forse potrebbe far intendere che la pianta possedesse un qualche influsso magico legato all’Altromondo o al viaggio che l’Anima doveva compiere per raggiungerlo; le ceneri del suo legno, invece, erano utilizzate come fertilizzante per rendere ricchi e fecondi i terreni sterili, richiamando emblematicamente la nuova florida vita che nasce dalla morte.
Le ceneri di questo arbusto, tuttavia, non possedevano solamente questo scopo, ma nascondevano un misterioso segreto…
Secondo Plinio esse avrebbero contenuto l’Oro, forse prodotto dalla combustione dei fiori color del Sole. Il ginestrone, infatti, era simbolo del Sole nascosto nelle profondità umide della Terra, un Sole terrestre ed, anzi, sotterraneo e profondo, simile ad uno splendido nucleo dorato, per raggiungere il quale era forse necessario cercare a lungo e scavare a fondo. Ed oltre a contenere l’Oro, si diceva anche che essa avrebbe anche aiutato a trovarlo, sebbene non tutti erano adatti a questa ricerca. In quale modo essa avrebbe offerto il suo aiuto, purtroppo, non è risaputo, ma a volte basta osservare e lasciar cantare la Bellezza della vegetazione per percepire che, forse, l’Oro che si sta cercando non è propriamente quello materiale, ma un altro tipo di Oro, ben più lucente e meraviglioso, che non è poi così lontano dall’interno del proprio essere.

Un’ulteriore qualità che fa parte della pianta di ginestra è l’effetto che ha il suo legno quando entra in contatto col fuoco. Esso produce un crepitio molto intenso che, come le piante che posseggono la stessa caratteristica, potrebbe allontanare molto vigorosamente le impurità e i demoni maligni, siano essi interni od esterni al proprio essere. Pertanto, bruciare del legno di ginestra, potrebbe costituire un potente rito di purificazione e protezione, nonché di stimolazione del buonumore che scaturirebbero dalla liberazione di pesantezze e umori negativi, nonchè dall’ascolto e dalla contemplazione dell’allegro e scintillante scoppiettio.
Naturalmente non tutti i popoli ed i culti amarono la vivace "musica" prodotta dal connubio della ginestra con il caldo fuoco. Secondo il Cristianesimo, e più precisamente una sua leggenda siciliana, la ginestra sarebbe, infatti, stata maledetta dal Cristo poiché iniziò a crepitare intensamente mentre egli era intento a pregare nell’orto di Getsemani. In questo modo attirò i soldati che catturarono il Signore e lo imprigionarono. Egli condannò quindi la pianta a scoppiettare sonoramente quando sarebbe stata bruciata: un modo forse un po’ ambiguo per dare una spiegazione, od una giustificazione, cristiana a qualcosa che, comunque, era sempre stato tale per sua stessa natura.

La ginestra illumina come un piccolo sole il Sentiero che porta all’Oro.
Si potrebbe intuire che essa contenga la brillante polvere magica che nelle fiabe permette di volare e di vedere cose meravigliose alle fanciulle ed ai fanciulli che hanno conservato, in loro stessi, lo spirito aperto alla Bellezza ed all’Incanto della Grande Madre.
Nella ricerca, che spesso attraversa lande buie e vie sconosciute, la ginestra fornisce la Luce e si fa dolce lanterna dorata nell’oscurità del Cammino. Una luminosa compagna di viaggio ed una tenace guida fatata al raggiungimento del Sole interiore.


Note:
*Cfr. Maurice Mességué, Il mio Erbario, Club degli Editori, p. 180
**Cfr. Alfredo Cattabiani, Florario, Ed. Oscar Saggi Mondadori, p. 297



Fonti

Il Vischio e la Quercia, Riccardo Taraglio, Ed. L’Età dell’Acquario
Il mio Erbario, Maurice Mességué, Club degli Editori
Segreti e Virtù delle piante medicinali, Selezione dal Riders Digest
Florario, Alfredo Cattabiani, Ed. Oscar Saggi Mondadori
Il libro completo delle Erbe, Deni Bown
Erbe, La Biblioteca della Natura
Il grande libro delle piante medicinali, Roberto Michele Suozzi. Grandi Manuali Newton
http://www.cinqueverditerre.it/5/ogg/bot/ginspino.htm [1]
http://www.giardinaggio.it/giardino/singolepiante/Ulex/Ulex.asp [2]


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