Nuda cavalca lungo le strade della contea.
Solo i suoi lunghi capelli sciolti sul suo corpo ne coprono i seni.
La sua bellezza è un dono di Dio, un eco dell’incanto della Dea.
Di entrambi essa porta il nome: Godgifu, Lady Godiva.
La storia ci racconta che Godiva nacque nel 990 d.C, nobildonna anglosassone d’Inghilterra.
Nulla si conosce della sua infanzia e le cronache iniziano a parlarci di lei in seguito al matrimonio con Leofric, conte di Coventry.
Nella contea Leofric e Godiva erano molto amati, e su consiglio della moglie Leofric fece costruire a Coventry un monastero benedettino, e sempre fu benefattore verso vari ordini religiosi.
Tuttavia il conte tassava pesantemente il proprio popolo, e le tasse aumentavano, una dopo l’altra.
Finché all’ennesima tassazione, Godiva, preoccupata per il benessere degli abitanti della contea, chiese al marito di abolire l’ultima imposizione di pagamento.
Leofric non era intenzionato a compiere tale atto e, convinto forse che la moglie mai avrebbe accettato una simile provocazione, disse a Godiva che avrebbe tolto la tassa se lei avesse cavalcato nuda per le strade del paese.
Sfortunatamente per il conte la sua bella moglie fu più intrepida di quanto pensasse ed accettò la sfida.
In una bella giornata di maggio Godiva sfilò nuda sul suo cavallo per le stradine della contea.
C’è chi dice che a tutti gli abitanti fu imposto di rimanere chiusi in casa, pena la morte.
Ma Tom, un artigiano del paese, non resistette alla tentazione di vedere la sua splendida contessa nel candore delle sue carni e così praticò un foro nella persiana, e da esso ammirò Godiva.
Subito divenne cieco, e da allora fu conosciuto come Peeping Tom, Tom lo spione.
Altri narrano invece che la cavalcata di Godiva avvenne in un giorno di affollato mercato, sotto gli occhi di tutti, poiché Godiva non provava vergogna, protetta dai gendarmi e dalla sua lunghissima e folta chioma.
Leofric, vinto, fu costretto a togliere l’ultima tassa imposta, e da quel giorno ogni anno, in onore del gesto compiuto dalla contessa, la cavalcata si ripete, compiuta da Godiva stessa o, più avanti negli anni, da una fanciulla che la rappresentasse.
La cavalcata di Lady Godiva viene narrata sotto una luce storica, ma c’è chi sostiene che in realtà la sfilata porti in sé la reminiscenza di un rito sacro pagano, in cui la Dea di Maggio cavalca nuda per rinnovare la sua fertilità e consumare quindi la hierogamia col suo consorte per provvedere ai ricchi raccolti e alla benedizione dell’anno agricolo.
Ed il nome della contessa la imperla di divino.
Esso è infatti in anglosassone Godgifu “dono di Dio”.
Ma la latinizzazione in Godiva aggiunge altri significati.
Essa è infatti Mother Goda (o Gerd) colei che, simile a Freya, è la sposa di Maggio, la fanciulla di fiori, feconda Madre Terra.
Ed è Diva, la Dea, Godavari, che nelle scritture sanscrite è madre della creazione e santo fiume femminile.
Inoltre il curioso personaggio di Peeping Tom ricorda Atteone, divenuto cieco per aver spiato Artemide e le sue ancelle mentre, nude, si bagnavano nelle acque di una fonte.
Cercare di penetrare i sacri riti, violandoli, rende ciechi per sempre ai misteri degli Dei.
Troppo radicato nell’immaginario contadino, il rito della fertilità dei campi non poté essere soppresso, e fu quindi mascherato.
Ma, seppur sotto altra forma, il potere benefico e verdeggiante della Madre Terra continuò a benedire i campi e i raccolti di Coventry.
L’unico dato di fatto resta che la cavalcata di lady Godiva divenne effettivamente un rito e fu ripetuto anno dopo anno sino all’arrivo dei puritani, che lo vietarono.
Fu ripreso nel 1678 d.C, per poi essere definitivamente soppresso nel 1826, sempre dai puritani.
Le fonti che ci parlano storicamente del personaggio di Godiva ci dicono che ella continuò a vivere nella contea anche dopo la morte di Leofric avvenuta nel 1057, unica donna a rimanere proprietaria terriera durante la conquista normanna.
E nel 1067, probabilmente il 10 Settembre, Godiva spirò.
Donna coraggiosa, contessa a cui caro è il benessere del proprio popolo, capace di mettere i bisogni degli altri innanzi al suo pudore.
Dea di Maggio e delle ricche messi.
Godiva continua a insinuarsi nell’immaginario collettivo e a portare nel cuore di chi sa vedere oltre la sua nudità il verdeggiante potere della Dea di Maggio.
Fonti
The Woman’s Encyclopedia of Myths and Secrets, Barbara Walker. Harper S. Francisco
La Dea Bianca, Robert Graves. Adelphi
I miti greci, Robert Graves. Adelphi
http://it.wikipedia.org/wiki/Lady_Godiva [1]
www.ilpaesedeibambinichesorridono.it/lady_godiva.htm [2]
Articolo scritto da ValerieLeFay. Viatata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citare la fonte.
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