La Porta del Tempio


Se dalla Porticina vuoi passare,
il tuo abitino dovrai abbandonare e molto piccola dovrai diventare...



 

Viandanti online

Ci sono 520 visitatori e
0 utenti on-line

Sei un utente non registrato. Puoi loggarti qui o registrarti liberamente cliccando qui.

 

La Via Femminile




Fra queste pagine sono raccolti consigli, ricette, riti semplici e naturali dedicati al femminile, e speciali ricerche e racconti sull'antica Via delle Donne.

 

I Meli di Avalon




Gruppo di studio dedicato alla Tradizione Avaloniana e a Miti, Leggende, e Fiabe Celtici legati alla simbologia di Avalon.

 

Login

 Nickname

 Password

 Ricordami


Non hai ancora un account?
Registrati subito.
Come
utente registrato potrai
cambiare tema grafico
e utilizzare tutti i servizi offerti.

 

Messaggi Privati

Solo per gli utenti registrati!
 

Il Libro del Mese




La Signora del gioco
di Luisa Muraro

 

Cerca nel Tempio


 

Il Tempio della Ninfa

Dana, La Grande Dea Madre dei Celti
Martedì, 10 Aprile 2007 - 21:37 - 14009 Letture
Celti Lei è in ogni cosa.
Lei pervade il mondo.
Lei è in ogni pietra, in ogni zolla di terra, in ogni filo d’erba, in ogni torrente, in ogni creatura vivente.
Silenziosa. Non parla di se tramite arcaiche leggende.
I suoi misteri non li troverai tra le pagine di un libro.

Immergiti nella natura.
Ammirane la bellezza profonda, lasciati rapire dal canto del vento, dal sole tra le fronde, dal calmo fiume che lento scorre tra le rocce, o dal mare che con furia infrange le sue onde sugli scogli.
Perditi nel sibilo del serpente, nel dolce cinguettio degli uccelli, nell’ululare del lupo alla luna.
Immergiti nella natura.
Porta il silenzio nella tua mente.
Ascolta.
Lei è lì.
Ascolta.
Tutto attorno a te danza il creato, e tu con lui, piccola goccia nell’oceano che Lei è.
Ascolta.
Devi solo aprirle il tuo cuore.
E lì la troverai.

La figura della grande Dea Madre è comune presso tutti i popoli antichi.
È onnicomprensiva. È vita e morte, e poi di nuovo vita.
Sovente è rappresentata come una donna dagli attributi preminenti.
Il ventre rigonfio, i fianchi larghi, i seni abbondanti. È la madre della crescita, del nutrimento, della fertilità dei campi e delle donne.
Essa è quindi Dea. Ma anche Dio. Madre e padre insieme. Contiene in se tutte le nature poiché tutto è parte di lei.
È l’ermafrodito primigenio, completa in se stessa.
In testa porta il palco delle corna del cervo e tra le mani reca il calderone della saggezza e dell’abbondanza, il calderone che risiede nel suo ventre.
La Terra è il suo corpo manifesto, è allo stesso tempo giovane germoglio, albero ricolmo di boccioli e ramo secco. È tutte le stagioni, crea e distrugge, ha in se ogni fase.

Presso i Celti ha nome Dana.
“An” è la sillaba che si ritrova più frequentemente nei nomi delle Dee in tutta l’Europa ed altresì nel Medio Oriente.
In indo-germanico questa sillaba indica l’atto del respirare, dal quale poi derivano il greco ánemos “vento”, animus “spirito” ed anima.
In Greco Ana viene usato per invocare gli dei, con il significato di “O Re”, ma Saffo lo usa come vocativo di anassa, “O Regina, Signora, Padrona”.
Nel linguaggio sumero ed indo europeo pare invece che tale sillaba sia da collegarsi all’acqua ed al paradiso, quindi “acqua dei cieli”.
Nell’Irlandese moderno il nome di Dana deriverebbe dalla sillaba Dan e cioè conoscenza.
Ognuna di queste interpretazioni è corretta, poiché ognuna ci parla di diversi aspetti che Dana racchiude in sé, delle sue qualità, dei suoi attributi principali presso i popoli dai quali era venerata.

Lei è la vergine fanciulla del vento.
Con il nome di Ana la gentile era conosciuta in Inghilterra come colei che presiedeva alle condizioni atmosferiche.
Se la si venerava nel modo a lei più gradito si mostrava benevola, portando bel tempo e vento leggero e dolce.
Se invece veniva ignorata faceva infuriare le più tremende bufere, impediva ai marinai di ritrovare la via di casa e faceva sì che i raccolti venissero distrutti.
Era quindi vista come una fanciulla allo stesso tempo seducente ed infida, gentile ma dispettosa, una Dea ardente e capricciosa.
Mutevole come l’elemento che le era tanto caro.
Ella è ninfa poiché è legata ad una caccia alla lepre tenuta durante la festa di Calendimaggio nella quale la fanciulla in fiore si prepara a sbocciare, ad accogliere in sé il re dell’anno e tramite questa unione a portare nella terra i frutti divini che daranno sostentamento durante i mesi freddi.

Quindi Ella è generatrice.
É la madre dei Thuatha De Danann (il popolo della Dea Dana) divinità irlandesi legate alle arti ed agli incantesimi successivamente relegate al ruolo di esseri fatati col nome di Daoine Sidhe ed abitanti dei tumuli fatati che collegano i mondi, chiamati proprio Sidhe.
Si narra che fu la madre dei tre Dei Danai originari: Brian, Iuchurba e Iuchtar e che li allattò così bene che il suo nome divenne sinonimo di abbondanza.
Nella mitologia gallese ha nome Don ed è altresì madre di una stirpe di Dei creatori di incanti, in tutto e per tutto simili alle divinità irlandesi.
Don non compare mai personalmente nei poemi e nei cicli mitologici, non è legata a nessuna narrazione in particolare, non agisce mai. Eppure è sempre presente, pervade ogni cosa, è la scintilla creatrice, colei dalla quale tutto comincia, colei senza la quale nessuna delle divinità e delle figure mitiche descritte nei poemi potrebbe muovere i suoi passi.
È una presenza costante senza la quale nulla potrebbe essere.
Contiene in se tutti gli attributi delle divinità. L’uno che comprende il molteplice.
È il verde dell’erba fresca e l’oro del grano rigoglioso.
Come detto in precedenza la Terra è il suo corpo, ed a dimostrazione di ciò nella contea di Kerry esistono due colline denominate Dá Chích Anann ossia le mammelle di Anu, altro nome con il quale la Dea è riconosciuta.
Nel Limerick è presente invece la Knock Aine, la collina di Ana.
E numerosi altri luoghi portano ancora in sé il suo nome.
Compreso il fiume Danubio, il fiume della Dea Dana.
Ecco quindi l’acqua dei cieli, la Dea fiume, la Dea delle acque.
Tramite esse Dana è collegata nuovamente ad un simbolismo di generazione, l’acqua che fertilizza il terreno portando nutrimento.
Non solo. L’acqua è magia, divinazione, profezia, incanto.
Ed è guarigione.
Numerosissime sono le fonti sacre guaritrici presso le popolazioni celtiche Europee. In esse il simbolismo dell’acqua si lega e si mescola al simbolismo del fuoco in un abbraccio inestricabile.
Il fuoco che dà forma a ciò che forma non ha, il fuoco che ripara, il fuoco dell’ispirazione.
Essa è quindi patrona delle arti, dei mestieri artigianali (in particolare della metallurgia) e dell’arte poetica. È guaritrice e maga.
Ogni essere umano, ogni creatura animale o vegetale ha in sé la scintilla creatrice di Dana.
La sessualità ed il parto sono sue espressioni, attraverso di Lei si passa per venire al mondo. Lei è la vulva aperta dalla quale fuoriesce il ghee, la secrezione femminile. È una porta per questo mondo, ma anche tra i vari mondi che permeano il nostro piano dell’esistenza. Il nostro regno ed il regno degli esseri fatati.
I suoi simboli in quanto Madre Creatrice sono spirali, cerchi, vulve, triangoli, chevron ed anse.
É rappresentata anche dal fuso e da animali quali la vacca ed il serpente.

Ma come tutto ciò che crea essa può portare anche alla morte, alla distruzione.
Non solo vergine e madre, ma anche anziana, vecchia megera. Nel suo aspetto terrifico Dana è paragonabile alla Dea Morrigan, la Dea della battaglia, del furor guerriero e della profezia.
I suoi simboli sono il corvo, il gufo e la cornacchia.
È la Black Annis, la strega dagli artigli di acciaio con i quali si scava buche nel terreno da usare come abitazione, il grande gatto nero.
Si narra che essa viva nelle Danae Hills, che rapisca i bambini sbranandone le carni ed appendendo le loro pelli a seccare sopra ad una quercia.
Questo aspetto può sembrare orrifico, apparire estremamente crudele.
Ma ci si dimentica che il requisito fondamentale per la rigenerazione è la distruzione. La morte è un cambiamento, una trasformazione. Senza di essa tutti i cicli sarebbero bloccati, non ci sarebbe movimento, ma solo un’innaturale stabilità.
In più la Black Annis è strettamente legata alle figure delle madonne nere, e ad esse si offrivano i corpi dei bambini morti prematuramente perché concedessero loro un’eterna benedizione.
È emblematico che la strega divoratrice di bambini posasse le loro pelli proprio sulla quercia, pianta più sacra dei druidi celtici, simbolo di regalità e di resistenza fisica, l’albero della sopportazione e del trionfo.

È quindi colei che presiede all’iniziazione, alla rinascita.
È la Dea della saggezza, poiché racchiude in se ogni fase e le ha attraversate tutte, è passata tramite loro e grazie a ciò è sommamente potente.
Dana è la personificazione della Sophia divina, colei che crea il mondo.
Il simbolo che forse racchiude meglio l’intera essenza di Dana è la triplice spirale. Il triskel.
Il sacro tre, poiché Lei è la Dea vita-morte-vita. È la ninfa fanciulla, la madre, l’anziana.
Il fior di loto dal quale tutto nasce ed al quale tutto deve tornare.

Bacia la megera divina.
Accettala per quello che lei è. Accetta che insieme alla luce dimorano anche le tenebre.
Baciala, ed Ella si trasformerà nella creatura fatata più meravigliosa che tu abbia mai visto.
Guarda la terra, seguine le stagioni.
Onorala in ogni sua forma.
E lei sarà lì, con te, dentro di te. Per sempre.



Fonti

La Dea Bianca, Robert Graves. Adelphi, Milano, 1992
Figure di donna nei miti e nelle leggende, Patricia Monaghan. Edizioni Red, Milano, 2004
Dizionario di mitologia celtica, Miranda Green. Bompiani, Milano, 2003
La femmina sacra. Sheela, la dea dei celti, Maureen Concannon. Arkeios, 2006
Il misterioso culto delle madonne nere, Ean Begg. Edizioni L’Età dell’Acquario, Torino, 2006


Articolo scritto da ValerieLeFay. E' vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citare la fonte.

Dana, La Grande Dea Madre dei Celti | Login/crea un profilo | 5 Commenti
I commenti sono di proprietà dei legittimi autori, che ne sono anche responsabili.
Re: Dana, La Grande Dea Madre dei Celti (Punti: 1)
da Violet 10 Apr 2007 - 21:44
(Info utente | Invia il messaggio) http://www.tempiodellaninfa.net)
Bellissimo Valerie! Stai maturando una vena poetica che mi piace tantissimo e che anche a me piace usare quando scrivo. Quella piccola vena poetica che è capace di incantare!
Quanto a Ana (mi piace chiamarla così, piuttosto che Dana), la adoro... è stupenda e l'hai descritta come credo che sia realmente... una Dea silenziosa, le cui vicende sono sconosciute, ma forse proprio perchè, come Dea Madre eterna, non ha vicende proprie, ma permane sempre e comunque, quasi fosse lo sfondo di ogni cosa: la Terra che culla le storie di chi vive tra le sue braccia, sul suo ventre, dagli Dèi agli animali, dalle piante agli uomini.

Re: Dana, La Grande Dea Madre dei Celti (Punti: 1)
da Twilight 14 Apr 2007 - 23:57
(Info utente | Invia il messaggio) http://crepuscolooscuro.splinder.com)
Meravigliosa la figura di Dana!
Hai saputo descriverla in maniera eterea ma al contempo concreta... Colei che è sempre stata e sempre sarà, invisibile ma perennemente presente... in ogni cosa.
Bellissimo.

Re: Dana, La Grande Dea Madre dei Celti (Punti: 1)
da Elke (elke.janas@libero.it) 17 Apr 2007 - 15:27
(Info utente | Invia il messaggio)
Valerie scrive:
E lei sarà lì, con te, dentro di te. Per sempre.
Ed è così,le tue parole la evocano da un passato quasi dimenticato.Complimenti,davvero interessantissimo!

Re: Dana, La Grande Dea Madre dei Celti (Punti: 1)
da fairymoon (alphazulu@interfree.it) 28 Ago 2007 - 16:17
(Info utente | Invia il messaggio)
un articolo stupendo pieno di passione, calore, forza, vigore, che ti fa innamorare della Dea. Complimenti!

Re: Dana, La Grande Dea Madre dei Celti (Punti: 1)
da Danae 19 Ago 2009 - 23:32
(Info utente | Invia il messaggio)
"L’uno che comprende il molteplice", detto anche da Kant. Non ricordo bene se Kant abbia mai onorato la Natura, ma adoro filosofia..e questo detto attraversa la storia fino ai Romantici.
E Ana, se non sbaglio, era la madre di Viviana, Grainnè e Morgause..
è incredibile come tutto ritorna!
Grazie Valerie :*



© Il Tempio della Ninfa 2006/2024
Sito internet con aggiornamenti aperiodici, non rientrante nella categoria Prodotto Editoriale.
Nessuna parte di questo sito può essere riprodotta senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.
Tutti i lavori pubblicati sono protetti dalla legge n. 633 e s.m.i. in tutela dei diritti d'autore.
Tutti i loghi e marchi in questo sito sono di proprietà dei rispettivi proprietari. I commenti sono di proprietà dei rispettivi autori.

Questo sito è stato creato con MaxDev e utilizza MD-Pro 1.0.76
Il sito web e il tema grafico sono stati creati da Laura Violet Rimola. Le immagini appartengono ad Alan Lee.

Powered by MD-Pro