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Il Tempio della Ninfa

FIABE E FAVOLE: Madama Holle
Domenica, 05 Novembre 2006 - 02:54 - 20267 Letture
Racconti Madama Holle
rinarrata da Violet

Introduzione allo studio della fiaba

Premessa

La fiaba narrata come segue, era quella che mia madre mi raccontava quando ero piccola, prima di mettermi a letto, ed era quella che io le chiedevo ogni volta, perché fra tutte era la mia preferita.


Studio della simbologia della fiaba

Oltre le acque
Il passaggio segreto e l’Altromondo


La nostra storia inizia con un misterioso viaggio nelle acque profonde, che secondo le antiche leggende, in particolare celtiche e germaniche, nascondevano il varco per accedere ai reami sottili.
Nella versione qui narrata, il passaggio segreto per giungere al giardino incantato è rappresentato dal fiume, ma spesso le soglie che si aprivano oltre il visibile erano anche i laghi, le sorgenti, i pozzi, le fontane, il mare, l’oceano e persino la fitta nebbia. L’elemento che in ogni caso rappresenta il passaggio è l’acqua, e i motivi potrebbero trovarsi nel potere di trasfigurazione e riverbero dell’acqua stessa. Castelli incantati, corti fatate e persino boschi e foreste, talvolta si trovavano proprio dove i comuni mortali vedevano solo una distesa d’acqua. E l’acqua stessa, riflettendo solo la realtà esterna, ingannava chi non era aperto a vedere oltre.
Al contempo, l’acqua riflette l’immagine di coloro che si specchiano sulla sua superficie, fungendo da soglia per penetrare dentro di sé, oltre il proprio sguardo, oltre se stessi e allo stesso tempo nel centro di se stessi, accedendo a regni sconosciuti che si nascondono oltre il velo della percezione razionale.
Sia sotto le acque che in mezzo alla nebbia i sensi sono attutiti, regna il silenzio, e questo stato d’essere potrebbe contribuire al risveglio di un sentire più profondo e sottile, grazie al quale è possibile scorgere ciò che solitamente è invisibile e a udire il linguaggio silenzioso.
Proprio a questo risveglio potrebbe riferirsi il dissiparsi delle ombre scure dei fondali lacustri dinnanzi agli occhi delle fanciulle, che superata la normale coscienza di veglia posano lo sguardo oltre.

Anche nella versione della storia raccontata dai Fratelli Grimm, il passaggio per accedere al mondo incantato è fatto di acqua: la fanciulla deve tuffarsi nel pozzo, dentro al quale ha lasciato involontariamente cadere il fuso che usava per filare, e solo dopo essere discesa nelle acque scure e profonde troverà il magico giardino in cui abita Frau Holle.
Nella versione di Perrault, invece, non si ha un vero e proprio viaggio nell’Altromondo, ma avviene un fatale (1) incontro con una Fata, che si presenta nelle sembianze di una povera vecchina logora e stanca nelle vicinanze di una fontana, dalla quale la fanciulla bella e gentile attinge dell’acqua e gliene offre da bere. E come appare chiaro, anche in questo caso il mezzo per accostarsi al divino è l’acqua.

Ciò che avviene in seguito all’attraversamento del passaggio acquatico, è l’inizio di una splendida esperienza vissuta in un regno oltremondano, nascosto nel centro più puro e intatto della propria terra interiore.
Questo misterioso regno, che si può raggiungere solo con grande coraggio e fatica, è descritto il più delle volte come un bosco incantato, un frutteto o un giardino fiorito, abitato da creature allegre e giocose. Vi cresce una vegetazione dolce e rigogliosa, con fiori profumati e prosperi alberi da frutto, fra i quali emergono in particolare i meli, carichi di rosse e dolcissime mele che attendono, ed anzi chiedono espressamente, di essere colte.
Proprio la presenza del grazioso meleto che cresce nel giardino rimanda agli antichi miti germanici e celtici che narrano della mela come frutto divino per eccellenza, e in particolare alle mele dell’eterna giovinezza custodite dalla bellissima dea Idun, e alla leggenda arturiana dell’isola di Avalon – da Afallon, che deriva da afal, “mela”, e significa letteralmente “luogo in cui crescono i meli”, o “meleto” – dove si diceva crescessero meli fatati i cui frutti avrebbero nutrito per tutta la vita senza mai esaurirsi.
La mela, infatti, simboleggia la conoscenza ultraterrena, la saggezza che riempie l’anima di coloro che di essa si cibano, ed è il magico frutto che simbolicamente cresce nei luoghi in cui le antiche armonie femminili esistono ancora.
Il viaggio che intraprende la buona fanciulla, seguita dalla sorellastra, si rivela dunque essere un vero e proprio viaggio iniziatico che la porta nel mondo sottile per far sì che apprenda i misteri della Madre antica – rappresentata, come vedremo, da Madama Holle – e che possa poi ritornare sulla terra portando con sé la luce conquistata, e risvegliata.


La fanciulla buona e quella cattiva

Sin dal principio della fiaba appare evidente la differenza che esiste fra le due fanciulle, e la natura dei loro intenti.
La prima è bellissima, dolce e molto buona, e nonostante la vita triste e faticosa che è costretta a condurre è sempre allegra, sorridente e ben disposta verso tutti. Queste buone virtù nascono da una bellezza e da una grazia ben più profonde di quelle mostrate dall’aspetto esteriore, poiché nel linguaggio fiabesco ciò che appare all’esterno spesso riflette e rivela ciò che si cela all’interno.
La leggiadra bellezza della fanciulla è in questo caso il segno evidente di un’anima bella, luminosa e pura, che per sua natura è già predisposta a conoscere i regni d’armonia e a ricongiungersi con essi. Per la bella giovinetta, infatti, il viaggio e tutto ciò che ne consegue avviene naturalmente e per volere del destino, nulla è mai forzato, manipolato o preteso con presunzione o inganno.
Sulla riva del fiume, il sapone scivola via dalle sue mani e cade nell’acqua, allontanandosi verso l’ignoto, e in lei nasce spontaneamente la necessità di andare a riprenderlo, a costo di dover attraversare tutto il fiume o di nuotare fino ai suoi fondali. Così il sentiero tracciato per lei da mani invisibili si dipana dinnanzi ai suoi occhi, e lei lo percorre attivamente e con zelo, seppur inconsapevole della sua fatalità (1), fino a quando raggiunge la sua fortunata meta e riceve ciò che lei stessa, con le sue azioni, ha meritato.
La seconda fanciulla, invece, appare ben diversa e la sua storia è forzata dalla sua prepotenza e dalla brama di potere e ricchezza materiali. Oltre che brutta d’aspetto, a rivelare in questo caso una profonda disarmonia interiore, è presuntuosa e meschina, si rende facile preda della pigrizia e dell’invidia ed è guidata da una madre che è portatrice dei suoi stessi difetti.
Il percorso compiuto dalla bella sorella non viene inteso dalle due donne nel suo senso reale e profondo, ma solo come sterile mezzo per accumulare ricchezza, e l’intero viaggio della sfortunata ragazza è basato sull’imitazione e sull’inganno. Così, sulla riva del fiume, il sapone non scivola via da sé, ma viene lanciato nell’acqua appositamente, e il misterioso regno dei fondali lacustri, con la sua fatata bellezza, viene del tutto ignorato.
La giovane in realtà non fa altro che cercare di percorrere un sentiero che non è il suo, pretendendo una fortuna che non le appartiene, o che non è ancora in grado di meritarsi. Ma nessuno può ingannare il destino, e ognuna, a seconda delle proprie azioni, raccoglie esattamente ciò che ha seminato.
Sebbene la seconda ragazza creda infatti di seguire le orme della sorella, e quindi di ricevere lo stesso dono, lei non fa altro che percorrere la strada sua propria, inseguendo passo dopo passo la sorte che le sue stesse mani hanno filato, finché anche lei, a suo modo, riceve ciò che ha guadagnato.


La Dea dalle lunghe zanne

Al di là del mondo terrestre, oltre il passaggio attraverso le acque, le fanciulle giungono nel meraviglioso giardino incantato, dove, oltre il frutteto e in mezzo alla rigogliosa vegetazione, sorge la graziosa e accogliente casetta di Madama Holle.
La vecchia signora appare non appena si bussa alla sua porta, ed il suo aspetto inizialmente suscita terrore per via dei suoi strani e lunghissimi denti simili alle zanne di qualche grosso animale selvatico. Proprio questa sua caratteristica induce a pensare che lei non sia affatto una donna normale, come quelle che abitano sulla terra, ma una creatura intimamente legata al mondo ferino, alla natura e alla dimensione selvaggia femminile, che può mostrarsi buona, amorevole e premurosa, ma può anche diventare aggressiva e temibile.
In lei coesistono, in equilibrio perfetto, entrambi gli aspetti – luminoso e oscuro – che anticamente venivano attribuiti alla Grande Madre e alle dée che ne ritraevano i vari e infiniti volti, ed è per questo che la sua sola presenza, circondata da un alone di mistero e di potere, suscita in coloro che intuiscono la sua vera natura un senso immediato di panico, di rispetto, ma anche di devozione e amore, simili a quelli che si possono provare per una madre.
La sua origine divina è facilmente rintracciabile nelle antiche leggende e nella mitologia germanica, dove Frau Holle – letteralmente “Signora Holle” – altri non è se non la dea Holla/Holda/Hel, che regna nell’altromondo, è dotata di aspetti benevoli e terribili, ed è profondamente radicata al mondo naturale. Come scrive Marija Gimbutas ne Le dee viventi, nelle tradizioni germaniche esistono ancora reminiscenze di questa potente Dea della morte e della rigenerazione, che veniva ritratta come “una creatura da incubo e terrificante”. Si diceva che comparisse assieme ai suoi cani-lupo “che dilaniano le carni dei cadaveri”, e questo particolare è chiaramente sopravvissuto nelle sue zanne lunghe e appuntite.
In quanto madre dei morti” si credeva che Holla scortasse i morti nell’aldilà, “nei più profondi recessi delle montagne e delle grotte”. Era ritenuta una vecchia dall’aspetto sgradevole, ma possedeva molte virtù rigeneratrici: “È lei che fa sorgere il sole, e sotto forma di rana recupera la mela rossa, simbolo di vita, dal pozzo in cui cade in autunno. E quando i ghiacci si ritirano in primavera, Holla compare a volte sotto forma di una bella donna nuda che fa il bagno in un fiume o in un lago. Dunque personifica le potenze della vita che si rinnova dopo l'inverno, quando la temuta strega della morte si trasforma in una bella fanciulla primaverile. Le immagini di Freya, delle Valchirie e di Holla testimoniano la continuità della dea antico-europea vivificatrice, messaggera di morte e rigeneratrice. Può essere giovane, bella e forte, oppure vecchia, sgradevole e potente, a rappresentare un ciclo completo di vita, morte e rinascita. Così il suo potere si estende sui vivi e sui morti”. (2)
La graziosa vecchina in origine sarebbe dunque una grande e potente divinità, che era anche considerata la protettrice degli animali, del focolare, della casa e dei lavori domestici, in particolar modo della filatura.
Sempre nella tradizione germanica si diceva che Holle, nel suo aspetto di vecchia dai capelli bianchi e scarmigliati o, talvolta, di donna luminosa e bellissima, volasse per i cieli insieme al suo corteo fatato nelle notti che intercorrevano fra il solstizio d’inverno e il sei di gennaio, quando benediva i campi coltivati e visitava tutte le case per controllare se erano pulite e riassettate, e per accertarsi che tutti i lavori di filatura fossero stati portati a termine.
A seconda di ciò che trovava, avrebbe distribuito i suoi doni, che rappresentavano esattamente ciò che ognuno aveva realmente meritato. Se alla sua visita avesse trovato la casa ben pulita e riordinata l’avrebbe benedetta con la sua fortuna, ma se l’avesse trovata sporca e disordinata non avrebbe lasciato nulla, o nei casi peggiori l’avrebbe maledetta. E si potrebbe pensare che non fosse solo la condizione della casa o della filatura della lana e del lino ad interessare la dea Holle, quanto soprattutto la pulizia e l’ordine interiori di chi vi abitava, ovvero la loro purezza e armonia, o la loro meschinità e indolenza. Ciò a cui, del resto, lei guarda nella nostra fiaba.
Colei che le fanciulle incontrano oltre le acque del fiume, oltre i meleti e il giardino fiorito, è dunque una dea del perpetuo ciclo naturale di vita-morte-rinascita, una dea del destino che fila segretamente le sue trame ed elargisce la buona o la cattiva sorte.
Inoltre, lei incarna anche una maestra iniziatrice per coloro che sono interiormente predisposte a ricevere la sua segreta conoscenza, a ricongiungersi con la sua armonia e ad accogliere dentro di sé la sua luce… brillante sulla fronte proprio come un piccolo sole dorato. (3)

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Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da kessa 24 Nov 2006 - 22:24
(Info utente | Invia il messaggio)
uno studio molto interessante e completo.
Complimenti a chi ha partecipato!

Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da Twilight 10 Dic 2006 - 00:40
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Davvero un articolo bellissimo! Mi complimento con la tua capacità di scrivere (davvero brava!) e con le profonde e importanti intuizioni avute da te e dalle altre Fanciulle!^^
Un saluto a tutte!

Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da fairymoon (alphazulu@interfree.it) 23 Ago 2007 - 14:12
(Info utente | Invia il messaggio)
bellissimo racconto! conoscevo due versioni di questa fiaba e ora che ne leggo per le mie bimbe, ne ho diverse a disposizione, non solo la trasposizione dei Grimm ma vecchie simili fiabe italiane e mi sorprendono sempre con tutti i loro significati e simboli e non mi stanco mai di leggerle! Grazie, Violet!

Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da Erynriell 04 Nov 2008 - 01:04
(Info utente | Invia il messaggio)
Veramente bellissima! Sia la fiaba, che in parte conoscevo già, sia lo studio sempre molto ricercato ed accurato.

Re: FIABE E FAVOLE: Frau Holle (Punti: 1)
da Danae 22 Dic 2009 - 00:20
(Info utente | Invia il messaggio)
Ammetto che il titolo non mi ha particolarmente ispirata all'inizio.
Ad ogni modo sono intimamente convinta che tutto ciò che sapete ricreare qui è fonte di ammirevole conoscenza e amore. Come questa favola, un vero Dono..
Grazie!



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