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La Via Femminile




Fra queste pagine sono raccolti consigli, ricette, riti semplici e naturali dedicati al femminile, e speciali ricerche e racconti sull'antica Via delle Donne.

 

I Meli di Avalon




Compendio nato dagli studi del gruppo femminile I Meli di Avalon, dedicato alla Tradizione Avaloniana e a miti, leggende, e fiabe celtiche legate alla simbologia di Avalon.

 

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Il Libro del Mese




Per virtù d'erbe e d'incanti
di Erika Maderna

 

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Il Tempio della Ninfa

Salice Bianco
Domenica, 23 Luglio 2006 - 17:17 - 11460 Letture
Erbario SALICE BIANCO
Salix Alba

Antico inglese: waligh, sealh; Islandese: vidir; Bretone: haleg; Gallese: helygen; Gaelico scozzese: seilach; Gaelico: saileach; Antico irlandese: sail.





Riconoscimento e proprietà terapeutiche

Appartenente alla famiglia delle Salicacee, il salice comprende circa 500 specie diverse, per la sua straordinaria capacità di generare ibridi. Predilige terreni molto umidi e ventilati e per questo cresce nei pressi dei corsi d’acqua, resistendo piuttosto bene alle piene e mantenendosi saldamente aggrappato al terreno. Tuttavia le sue radici piatte possono cedere ad una corrente troppo forte e l’albero può staccarsi dal terreno e seguirla, approdando a nuovi terreni e germogliando nuovamente. La sua capacità rigenerativa è per questo molto conosciuta.
Per quanto riguarda il suo aspetto, il salice (Salix Alba) presenta un fusto screpolato, specialmente negli esemplari vecchi; rami flessibili e foglie lanceolate, seghettate, lunghe e appuntite, di colore argentato nella pagina inferiore. I fiori (aprile/maggio), in amenti diritti e segosi, sono giallo/verdi, dioici: quelli maschili sono dotati solamente di due stami e una ghiandola che produce nettare, quelli femminili hanno un pistillo all’interno di una scaglia cigliata e caduca. Non ha odore e il sapore è amaro.
L’età media del salice bianco varia da 100 a 120 anni, mentre altre specie non superano i 50 anni d’età. Con gli anni la sua corteccia può essere attaccata dai funghi, ma il Salice reagisce molto bene sia ad essi che a tempeste e potatura. La sua capacità di germogliare e resistere agli ostacoli fa di lui un albero forte e pieno di vitalità.

Famoso per la sua salicina, che a contatto col corpo umano si ossida e diventa acido salicilico, il salice veniva usato fin dai tempi antichi per le sue proprietà sudorifere, altamente astringenti e sedative, per curare dolori reumatici e febbre, e dal 1827 per produrre l’aspirina. Come l’aspirina però anche il salice irrita le pareti interne dello stomaco e quindi, al giorno d’oggi, non viene più consigliato. Può comunque essere usato per fare gargarismi e sciacqui, in caso di irritazioni della gola e infiammazioni alle gengive, e per pediluvi rilassanti, indicati soprattutto per chi ha un’eccessiva sudorazione dei piedi. La polvere di corteccia è anche utile per alleviare eritemi cutanei dovuti ad irritazioni.
Tutte le specie diverse di Salix dalle foglie lunghe e strette possiedono le stesse virtù terapeutiche.

Ricette curative
(in caso di allergie consultare sempre il medico)

Polvere di corteccia di salice per lenire gli eritemi: preparare con la corteccia essiccata di salice bianco una polvere piuttosto fine, pestandola e frantumandola accuratamente, e cospargere la zona interessata, lasciando agire e ripetendo la “medicazione” ogni volta che ve ne è bisogno.

Pediluvio per piedi doloranti: bollire in 1 litro d’acqua 60g di corteccia di salice, per 10 minuti. Aggiungere altri 2 litri d’acqua molto calda e immergere i piedi, tenendoli a bagno per 10 minuti.

Vino di salice contro la febbre: macerare 40g di corteccia essiccata di salice bianco in 1 litro di vino rosso per 2 settimane, dopodichè filtrare e berne due bicchierini al giorno.

Infuso di salice per favorire un buon sonno: lasciar riposare in 1 litro di acqua bollente 40g di foglie e/o amenti di salice bianco per 10 minuti. Berne una tazza dolcificata con del miele prima di coricarsi.

Miti, tradizioni e usi magici

Sin dagli albori, il salice è stato considerato l’albero della Dea e della massima espressione della Femminilità. È l’albero della Donna, delle acque fluenti e della Luna, della medicina e della magia.
Come i magici mondi e le magiche Essenze a cui appartiene, basati sul succedersi eterno della Vita/Morte/Vita, sulle alte e basse maree e sui sacri Cicli muliebri, anche il Salice è legato allo stesso tempo al mondo della luce e a quello delle ombre, alla Vita e alla Morte; alla chiarezza, attraverso la preveggenza, e alla confusione, per via delle nebbie che, secondo le leggende, venivano evocate per mezzo di esso.
Nel mondo celtico, in cui questa visione magica e tradizionale era molto sentita, il salice è considerato l’albero dei poeti, l’albero della Dea dell’ispirazione, che canta parole fatate attraverso il vento che spira tra i suoi flessuosi e morbidi rami. Per questo motivo il suo legno era utilizzato per costruire il corpo delle arpe dei bardi, gli strumenti che evocavano visioni magiche e incantavano gli ascoltatori con il loro suono fluido come le acque stesse, delicato come il vento e vivo come lo spirito che alberga in tutto ciò che è parte manifesta della Grande Madre.
Tra i greci, il salice era considerato un albero particolarmente collegato al mondo dei morti e all’aldilà, e per la sua caratteristica di rigenerarsi continuamente e di perdere i frutti ancora prima che questi giungano a maturazione, era associato alla Madre Divina, che genera e poi divora i suoi figli, oppure procrea per poi riprendere nel suo Grembo ciò che ha creato. Per tale motivo fu considerato l’albero delle Madri.
Questa particolarità dei suoi frutti e lo stretto contatto con la Divinità femminile facevano del salice sia un simbolo di grande fertilità, come il Grembo materno, sia di castità, o meglio, di mancata fecondazione, ipotesi che Plinio il Vecchio condivideva pienamente. A tale scopo, egli raccomandava di assumere una mistura preparata con le sue foglie triturate finemente. Tale pozione avrebbe contenuto l’intemperanza erotica, ma avrebbe anche estinto il desiderio sessuale, se consumata in dosi elevate o troppo spesso, e questa proprietà è effettivamente confermata anche dalla moderna fitoterapia, che classifica il salice tra gli alberi sedativi, e quindi inibitori della sessualità.
Un altro elemento che poneva il salice sotto le grazie della Dea era dato dai nidi che venivano costruiti sui suoi rami dal torcicollo, un uccello sacro alla Madre conosciuto per il suo sibilare simile a quello dei serpenti, per le sue uova molto bianche e perchè presentava sulle piume dei segni a forma di V, come quelli disegnati sulle scaglie dei serpenti oracolari greci consacrati alla Luna e quelli raffigurati sulle statuette antropomorfe legate al culto matriarcale preistorico. Inoltre molti oggetti costruiti con il legno del salice erano vasi e recipienti concavi e tondi, e questi utensili, fatti apposta per contenere e ricevere qualcosa, ricordano ancora il Grembo materno.

In epoca cristiana il salice mantenne l’unica caratteristica che era accettabile dagli esponenti ecclesiastici, ovvero il suo rimando alla castità pura, alla verginità fisica e all’atteggiamento che i fedeli dovevano tenere, per condurre una via retta.
Anche Metodio di Filippi, come Plinio, concordava sul fatto che assumere preparati a base di salice aiutasse a mantenersi casti e puri, infatti affermava che “bevendo dell’acqua a cui sono stati soffregati dei fiori di salice si spegne del tutto quel che in noi ribolle di passione e di cupidigia sessuale. E ciò fino al punto che la bevanda rende sterile e inattivo ogni istante di procreazione”. È quindi chiaro il motivo per cui l’albero era simbolo di rettitudine nelle Sacre Scritture. Tuttavia, non tutta la cristianità era in accordo con questa visione, tanto che lo stesso salice era ritenuto “maledetto”, “malefico” e diabolico, perché sacro alle antiche divinità femminili (Persefone, Hera, Ecate) e, successivamente, alle streghe. A questo proposito si ricorda la scopa delle streghe famosa nelle campagne inglesi, che si diceva fosse costruita con un manico di frassino, perché salva dall’annegamento, con rametti di betulla, perché gli spiriti malevoli vi rimanevano impigliati, e legata con il salice (vimini), perché sacro ad Ecate.
Nel Niemen, invece, era abitudine delle contadine coronare di fiori e doni questo albero, per rappresentare la Grande Madre, e pregarlo di concedere fortuna e fertilità.
Non riuscendo ad estirpare e debellare questa usanza profondamente pagana e radicata nei cuori della gente del posto, i preti non poterono fare altro che inchiodare un crocifisso al tronco dell’albero…
Mentre il salice comune (Salix Alba) era preda di queste considerazioni contraddittorie, la sua sottospecie Salix Babylonica, ovvero il salice piangente, aveva un significato ben preciso. Era infatti considerato l’albero simbolo del dolore, della sofferenza e delle lacrime, comparazione che potrebbe essere spiegata dai rami che ricadono dolcemente ad accarezzare il suolo, ma sicuramente non dalla natura del salice, che al contrario è tripudio di vitalità e di voglia di generare, creare e rigenerarsi, di ispirare e incantare.
Nelle piccole magie pratiche, si bruciano le foglie e il legno del salice in riti dedicati alla Grande Madre e ai Sacri Cicli femminili, come anche al richiamo dell’ispirazione, della percezione profonda e della guarigione interiore.
La sua flessibilità e le sue proprietà lo rendono adatto ad addolcire i caratteri inflessibili e duri ed a mantenere la resistenza fisica e psichica, ma anche a rendere meno focose persone che lo sono in modi inopportuni o volgari, inibendo loro il desiderio e le capacità sessuali.

Ognuna di queste caratteristiche ritrae il salice come un albero profondamente femminile, legato al mondo della musica e dell’intuizione, della sensibilità acuta e dell’ispirazione, della notte bagnata dai raggi lunari e della dimensione spirituale e magica dove alberga la Grande Madre.
La sua fluente bellezza, che docile si lascia contemplare, pare simile ad un canto che si effonde e si offre alla Luna, accompagnato dagli aliti di vento fresco. Il lieve dondolare dei suoi rami si traduce in una danza lenta, ispirata dai mormorii notturni e dal suono delle acque correnti.
Il salice è la nota d’argento che vibra e si scioglie nel chiaro di luna. L’armonia esalata dalla pace della notte. E la vellutata voce femminile, che sussurra all’orecchio attento l’antica poesia della natura, sotto l’influsso della quale, forse, ci si può ancora incantare…


Magia del Salice


Fonti

“Lo spirito degli alberi” , Fred Hageneder, Ed. Crisalide
“Il Vischio e la Quercia”, Riccardo Taraglio, Ed. L’Età dell’Acquario
“Le erbe officinali, antica medicina dei celti”, Plinio il Vecchio, Diancecht, Ed. Keltia
“Segreti e Virtù delle piante medicinali”, Selezione dal Riders Digest
“Florario”, Alfredo Cattabiani, Ed. Oscar Saggi Mondadori
“Il grande libro delle piante magiche”, Laura Rangoni, Ed. Xenia
“La farmacia di Gaia”, Demetra Edizioni
“Il libro completo delle Erbe”, Deni Bown
“Il grande libro delle piante medicinali”, Roberto Michele Suozzi. Grandi Manuali Newton

Articolo scritto da Violet.
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Salice Bianco | Login/crea un profilo | 2 Commenti
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Re: Salice Bianco (Punti: 1)
da artemis 09 Apr 2007 - 23:56
(Info utente | Invia il messaggio)
Le proprietà di questo meraviglioso albero sono molteplici:è febbrifugo,analgesico,astringente e inibente dell'aggregazione piastrinica.Si può utilizzare come polvere,decotto e vino per il sonno o per i dolori.
le foglie hanno azione sedativa nei confronti dell'apparato genitale,sono cioè anofrodisiaci.Si può usare come gargarismi per le irritazioni della bocca.In passato era considerata una pianta magica per pronosticare il futuro

Re: Salice Bianco (Punti: 1)
da mausci 10 Mag 2012 - 03:14
(Info utente | Invia il messaggio) http://comemistermagoo.blogspot.com)
che bello..io sono molto attratta dal mondo della botanica, ma ho sempre avuto difficoltà a ricordare le varie caratteristiche delle piante, ed a collegarle al loro aspetto..invece ora, pian piano, le collego alle storie che leggo qui, alle leggende popolari di cui ogni pianta è protagonista, e finalmente me le ricordo..e quando vedo o sento parlare di una pianta, un fiore od un'erba della quale ho letto qui, inizio a racontare.. *.*



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