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LE DAME DEL LAGO: Le Damigelle del Graal
Domenica, 28 Maggio 2006 - 14:30 - 20367 Letture
Avalon Breve introduzione alle Dame del Lago

Secondo uno studio approfondito delle diverse narrazioni medievali riguardanti la vita di Re Artù e le gesta dei Cavalieri della Tavola Rotonda, prima fra tutte la famosa Cerca del Graal, le figure femminili che appaiono al fianco degli eroi e che svolgono un ruolo importante nelle varie vicende rappresenterebbero nove diversi archetipi di Donne divine, specchi di alcune delle infinite sfaccettature di un’unica Grande Dea.


Kundry, la Vergine Nera

Simile nell’aspetto alla Sposa Ripugnante, ma dal ruolo diverso dalla prima, è la Laida Pulzella (o “Vergine Nera”), la Dama che riprende i motivi simbolici del periodo primaverile e della festività dell’Equinozio di Primavera.

Il suo archetipo appare sovente nelle varie versioni della storia di Perceval e della Cerca del Graal, e nel Parzival di Wolfram von Eschembach viene per la prima volta nominata Kundry.
Il momento in cui ella compare è sempre quello che segue il fallimento dell’impresa del giovane Perceval, a causa della sua ingenuità. Egli, infatti, giunto al Castello del Graal, dopo aver assistito alla misteriosa processione di una Damigella recante tra le mani una splendida Coppa intarsiata, non pone alcuna domanda al Re Ferito riguardo a ciò che ha veduto e perde, così, la possibilità di guarirlo dalla sua sofferenza e di sanare le Lande Desolate.
In seguito a questa mancanza, della quale però Perceval è inconsapevole, egli torna alla corte di Artù e qui incontra la Laida Pulzella.
Il suo aspetto è talmente terribile che fa rabbrividire. Chrétien de Troyes ci narra che “i capelli le pendevano in due nere trecce contorte, e (…) mai si vide essere sì laido, neanche nell’inferno! Non vi fu mai ferro più nero del colore del suo collo e gli occhi non erano che due buchi, non più grandi di occhi di ratto. Il naso era naso di scimmia o di gatto, le labbra d’asino oppure di bue, i denti così scoloriti che parevano tuorlo d’uovo. La barba era barba di capra. Nel mezzo del petto una gobba, la schiena come un uncino. Fianchi e spalle davvero ben fatti per condurre il ballo, con quella gobba sul dorso e cosce ritorte come bacchette di vimini.”
La Pulzella giunge seduta sul dorso di un mulo e entrando nella corte di Artù saluta tutti i cavalieri, tranne Perceval. Si rivolge invece a lui maledicendolo per il suo vergognoso fallimento, a causa del quale “le spose perderanno i mariti, le terre saranno devastate, le fanciulle rimarranno orfane e saranno nella disperazione, e molti cavalieri morranno”.
Colto dal terribile senso di colpa, Perceval prende coscienza del proprio errore e parte per ritrovare il Castello del Graal, giurando di non dormire mai più due notti nello stesso luogo sino a che non lo avrà trovato e avrà potuto guarire il Re e la Terra.
Wolfram von Eschembach aggiunge qualche particolare alla figura di Kundry, narrando che i suoi abiti sono di meravigliosa fattura ed ella è molto elegante, ma questo nulla toglie alla sua bruttezza e al terrore che provoca in coloro che la guardano.
Nel Parzival, Kundry giunge nel luogo in cui è convocata la riunione della Tavola Rotonda nel momento in cui sta avvenendo la cerimonia d’investitura a cavaliere di Perceval, il quale viene da lei violentemente rimproverato. Nel corso del suo viaggio di ritorno al Castello del Graal, il cavaliere incontra sua cugina Sigune, una anacoreta che vive in una cella in mezzo alla foresta. Ella gli riferisce che Kundry si presenta da lei ogni sabato portandole cibo direttamente donato dal Graal, e gli consiglia di seguirla. Tuttavia, nonostante Perceval ci provi, la Pulzella viaggia più veloce di lui ed egli ne perde le tracce.
Al suo ritorno alla Corte di Artù, Perceval incontra Kundry nuovamente, ma questa volta ella si avvicina a lui e si inginocchia ai suoi piedi, pregando per la riconciliazione. La Dama svela, quindi, che una nuova iscrizione è apparsa sul Graal, nella quale è scritto che proprio Perceval ne sarà il nuovo Re. Per questo, insieme, riprendono la Via verso il misterioso Castello, dove il cavaliere rimedierà al suo fallimento e guarirà il Re Ferito e le Lande Desolate.
In seguito alla buona riuscita dell’impresa, Perceval proclama pubblicamente Kundry quale vera messaggera del Graal, in quanto ella porta stampata sulle vesti l’insegna del Graal stesso: la tortora.
Anche nel Peredur, il racconto gallese presente nella raccolta dei Mabinogion, la Laida Pulzella compare per gli stessi motivi delle versioni precedentemente descritte. Tuttavia, in questa storia, ella si presenta più volte durante la Cerca del cavaliere, ognuna di esse per rimproverarlo aspramente in seguito ai suoi ripetuti errori. Sovente lo mette alla prova, presentandosi a lui in diverse sembianze, e ad ogni sfida fallita ella lo biasima senza pietà, invogliandolo a procedere e a non commettere ulteriori sbagli.

Dalle diverse narrazioni della Cerca del Graal traspare lo spirito pungente della Laida Pulzella. Ella è la Dama Maledicente, spronatrice di coloro che non sono stati in grado di compiere e portare a termine la propria impresa, il proprio sacro scopo.
La sua figura terrificante si presenta nei momenti in cui qualcosa non è andato per il verso giusto, o in seguito a gravi sbagli compiuti durante il proprio Percorso. I suoi rimproveri tuonano violentemente e, dopo aver colpito, si annidano nella coscienza, rimanendo ancorati ad essa e ricordando costantemente il motivo per cui sono stati rivolti, sino a che ad esso non si porrà rimedio.
Kundry è un archetipo “attivo”, portatore di movimento e rigenerazione. Ella dona la spinta che fa riemergere dall’immobilità.
Le sue ripetute riprese dal tono tagliente generano la giusta reazione che infonde nuova energia e nuova creatività. Esse sono sfide alle quali il cavaliere deve rispondere ad ogni costo, per non sprofondare nell’umiliazione e nella vile sconfitta, ovvero nel fallimento completo della sua stessa vita.
Il terribile aspetto della Laida Pulzella provoca terrore e disgusto, ma in questo modo cattura l’attenzione e non la lascia divagare altrove, mantenendola fissa e concentrata perché riceva gli insegnamenti senza che questi si disperdano. Inoltre, ogni parte del volto della Damigella richiama un animale, come se ella potesse rappresentarli tutti uniti in un’unica figura. Questo particolare la lega profondamente alla Terra, nelle sue forme libere e selvatiche, e alla Sovranità, di cui ella è Portavoce.
La voce di Kundry, infatti, è la divina Voce della Terra che urla ed esprime il suo disappunto e la sua sofferenza a causa degli errori commessi dagli uomini nei suoi confronti; ma allo stesso modo aiuta nella realizzazione del Cammino per ristabilire le Antiche Armonie ed esulta per coloro che riescono in questa ardua impresa.
Le tortore che Kundry porta stampate sull’abito, e che vengono definite l’insegna del Graal, sono infatti il simbolo della liberazione dal dolore e dalla malattia, della rinascita della Terra, ma soprattutto sono il loro “annuncio”.
Come Messaggera di Sovranità, Kundry è simbolicamente associata alla drakaina, Colei che dà voce alla Terra.
Come la sibilla o la “pitonessa”, infatti, ella è la Donna Saggia che trasmette gli oracoli giunti a lei attraverso il suo intimo legame con la Terra e con il Divino, che si esprime attraverso le sue labbra.
Come il serpente, sente i movimenti più sottili all’interno della Terra, ne percepisce i messaggi e li comunica agli uomini.

Uno dei simboli della Laida Pulzella è la sua cavalcatura, ovvero il mulo sul quale giunge a corte e si sposta da un luogo all’altro. Esso non può essere raggiunto da alcun uomo poiché è una creatura che proviene dell’Altromondo ed è guidato da una Dama che possiede la sua stessa natura fatata.
Come anche il cavallo, il mulo è uno dei maggiori simboli della Sovranità terrestre. È un animale legato alla terra e ne rappresenta l’Anima selvaggia, lo spirito indomito e libero, soprattutto se non porta le briglie. Ma se, al contrario, le porta, allora ciò che rappresenta è la Terra controllata e guidata con equilibrio e saggezza. Ruolo che Kundry ricopre completamente.
Un altro particolare interessante della figura di Kundry è il colore della sua pelle, la quale è “più nera del ferro”.
Il colore nero sin dai tempi più antichi simboleggia non solo la Morte, ma anche la Saggezza pervenuta dall’esperienza e dalla sperimentazione. Le Dee Anziane che rappresentano la bruna terra e le sue profondità, ricche di misteri e conoscenze segrete, indossano abiti neri, portano veli o cappucci neri che nascondono il loro volto ai profani, ovvero la loro Essenza. Il nero colora la pelle della gnostica Sophia ed è il colore delle Dee che per loro stessa natura incutono terrore, come Kalì, oppure la velata Cailleach delle tradizioni celtiche; ma che al contempo sono portatrici della più alta Sapienza e sono Donatrici di Saggezza, Iniziatrici ai Misteri della Grande Madre.
Kundry è una Dama che richiama e personifica queste caratteristiche. La sua pelle scura è l’immagine della sua appartenenza alla terra, ai suoi anfratti più nascosti, al suo potere primordiale.
Il nero che ella mostra “è la promessa che presto si conoscerà qualcosa che era ignoto”.*

Come Messaggera del Graal, Kundry sparge i doni che la sacra Coppa genera; doni che appaiono come semplice cibo, ma che sono alimento per l’anima, piccole gocce di squisito nettare, che nutrono la nostra scintilla divina.
Ella è la Vergine Nera, l’Oscura Donna di Conoscenza portatrice dei più nascosti Misteri della Terra.
È la Dama del Cambiamento, la sferzata di vento furioso che risveglia dal sonno dell’oblio.
Col potere della Voce arcaica ella risveglia il nostro profondo e fa emergere la Saggezza che vi giace sopita, abbandonata ad un lungo sonno che tarda ad allontanarsi.
Al suo passaggio i germogli si schiudono e la Morte lascia il posto alla Vita.

Il momento dell’Anno che Kundry potrebbe simbolicamente rappresentare è quello in cui nell’aria aleggia l’annuncio dell’imminente risveglio: l’Equinozio di Primavera.
I semi ancorano al terreno le loro prime radici, le gemme iniziano a schiudersi lentamente e la Terra tutta è nel pieno della sua trasformazione che segue la sua “guarigione”.
Il vento sferzante si abbatte sulla terra per strapparla al suo sonno e schiarisce le menti degli uomini, spazzandone via le sporcizie accumulate durante i mesi invernali.
E Kundry, che parallelamente ha assistito alla salvezza del Re Ferito e delle Lande Desolate, può farsi proclamatrice della meravigliosa rinascita.
Attraverso la sua voce la Terra gioisce ed indossa le sue vesti fiorite.
Al suo tocco gli occhi socchiusi si spalancano per accogliere la luce dell’aurora.

*Cfr. Clarissa Pinkola Estès, Donne che corrono coi lupi. Frassinelli, Milano, 2002



Fonti

Ladies of the Lake, Caitlin e John Matthews. HarperSanFrancisco, London, 1992
Saghe e Leggende Celtiche, Vol. II. I racconti gallesi de I Mabinogion, a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini. Mondadori, Milano, 2000
Storia di Re Artù e dei suoi Cavalieri, Sir Thomas Malory. Mondadori, Milano, 1996
I romanzi cortesi, Chrétien de Troyes. Mondadori, Milano, 1994
I Mabinogion, Evangeline Walton. Tea, Milano, 2004
Il Ciclo di Avalon, Marion Zimmer Bradley. Tea, Milano
The Mabinogion, traduzione di G. e T. Jones. Everyman Paperback Classics, 2004
Saghe e Racconti dell'Antica Irlanda, a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini. Mondolibri, Milano
Guarire con il Graal, John Matthews. Edizioni Amrita, 2000
Passaggio ad Avalon, Jean Shinoda Bolen. Piemme, Casale Monferrato (AL), 1998
Il tempo dei Celti, Alexei Kondratiev. Apogeo, Milano, 2005
Donne che corrono coi lupi, Clarissa Pinkola Estès. Frassinelli, Milano, 2002



Articolo scritto da Violet. Vietata la riproduzione senza citare la fonte e senza il consenso dell'autrice.



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Re: LE DAME DEL LAGO (Punti: 1)
da Misaela 07 Giu 2006 - 10:49
(Info utente | Invia il messaggio)
Veramente un articolo stupendo, mi è piaciuto moltissimo. Chiaro ed esauriente..attendo con ansia le altre dame del lago. Grazie

Re: LE DAME DEL LAGO (Punti: 1)
da Raven 24 Nov 2006 - 23:29
(Info utente | Invia il messaggio)
Veramente molto, molto interessante...spero che gli altri arrivino presto perchè mi interessa molto questo argomento...

Re: LE DAME DEL LAGO: Le Damigelle del Graal (Punti: 1)
da fairymoon (alphazulu@interfree.it) 31 Ago 2007 - 12:00
(Info utente | Invia il messaggio)
un lavoro splendido, grazie, ora ne so molto di più! attendo il seguito...

Re: LE DAME DEL LAGO: Le Damigelle del Graal (Punti: 1)
da Danae 17 Dic 2009 - 22:10
(Info utente | Invia il messaggio)
Un racconto splendido e degno di nota. L'intreccio e la storia mi piacciono un sacco! E sai renderne le sfumature..:*

Re: LE DAME DEL LAGO: Le Damigelle del Graal (Punti: 1)
da Elke 31 Dic 2009 - 02:41
(Info utente | Invia il messaggio) http://danzanelbosco.splinder.com)
Rileggendo questo prezioso articolo ho trovato molte indicazioni utili al momento in particolare che sto vivendo, da applicare anche oltre ad esso...
Non ricordavo tutte le parti di questo saggio, e volendo rinfrescarmi la memoria ho trovato quello che cercavo...capiti sempre a fagiolo! :DDD
Grazie, ancora una volta, e tanti bacini!

Re: LE DAME DEL LAGO: Le Damigelle del Graal (Punti: 1)
da hex 27 Mar 2010 - 23:42
(Info utente | Invia il messaggio) http://www.lemieradici.splinder.com)
Leggere questo articolo, fra l'altro esaudiente e splendido, in questa fase del mio cammino, porta chiarezza.
Una vera rivelazione...
Grazie per tutte le intuizioni che questi splendidi articoli sanno donare *.*
hex



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