La Porta del Tempio


Se dalla Porticina vuoi passare,
il tuo abitino dovrai abbandonare e molto piccola dovrai diventare...



 

Viandanti online

Ci sono 291 visitatori e
0 utenti on-line

Sei un utente non registrato. Puoi loggarti qui o registrarti liberamente cliccando qui.

 

La Via Femminile




Fra queste pagine sono raccolti consigli, ricette, riti semplici e naturali dedicati al femminile, e speciali ricerche e racconti sull'antica Via delle Donne.

 

I Meli di Avalon




Gruppo di studio dedicato alla Tradizione Avaloniana e a Miti, Leggende, e Fiabe Celtici legati alla simbologia di Avalon.

 

Login

 Nickname

 Password

 Ricordami


Non hai ancora un account?
Registrati subito.
Come
utente registrato potrai
cambiare tema grafico
e utilizzare tutti i servizi offerti.

 

Messaggi Privati

Solo per gli utenti registrati!
 

Il Libro del Mese




La Signora del gioco
di Luisa Muraro

 

Cerca nel Tempio


 

Il Tempio della Ninfa

L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma
Lunedì, 29 Marzo 2010 - 02:53 - 12553 Letture
Rituali Come cerbiatte o giovenche, nel tempo della primavera, sazie di cibo balzano attraverso il prato, così esse, sollevando i lembi delle belle vesti, correvano lungo la strada avvallata e le chiome giù per le spalle ondeggiavano, simili al fiore del croco.”
(Inni omerici, a cura di Filippo Cassola)

Nell’antico mondo femminile, le donne coltivavano e custodivano in loro stesse la consapevolezza dell’amorosa presenza del divino muliebre, che ardeva dentro di loro come un piccolo e luminoso fuoco perpetuo, colmandole di dolce voluttà. Il loro corpo dalle rosee e morbide curve, era concepito come una sua sacra manifestazione, che ne ritraeva l’armoniosa e languida bellezza, ma soprattutto la loro segreta intimità, avvolta in calde penombre e velata per proteggerne il mistero, era il ricettacolo nel quale la sua energia numinosa si concentrava e si propagava.


Allontanandoci dalle calde terre mediterranee, ritroviamo pressoché invariato il potente atto rituale, il quale veniva compiuto con le stesse finalità propiziatorie.
In India, madre dell’anasyrma è la splendida Maya, che mostrava l’intimo divino agli Dèi per risvegliarli dal loro sonno mortale. Racconta il mito che “gli dèi assopiti in un sonno di morte, svuotati di ogni loro virtù, precipitati in fondo alle acque per non avere riconosciuta la onnipotenza di Maya, vengono già scossi dalle magiche arti della Grande Incantatrice; ma solo quando ella solleva gli intimi veli e discopre ai loro sguardi il mistero della sacra ‘yoni’; solo quando essi, come i pellegrini nella corrente del Gange, si bagnano nel fiotto sgorgante da quella fonte segreta e se ne dissetano, solo allora si compie il miracolo del loro perfetto risveglio.” (12)
In modo simile, l’anasyrma venne compiuto anche dalla Dea giapponese Uzume, mentre danzava sensualmente dinnanzi a tutti gli Dèi. La leggenda narra di come la Dea del sole Amaterasu, furiosa per essere stata offesa dal fratello Susano’o, Dio della tempesta, si fosse rinchiusa in una grotta buia impedendo ai suoi raggi dorati di illuminare la terra. Senza la luminosità solare, il mondo era piombato in un’oscurità tetra e pesante, e a nulla erano servite le suppliche delle altre divinità per convincere la bella Dea ad uscire dal suo nascondiglio. Senza sapere più cosa escogitare per riportare la luce nel mondo, gli Dèi chiesero aiuto alla splendida danzatrice divina Ama-no-Uzume, la quale dapprima pose un grande specchio davanti alla soglia della grotta dove si nascondeva Amaterasu, e poi iniziò a danzare, e mentre danzava libera e selvaggia, si scoprì il bel seno e lasciò che la sua veste le scivolasse sino ai piedi, svelando la sua magica intimità e le natiche frementi. Si dice che questo suo gesto provocò l’irresistibile risata delle “ottocento miriadi di dèi” (13), e che udendo quelle risa gioiose e scatenate Amaterasu, incuriosita, non poté fare a meno di sbirciare fuori dalla grotta per vedere cosa mai stesse accadendo. Fu così che per la prima volta vide se stessa riflessa nello specchio, e rimase così incantata da tanta luminosa bellezza che abbandonò il suo rifugio e tornò a splendere nel cielo, riportando la sua luce e la sua gaiezza a scaldare la terra.

Talvolta, durante gli antichi rituali agrari, alla magica gestualità dell’anasyrma si sostituiva l’assoluta nudità delle donne, le quali, con lo splendido corpo e il sacro mistero del tutto svelati, spargevano ancora più liberamente il loro armonioso potere generativo. Questo è ciò che accadeva in un rito agricolo che veniva celebrato prima della nascita di Roma, e che con la fondazione di questa imponente città si involgarì e degenerò, trasformandosi nella festa delle Floralia.
In questa meravigliosa celebrazione, chiamata Florifertum, si onorava la graziosa Dea Flora, madre della primavera, della germinazione, della fioritura, del risveglio della natura e regina di tutte le piante e dei cereali, e le vergini fanciulle, nude e libere, danzavano e passeggiavano e correvano felici per i campi seminati e per i bei prati, vestite solo di raggi di sole, cantando “ut omnia bene deflorescerent” – “affinché ogni cosa fiorisca bene” (14).
In tal modo la loro benefica energia fluiva dall’intimo segreto e si posava sulla bruna terra, aiutando i piccoli semi a germogliare, le piantine a crescere, i frutti a maturare.

La splendida magia femminile che le antiche divinità madri rappresentavano, e che le donne arcaiche facevano sorgere, coccolavano e preservavano nella loro sacra intimità, era dunque sempre la stessa, in ogni luogo e in ogni tempo, come si comprende da questi antichi miti così simili seppur appartenenti a culture diverse e molto lontane fra loro.
E l’istintiva gestualità dell’anasyrma era sempre ispirata da uno stato di luminosità interna, di felicità ed armonia così perfette e così intense da spingere le donne ad alzare le loro gonne per rivelare e mostrare quel divino tempio d’amore in cui quella gioia si concentrava di più, e la magia sbocciava e si sprigionava, riversandosi all’esterno e spargendo dappertutto grazia e bellezza.
Con il loro potere incantato, le donne che compivano il loro sacro gesto potevano infatti “far sorgere il sole”, ovvero riportare la luce, l’allegria, la leggerezza, la spensieratezza, e l’ilarità che vanifica ogni malumore, laddove erano calate oscurità, malinconia e sconforto.
Nello stesso modo, aiutavano la gentile primavera a fiorire, i boschi a ramificare e gemmare, le coltivazioni a fruttare, e allontanavano il grigio e spoglio inverno, sia nella natura vegetale sia nel cuore degli uomini.
Ed ancora, benedivano famiglie e città, placavano e raddolcivano le furiose tormente, ed esorcizzavano ciò che è malvagio, per ristabilire la quiete, l’armonia e la pace assoluta.
Non solo, esse potevano anche risvegliare il numinoso, scivolato in un sonno simile alla morte, proprio come Maya fece con le divinità dormienti; ovvero potevano forse richiamare e far risorgere la dorata scintilla divina che giace assopita nel centro dell’essere. Quella scintilla che, se ritrovata e rimirata, guardando nei più profondi recessi di sé come in un magico specchio, potrebbe rivelare l’antica verità dimenticata, eppure mai del tutto perduta. La verità dell’anima antica che brilla come un piccolo sole nascosto in una grotta, e che se mai prendesse coscienza di se stessa e del suo esistere, ovvero se mai riuscisse ad emergere dal suo nascondiglio e a mostrarsi, potrebbe illuminare il mondo intero, come forse la raggiante Amaterasu volle insegnare attraverso la sua storia.

E se qualche ormai rara fanciulla desiderasse ancora, in questi tempi caotici e spenti, di ritrovare quella scintilla d’amore languido e tiepida luce, magari aiutata dalla Fortuna, potrebbe forse iniziare a cercarla in quei luoghi misteriosi nei quali essa potrebbe nascondersi… come in una sorgente dalle scure rocce ricoperte di soffice muschio e fiorellini bianchi, o in un fiore purpureo dai languidi e umidi petali; in una dolcissima melagrana dallo spacco vermiglio, o persino in una piccola grotta umida, calda e accogliente…
E se mai ella riuscisse infine a trovarla, allora potrebbe veramente intuire e conoscere dentro di sé la dolcissima e commovente eco amorosa del divino muliebre, e il voluttuoso potere dell’antica magia delle donne.


***

‘Tu lo sai dove vuoi andare, vero cara?’
Riccioli d’Oro, dopo essere uscita dal soffice mucchio di neve in cui si era incastrata, rifletté un po’ sulla domanda che le era stata fatta, intendendo che ciò che le era stato chiesto (…) era uno dei tanti doppi sensi che la Professoressa aveva così spesso usato parlando con lei.
Poi rispose con un tono di voce che denotava sicurezza e determinazione: ‘Certo che so dove voglio arrivare (…). Voglio arrivare alla porta del sogno della grande Madre e voglio varcarla. È questa l’unica cosa che desidero in questo momento, dato che così facendo sarò sicura di poter stare sempre con voi. E per arrivare a quella porta sono pronta a tutto.’
Detto ciò piantò i bastoncini nella neve in modo da avere le mani libere, afferrò l’orlo delle due gonne che la Professoressa le aveva fatto indossare e le sollevò, mostrando l’inguine (…).
Percepì che la decisione di fare quell’atto non proveniva dalla sua parte senziente e volitiva, ovvero dal suo io pensante, ma da qualcosa di più profondo, di più reale e di più forte che giorno dopo giorno si stava risvegliando in lei.
Rimase per alcuni secondi in quella posa, senza pensieri, dubbi o incertezze, totalmente identificata con l’energia luminosa che le aveva suggerito quel comportamento.
Poi lasciò ricadere le gonne, afferrò i bastoncini da neve e disse: ‘Ora se vuole precedermi, la seguirò volentieri e le assicuro che percorrerò esattamente la pista da lei tracciata.’
La Professoressa sorrise, fece un cenno affermativo con la testa e si avviò lentamente nel silenzio del bosco innevato (…)
.”

Tratto da La casa delle donne dagli occhi luminosi, Ada D’Ariès, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2006, pagg. 121-122



Note:

– Riterrei importante fare una piccola precisazione: quando all’interno di scritti come questo si parla di “antico mondo femminile”, oppure di “tempi antichi”, oppure ancora di “donne arcaiche”, con questi e numerosi altri riferimenti “all’antichità” non ci si vuole mai riferire ad un periodo storico preciso, definito in termini di tempo e spazio, ma come spiega l’autrice Rosina-Fawzia Al Rawi nel suo bellissimo libro Grandmother’s Secrets, ci si riferisce piuttosto ad un interiore e profondo livello di consapevolezza e ad un modo d’essere più naturale e vicino al divino, che prescinde totalmente dal tempo e dallo spazio. (Cfr. Rosina-Fawzia Al Rawi, Grandmother’s Secrets, Interlink Books, Northampton, MA, 2009, pag. 29).
Tuttavia, se proprio si volesse indicare un’epoca si potrebbe forse riferirsi alla mitica Età dell’Oro, oppure più precisamente all’Età dell’Argento o Età delle Madri.

1. Ada D’Ariès, Alla ricerca della Luna, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1997, pag. 28

2. Irina Naceo, Delle antiche danze femminili, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2003, pag. 79

3. Sono molti i fiori e i frutti che nei tempi antichi simboleggiavano la vulva, e alcuni di questi erano il delicato loto, il papavero scarlatto e l’ireos; la spiga dorata e il melograno sanguigno traboccante di succosi chicchi che richiamavano l’infinita fertilità della Dea e della donna; il fico, la mela, che se tagliata verticalmente rivela il segno della vulva stessa; la capsula nera frutto del papavero ed anche la pigna.

4. Ada D’Ariès, op. cit., pag. 28

5. Nel libro La danza delle anime luminose, di Ada D’Ariès, viene descritta questa bellissima sensazione e il suo magico effetto di dissolvere i pensieri:
L’effetto di quella cantilena su Nome fu stupefacente. Sentì improvvisamente una sensazione di indicibile languore nel proprio ventre, che mise con facilità a tacere tutti i pensieri ed i dubbi che erano in lei.
Il suo io pensante divenne completamente silenzioso. Vi era solamente una sensazione di calore languido così piacevole e così intensa, da catturare completamente la sua attenzione.
Poteva solo sentire quel languore e gioire del fatto di sentirlo.
(…) Per quasi mezz’ora rimase immobile, in silenzio, senza pensieri, con la mente vuota e limpida come un lago alpino di acqua cristallina, che percepiva solamente la calma gioia che continuava a provare e che dal suo ventre si era diffusa a tutto il corpo
.” (Cfr. Ada D’Ariès, La danza delle anime luminose, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1996, pagg. 30-31)

6. Per approfondire questo argomento vedasi in particolare Ipotesi sulla Guarigione, di Davide Melzi, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1996; e relativa bibliografia.

7. Uberto Pestalozza, Religione mediterranea, Fratelli Bocca Editori, Milano, 1951, pag. 301

8. Risale solo al 1700 l’usanza di portare indumenti intimi, incitata da religiosi e moralisti che predicavano la necessità di coprire, nascondere, serrare, solo perché non era possibile estirparle, “le proprie vergogne”. Dinnanzi a ciò, si potrebbe chiaramente intuire quale povera visione distorta e fasulla avessero – e abbiano tuttora – questi miseri e ambigui individui.

9. In questo ultimo caso all’anasyrma si aggiungeva l’azione apotropaica del sangue mestruale.
Ancora recentemente le fanciulle della Transilvania livellano con l’erpice la terra inaridita, completamente nude ( Cfr. Uberto Pestalozza, op. cit., pag. 299).

10. Cfr. Uberto Pestalozza, op. cit., pag. 298

11. Uberto Pestalozza, op. cit., pag. 76

12. Uberto Pestalozza, op. cit., pag. 64

13. Uberto Pestalozza, op. cit., pag. 218 e n. 7

14. Col tempo, ciò che era puro e armonioso subì deformazioni e involgarimenti, e le Floralia potrebbero essere una delle tantissime dimostrazioni di questo passaggio degradante.
Questa festività, discostandosi nettamente da quella che la precedeva, divenne infatti occasione per dare sfogo a orrende bassezze, e durante i giorni di festa si svolgevano rappresentazioni mimiche interpretate dalle prostitute della città, che si spogliavano sulla scena ballando e movendosi in modo osceno, dopo aver gridato davanti all’imperatore, ai potenti dello stato e a tutto il popolo, il loro nome, la loro patria e il loro prezzo.
Ovviamente queste attrici erano ben diverse dalle sacre seguaci della Madre arcaica, e infatti con l’avanzare dell’era oscura moltissime donne si allontanarono dal divino, affidandosi ai nuovi ideali moderni e disarmonici, credendo alla miseria delle nuove religioni patriarcali, misogine e maschiliste, accettando di impersonare la mediocrità, se non addirittura la sporca volgarità, il più delle volte impartita e trasmessa come un putrido morbo infestante dal maschio che ne era già da tempo un portatore, e soprattutto cercando intimi congiungimenti con tale tipo di maschio, che soppresse in loro l’antica fiamma divina e le lasciò spente e incapaci di ricordare ciò che erano state nel loro lontano passato. Di conseguenza la loro intimità perse anch’essa la sua sacralità originaria e la sua limpida e buona emanazione, divenendo spesso profana e dunque profanante.
Si potrebbe pensare che la maggior parte delle donne moderne corrisponda inconsapevolmente a questa triste descrizione, seppure alcune fra loro possano provare una forte nostalgia per ciò che avrebbero potuto essere un tempo. Questa nostalgia potrebbe essere un buon segno del fatto che non tutto è perduto e che intraprendendo un difficilissimo percorso di purificazione e naturalizzazione, abbandonando tutte le sporcizie e le artificialità accumulate e cucite addosso attraverso anni, decenni, e forse anche vite intere, potrebbero un giorno ricongiungersi alla divinità, e tornare ad essere sue sacre e meravigliose manifestazioni nel mondo.


Fonti

Alla ricerca della Luna, Ada D’Ariès, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 1997
Delle antiche danze femminili, Irina Naceo, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2003
Le Vergini Arcaiche, Leda Bearne, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2006
Religione mediterranea, Uberto Pestalozza, Fratelli Bocca Editori, Milano, 1951
Eterno Femminino Mediterraneo, Uberto Pestalozza, Neri Pozza Editore, Venezia, 1954
Nuovi saggi di religione mediterranea, Uberto Pestalozza, Sansoni editore, Firenze, 1964
I miti della donna giardino, Uberto Pestalozza, Medusa, Milano, 2001
La casa delle Donne dagli occhi luminosi, Ada D’Ariès, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2006
Grandmother’s Secrets, Rosina-Fawzia Al-Rawi, Interlink Books, Northampton, MA, 2009
La voce dell’antica Madre, Ada D’Ariès, Edizioni della Terra di Mezzo, Milano, 2000
La femmina sacra, Maureen Concannon, Edizioni Arkeios, Roma, 2006
Donne che corrono coi lupi, Clarissa Pinkola Estès, Frassinelli, Milano, 1993
Figure di donna nei miti e nelle leggende, Patricia Monaghan, Edizioni Red, Milano, 2004
L’Isola Incantata delle Figlie della Luna


Articolo scritto da Violet. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citare la fonte.



Pagina: 2/2

Pagina precedente Pagina precedente (1/2)
L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma | Login/crea un profilo | 9 Commenti
I commenti sono di proprietà dei legittimi autori, che ne sono anche responsabili.
Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da Alessandro 29 Mar 2010 - 03:28
(Info utente | Invia il messaggio) http://creviceweeds.over-blog.net)
Violetta… Non ho parole per commentare… È Bellezza perfetta, meravigliosa, a cui nessun commento può rendere giustizia… Rimango commosso a contemplare, ascoltare, rileggere, e ti ringrazio infinitamente… Un abbraccio… *.*


Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da fairymoon 29 Mar 2010 - 09:07
(Info utente | Invia il messaggio) http://ladimoradellasignoradelbosco.blogspot.com/)
Son rimasta senza fiato dallo stupore gioioso che mi ha pervaso, leggendolo... e non so esprimerti la mia gioia per questa infinita bellezza, seguendo e amando ogni giorno di più questa antica via, trovare questa strada disegnata nel presente con le radici affondate nel passato, mi ha resa felice come non so dire!
grazie!!!!

Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da hex 29 Mar 2010 - 11:03
(Info utente | Invia il messaggio) http://Tumulosegreto.blogspot.com)
....Armonia, bellezza, spirito libero..
Violetta, non ho parole, un tema delicato come questo, messo nelle tue sensibili mani e con la dolcezza
che ti caratterizza, non può che essere meraviglioso *.*
Quanta sensibilità e armonia...
Meraviglioso!!!
Lascia senza fiato, per le sensazioni provate nel leggere...
Grazie di cuore dolcissima Violetta, per la tua sensibilità nel raccontare, per la bellezza che sai donare :-***
hex

Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da LaZiaArtemisia 29 Mar 2010 - 23:38
(Info utente | Invia il messaggio) http://laziaartemisia.blogspot.com/)
Mi ha davvero lasciato senza parole, per l'argomento che viene raramente trattato, e soprattutto per come è stato sognato e raccontato. E per come le parole sono riuscite ad evocare antichi rituali fino a farli sentire così vicini da essere immaginati e esperiti. Una perla rarissima!
un abbraccio Violetta
la Zia

Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da Tana81 30 Mar 2010 - 11:31
(Info utente | Invia il messaggio)
Violet ottimo lavoro!!! E' interessantissimo e rigenerante. La scena della signora di fronte a Demetra la ricordavo ma mai avrei pensato ad un gesto rituale tanto potente, usato e amato.

Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da fabiola (favola61@libero.it) 31 Mar 2010 - 12:48
(Info utente | Invia il messaggio) http://.....)
Grazie Violetta! Ancora una volta nel Sentiero un tuo scritto è di guida ed aiuto. Un abbraccio!

Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da Elke 31 Mar 2010 - 17:10
(Info utente | Invia il messaggio) http://danzanelbosco.splinder.com)
Quanta dolcezza nelle tue parole, lucina splendente. Questo rito antichissimo è da sentire e riscoprire al giorno d'oggi in tutta la sua semplicità, naturalezza e bellezza. Un gioco magico fra fanciulle incantate...
Grazie come sempre, lo rileggerò; sai sempre donare emozioni e dolci moti dell'animo :***

Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da Danae 31 Mar 2010 - 23:55
(Info utente | Invia il messaggio)
Sono senza fiato.. è davvero la prima volta che mi sento tanto commossa e scossa dentro...
Grazie infinite Violetta.. *.*

Re: L'Intimità femminea arcaica e il sacro rito dell'Anasyrma (Punti: 1)
da Flora 17 Ago 2011 - 00:08
(Info utente | Invia il messaggio)
Cara Violet

finalmente questa sera capisco il perchè amo stare sempre nuda e vestirmi provoca nel mio essere una dissonanza notevole a tal punto da rattristarmi il cuore.

E la storie delle mutande che odio tanto e del reggiseno che odio altrettanto, le scarpe, le borse cosi' pesanti; quante minacce a noi Donne.

I tuoi scritti meravigliosi mi confermano a rigor di logica, le mie predisposizioni e la mia originalità, non mi sento cosi' sola e comprendo che il mio stesso Essere è arcaico quanto le catene che mi hanno afflitta per cinquantanni.

Ora vivo la mia libertà di donna. esprimendo la femminilità in piena felicità nel mio
amore e nell'Amore di Madre Terra.

Concordo pienamente nei tuoi pensieri.

Un mio Caro Amico "Arcangelo Miranda" dice sempre: "Siamo nati per essere felici perchè aspettare".

Ed io non aspetto oltre ed il sorriso imperia sulla mia Bocca, nel mio Animo e nel mio Spirito:

E' l'Augurio che faccio a te ed a tutte le mie sorelline amate.

*Un bacio stellare Donna Cosmica*

Flora




© Il Tempio della Ninfa 2006/2024
Sito internet con aggiornamenti aperiodici, non rientrante nella categoria Prodotto Editoriale.
Nessuna parte di questo sito può essere riprodotta senza il permesso dell'autrice e senza citarne la fonte.
Tutti i lavori pubblicati sono protetti dalla legge n. 633 e s.m.i. in tutela dei diritti d'autore.
Tutti i loghi e marchi in questo sito sono di proprietà dei rispettivi proprietari. I commenti sono di proprietà dei rispettivi autori.

Questo sito è stato creato con MaxDev e utilizza MD-Pro 1.0.76
Il sito web e il tema grafico sono stati creati da Laura Violet Rimola. Le immagini appartengono ad Alan Lee.

Powered by MD-Pro