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Il Tempio della Ninfa

LE DAME DEL LAGO: Enide
Giovedì, 24 Gennaio 2008 - 03:51 - 15185 Letture
Avalon Breve introduzione alle Dame del Lago

Enide, la Buona Conduttrice

Invero, ella era nata per essere contemplata, ché in lei ci si poteva rimirare come in uno specchio.
Chrétien de Troyes, Erec ed Enide

Luminosa come un raggio di sole, nivea come la luna, Enide è la Dama del Lago che può rappresentare emblematicamente la festa del Solstizio d’Estate, il momento del Ciclo in cui la luce trionfa sulle tenebre.


Il racconto, così narrato da Chrétien de Troyes, appare assai mitigato e raddolcito rispetto alla sua versione gallese, sebbene lo svolgersi delle due vicende sia pressoché identico. Nel Gereint e Enid, infatti, la storia scorre nello stesso modo, ma Enid è trattata in modo peggiore rispetto alla sua controparte francese. Ella, innanzitutto, viene incolpata personalmente per la perdita d’interesse di Gereint per i tornei; viene creduta un’adultera quando lamenta le sorti del suo amato e, prima del suo viaggio con Gereint, viene costretta ad indossare non l’abito più bello ma il più vecchio, logoro e malfatto. Inoltre, sono presenti alcune differenze, tra cui le due più significative si trovano nel premio donato ad Enid al termine della Caccia, che non consiste in un bacio di Artù ma nella testa del Cervo Bianco; e nel misterioso verziere in cui avviene la prova finale di Gereint. Questo è infatti chiamato “Chiuso della Nuvola” ed è avvolto in una densa nebbia. Nel suo centro sono presenti due troni, su uno dei quali siede la splendida Dama del Frutteto. Accanto a lei, il corno della vittoria è appeso ad un melo.
Come il verziere dipinto da Chrétien nei suoi versi, questo magico giardino richiama l’Altromondo, l’Isola delle Mele, Avalon.
I motivi simbolici presenti in queste due storie sono moltissimi ed ognuno di essi richiederebbe uno studio approfondito; tuttavia è sulla Dama Enide che porremo la nostra attenzione, sulla sua centralità e sul suo sacro ruolo nella vicenda.

Probabilmente condizionata dal periodo medievale in cui i racconti furono scritti, Enide appare a prima vista come una donna dimessa, umile e soggiogata ai voleri del compagno. Ciò che ella personifica al di là della sua apparente modesta umanità non è subito evidente ed occorre sollevare il sottile velo che la avvolge per svelare la sua natura divina e la sua appartenenza al regno oltre le nebbie. Ella, infatti, non proviene dal mondo degli uomini, ma giunge come Portatrice di Luce e Consapevolezza dai regni sottili per guidare l’eroe verso la realizzazione profonda e la completezza.
In seguito alla misteriosa Caccia al Cervo Bianco, che negli antichi miti e leggende è sempre preludio di un incontro con un essere dell’Altromondo, Enide arriva a corte per riceverne il premio, distinguendosi subito per il suo aspetto fatato.
La sua bellezza ultraterrena brilla come un raggio di luce e si eleva ben oltre quella delle donne del regno di Artù, per quanto nobili e graziose. Ella ritrae, infatti, la perfetta immagine della sublimità di Avalon, la Donna “nata per essere contemplata”, lo specchio dai labirintici riflessi nel quale si può rimirare il connubio d’ogni meraviglia terrestre e femminile, ovvero la più limpida Divinità.
Per questo è lei a vincere e a presiedere alla gara dello Sparviero così come alla Caccia al Cervo Bianco, che sono le prove rituali istituite dalla Sovranità atte a stabilire il Suo degno Campione, nonché a far conoscere Colei che è Sua effige sulla Terra. Enide governa i giochi perché lei rappresenta la Sovranità stessa, incarnata in una donna mortale e priva di attributi magici.
E Artù, chinandosi per posare le labbra sul suo luminoso viso, non fa altro che rinnovare il suo legame con la Dea Terrestre, promettendole nuovamente servizio, fedeltà e sincero amore.

Tuttavia, la Sovranità di Enide non si rivolge ad Artù che per un solo istante, indubbiamente simbolico e sacro, poiché è per Erec/Gereint che Essa si è manifestata.
Il matrimonio tra i due giovani è la dolce promessa ed il sottile legame tra colui che siederà sul trono e la Donna-Terra, ed Enide assume per lui il ruolo di divina Maestra e Guida ultraterrena verso l’acquisizione della Saggezza, necessaria al futuro Re per regnare secondo le Antiche Armonie.
Ella gli concede l’Amore divino, ma nel momento in cui egli dimentica il resto del mondo per essersi troppo abbandonato ad esso, la Dama lo risveglia dal languido torpore, invitandolo a recuperare e ristabilire la sua capacità di agire attivamente e a dimostrare il suo valore e la sua attitudine a regnare.
La reazione aggressiva di Erec/Gereint al richiamo di Enide può essere vista in due modi:
da una parte, può apparire come un atteggiamento dettato dall’immaturità e dall’inconsapevolezza, una pretesa di dominare la Donna e la Terra sottoponendola al proprio volere e imponendole il silenzio; dall’altra, sembra nascere dall’irruenza esuberante e focosa del giovane, che parte in cerca di avventure e pericoli per dimostrare alla Dama stessa e a tutta la corte che egli non è affatto un debole, ma un cavaliere valente e coraggioso.
Comunque sia, in entrambi i casi Erec/Gereint, ponendo Enide in una condizione apparentemente punitiva e facendola cavalcare innanzi a lui, non fa altro che affidarsi totalmente alla sua Guida.
Ella lo precede in ogni momento, ella sceglie le Strade, ella lo conduce lungo il Sentiero delle Sfide, indispensabili per il suo duro addestramento.
Le sfide della Dama sono le sfide della Sovranità, i Suoi giochi perigliosi atti a far emergere i rari cavalieri realmente degni di Lei. Sono molti, infatti, gli uomini che, seppur spregevoli e indegni, la bramano, pretendendo di rapirla e trattenerla con la violenza, la meschinità e l’inganno. Ma Enide mai si concede loro e nel momento in cui viene brutalmente colpita, ella urla.
L’urlo di Enide è l’urlo della Terra offesa e abusata ed è tale da fare tremare il suolo, tale da far rabbrividire il cielo ed impallidire le stelle, tale da risvegliare i morti dal loro sonno eterno.
Al grido di Enide, Erec riemerge repentinamente dall’oblio e poco tarda a porre fine alla misera esistenza di coloro che così gravemente l’hanno offesa.
Egli si dimostra abile a difendere ed onorare la Sovranità, poiché servendo, difendendo e amando Enide, Erec serve, difende e ama la Terra.
La sua abilità ed il suo coraggio, inoltre, sono tali da permettergli di superare non solo le prove sulla Terra ma anche quelle nell’Altromondo, simboleggiato dal verziere incantato. Egli siede sul trono accanto alla Dama del Frutteto (Cfr. Gereint e Enid), ovvero alla Sovranità dell’Altromondo, e vincendo il Suo Campione conquista la gloriosa Gioia della Corte, l’Armonia divina che solo un Re Sacro, riconosciuto dalla Dea terrestre e ultraterrena, è in grado di generare.
Attraverso l’Amore per Enide, egli porta a compimento il suo compito e lo scopo della sua vita.

L’identificazione di Enide con la Sovranità terrestre, come abbiamo visto, appare piuttosto chiara nelle due narrazioni. Essa, tuttavia, potrebbe trovare un’ulteriore conferma nella probabile origine del nome della Dama. “Enid” o “Enide”, infatti, sembra derivare dal nome di un territorio bretone, il “Bro Wened”, e questa ipotesi renderebbe evidente la provenienza della fonte originaria del racconto, nonché il suo intimo significato: esso ritrarrebbe proprio l’allegoria dell’unione tra il Sovrano e la Terra, tra l’eroe e l’eroina, la quale rappresenta la dea tribale del territorio da lui conquistato (Cfr. Trioedd Ynys Prydein).
L’archetipo di Enide, inoltre, appare simile a quello della splendida Rhiannon, anch’essa donatrice di Regalità sacra giunta dall’Altromondo per amore di un uomo con lo scopo di guidarlo ed aiutarlo a realizzare il suo Destino. Un Destino in cui l’umano e il divino si intrecciano amabilmente in un’unica trama.
Enide è l’Essenza che si fa carne e sangue per l’umanità. La Buona Conduttrice nella Ricerca della Gioia Divina.
Come Rhiannon, ella è costretta a subire una pena ingiusta nata da un fraintendimento, nonostante sia proprio tramite questa pena che ella riesce a svolgere il suo ruolo e a raggiungere il suo scopo; e con Rhiannon condivide uno dei suoi simboli, ovvero il cavallo, la sua costante cavalcatura durante la Guida del cavaliere.
Esso è uno degli animali più legati alla Sovranità, alla Terra dura e rigogliosa, fiera e selvatica, impetuosa e al contempo splendidamente elegante, e simboleggia l’Anima selvaggia terrestre che nulla può imbrigliare, a meno che non sia Lei stessa a concederlo, donando i suoi favori all’uomo sufficientemente degno di riceverli.
Accanto al cavallo, un altro simbolo di Enide è il Cervo Bianco, anch’esso animale fortemente simbolico della Sovranità. Esso rappresenta l’eterno Amore che genera le nozze sacre, ovvero l’unione profonda tra il Sovrano e la Terra, legati da un matrimonio inestricabile poiché tanto viscerale da sopravvivere oltre la vita, la morte e l’intera esistenza.
Enide stessa compare in seguito all’apparizione del Cervo poiché ella è la Dama Cervo, colei che è Fonte d’Amore, Maestra d’Amore, Conduttrice d’Amore.
In queste vesti, ella richiama l’eroe all’avventura, lo spinge ad addentrarsi nel groviglio boschivo e ad inseguirla, poiché è lei che governa la Caccia e lei che costituisce il Premio.
Unendo le sue mani a quelle del Re, Enide gli svela lo spirito imperituro di Avalon.
Attraverso l’Amore sacro, ella dispiega le Vie che conducono alla Gioia profonda.


Volgendoci al contesto delle feste dell’anno, Enide potrebbe essere associata al periodo che ruota intorno al Solstizio d’Estate, ovvero al cammino che volge verso la massima luce e al suo culmine più splendente.
Il trionfo della Gioia generata dalla Consapevolezza a cui porta Enide, infatti, richiama la più intensa luminosità interiore che perfora gli occhi, il cuore ed il corpo e si riversa all’esterno come onda inebriante, un’onda che solo la lucentezza estrema del Solstizio può rappresentare, sebbene essa sia molto più grande di quanto si possa umanamente immaginare.
Lungo il percorso dei raggi solari, Enide cavalca fiera e splendente e ai suoi passi ogni oscurità cessa immediatamente di esistere, attenuandosi e scomparendo dinnanzi alla prorompente Luce divina. Così come le ombre svaniscono all’incedere glorioso del sole estivo.
Ogni malinconia lascia il posto alla limpidezza e la notte, vista come buio del Cuore e dell’Anima, appare tanto lontana da divenire inconsistente, irreale, fittizia.
Seguendo Enide con Amore puro, la Via del Cuore che ella governa sboccerà davanti al nostro sguardo di stelle.
Percorrendo la scia del suo cammino, Avalon comparirà magnifica all’orizzonte e, nell’abbandono più completo, si potrà abbracciare la Gioia dell’Anima


*Cfr. Chrétien de Troyes, Erec e Enide. Mondadori, Milano, 1994. Pag. 9
** Ibidem. Pag. 85-86
*** Ibidem. Pag. 93



Fonti

Chretien de Troyes, Erec e Enide, in I romanzi cortesi (a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini), 5 voll., Milano, Mondadori, 1994
Chretien de Troyes, I romanzi cortesi, Firenze, Sansoni, 1962
Gereint e Enid, in The Mabinogion (a cura di Gwyn Jones e Thomas Jones), London, Everyman, 2004
I racconti gallesi de I Mabinogion, in Saghe e leggende celtiche (a cura di Gabriella Agrati e Maria Letizia Magini), 2 voll., Milano, Mondadori.
Matthews, John, Guarire con il Graal, Torino, Amrita, 2000
Matthews, Caitlin, King Arthur and the Goddess of the Land, Rochester (Vermont), Inner Traditions, 2002
Matthews, Caitlin e John, Ladies of the Lake, SanFrancisco and London, Harper, 1992
Trioedd Ynys Prydein: The Welsh Triads (Second Edition) (a cura di Rachel Bromwich), Cardiff, University of Wales Press, 1978.
Immagine di Roland Wheelwright, Enid and Geraint

Un ringraziamento speciale ad Alessandro per l'aiuto nella ricerca delle fonti.


Articolo scritto da Violet. Vietata la riproduzione anche parziale senza il permesso dell'autrice e senza citare la fonte.


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Re: LE DAME DEL LAGO: Enide (Punti: 1)
da FalcoPellegrino (falconscente@libero.it) 24 Gen 2008 - 09:59
(Info utente | Invia il messaggio)
Semplicemente spelndido! La versione che conoscevo io della caccia al cervo bianco non metteva in evidenza i valori simbolici della figura di Enide in modo così completo e fruibile.
Inoltre era solo una versione semplificata della versione Gallese (pur non sapendo da dove derivava visto che me l'hanno narrata a voce), mentre i molti simboli e particolari di quella di Troyes, mi erano del tutto ignoti.

Ritengo che entrambe abbiano in se cose fondamentali per la comprensione intima del significato sia della figura della Dama come Archetipo della Sovranità e del Femminile che sono il perno della Cavalleria, sia di ciò che essa ci richiede.

Sono davvero contento che alla fine sia stato fatto il lavoro su entrambi (ora comprendo le oscure allusioni sul tag alla due versioni), ha reso l'intero sforzo molto più efficace.

Ho anche letto l'articolo che "precede" questo, "Le Damigelle del Graal e la Rinascita della Terra", ho scritto molte votle che il codice della Cavalleria non è mai stato scritto, forse non è così, ho letto e udito queste storie ma sempre mai sotto una luce che mi permettesse di comprendere...
Ciò che si intende per Codice è scritto proprio li, nei principi, nelle forme e nel come agire, ed esso si rivela come qulacosa che in realtà preesiste di molto alla Cavalleria così come la si intende, ma esiste da quando esiste la Vita e la Terra.

Ritengo senza minimamente esagerare ma semplicemente lo affermo, che la comprensione di questi insegnamenti potrebbe cambiare la vita di molti Uomini e molte Donne, e di conseguenza pian piano cambiare la realtà stessa che ci circonda portando a una vera Rinascita della Terra.

Questa è una Cerca che davvero vale la pena di essere intrapresa.

Grazie infinitamente Dama Violet.

Re: LE DAME DEL LAGO: Enide (Punti: 1)
da LaZiaArt 24 Gen 2008 - 10:26
(Info utente | Invia il messaggio)
Ha detto tutto il Falco. A me resta di fare i miei complimenti a Viola per il lavoro, per l'equiparazione dei racconti e le intuizioni preziose che ci regala ogni volta che dalle sue manine esce qualcosa, quasiasi cosa! E' bellissimo!

Re: LE DAME DEL LAGO: Enide (Punti: 1)
da Elke (seleniae@hotmail.com) 24 Gen 2008 - 12:00
(Info utente | Invia il messaggio)
La dolce Enide,raggio di sole,fulgore del cielo;l'hai resa splendidamente cara Laura,come sempre descrivi queste figure incantate.La Via è lunga e illuminata,Enide sul suo cavallo ci precede...andiamo?
Baci dolci splendide Dame e Cavalieri;che tutti noi abbiamo il coraggio di seguire la Via dorata di Enide.

Re: LE DAME DEL LAGO: Enide (Punti: 1)
da Violet 24 Gen 2008 - 12:56
(Info utente | Invia il messaggio) http://www.tempiodellaninfa.net)
Vi ringrazio tantissimo per questi commenti che mi riempiono di gioia!
In effetti i simboli da svelare sono moltissimi, molti di più di quelli a cui ho cercato di dare un'interpretazione. Ma come scrivo nell'articolo, è su Enide che mi sono principalmente concentrata e non è stato facile cercare di estrapolarla minimamente dal racconto per dedicarmi solo a lei.
Basti anche solo pensare al motivo della Caccia al Cervo Bianco, che richiederebbe più parole, oppure alla Dama del Frutteto che, guardacaso, siede su un trono d'oro nel Gereint e su un letto d'argento in Erec... e il cavaliere, se in un caso afferma la propria Regalità conquistata sedendosi sul trono vuoto, dall'altra ritorna a simboleggiare l'unione amorosa tra il Re e la Terra, sedendosi sul letto con la Sovranità.
EPer non parlare del significato nascosto che ha Maboagrain, da molti associato a Mabon stesso che viene liberato da Erec dalla sua "prigionia" millenaria...
Anche il combattimento tra i due, per la Dama del Frutteto ricorda i riti antichi dei re Sacerdoti, che si combattevano per determinare chi potesse essere il nuovo Guardiano del Bosco, ovvero la nostra amatissima figura, il Protettore delle Antiche Tradizioni.

I simboli sono infiniti e ovviamente, ora che la storia è bene o male riassunta, ci potremo lavorare insieme sull'Isola!

Grazie infinite... :-*

Re: LE DAME DEL LAGO: Enide (Punti: 1)
da ValerieLeFay 24 Gen 2008 - 13:37
(Info utente | Invia il messaggio) http://gelidaluce.splinder.com)
Violet sei sempre meravigliosa.
Non avevo mai sentito particolarmente questa figura ma le tue parole evocative l'hanno avvicinata tantissimo al mio cuore.
Una vera bellezza.

Re: LE DAME DEL LAGO: Enide (Punti: 1)
da fabiola (favola61@libero.it) 24 Gen 2008 - 17:02
(Info utente | Invia il messaggio) http://.....)
oltre ad aggiungermi ai complimenti che sono sinceri e numerosi posso solo ringraziare Donna Violet per la spiegazione semplice ma avvincente del complesso personaggio di Enide, che ricordavo ma del quale non avevo capito ne la profondita ne gli insegnamenti che ne posso trarre.

Re: LE DAME DEL LAGO: Enide (Punti: 1)
da fairymoon (alphazulu@interfree.it) 29 Gen 2008 - 09:23
(Info utente | Invia il messaggio)
leggerlo è stato un piacere difficilmente descrivibile, amare questa splendida creatura, dopo averla vista con gli occhi del cuore di Violet, è semplice e dà gioia.
Così ricco di spunti di riflessioni e di simboli da meditare che credo mi nutrirà molto, molto a lungo.
Grazie Violet, un lavoro meraviglioso!

Re: LE DAME DEL LAGO: Enide (Punti: 1)
da mausci 05 Set 2012 - 23:53
(Info utente | Invia il messaggio) http://comemistermagoo.blogspot.com)
questo è uno dei pochi luoghi nei quali quasi quasi sono contenta della mia ignoranza..perché così posso continuare a leggere gli articoli con lo stupore e la gioia di una bambina..anche quando tratti argomenti che conosco già, godo immensamente del tuo tocco magico e dei risvolti che magari mi erano oscuri..ma scoprire queste storie e queste manifestazioni della Dea così, ex novo, è come un altro passo nel folto della selva..è un'avventura meravigliosa stare qui, ogni giorno..



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